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digitoergosum ha scritto:Dico la mia, dopo aver terminato (forse) il racconto per lo step. Credo che l'idea di suscitare argomenti da parte nostra sia validissima. Penso anche che limitare la proposta a singoli aspetti del racconto riduca le possibilità. Lancio, senza presunzione, l'idea di proporre noi autori separatamente tutti i "paletti" previsti dallo step per permettere agli admin di selezionare (meglio che sorteggiare) le "pastoie" a cui attenersi. Mi sono divertito a scrivere per il terzo step ma paletti più facili mi avrebbero indotto a un racconto più "masticabile".
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Per carità, uscire dai propri schemi e mettersi alla prova fa sempre bene.vivonic ha scritto:D'altronde, il senso dei contest in un forum è anche quello di uscire dalla propria zona di conforto e cimentarsi con qualcosa che altrimenti non si farebbe
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Tommybe ha scritto:Qual'è la scrittura immersiva?
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Petunia ha scritto:Ciao [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] intervengo solo per dirti che anche il racconto epistolare è una sfida interessante. Non voglio fare la sborona, ma in uno step del concorso Ink (quando eravamo SPS) uscì questo genere che non avevo mai affrontato. Il racconto si piazzò al secondo posto e tuttora è uno di quelli che mi ha dato più soddisfazione.
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Quello che intendo è che, per migliorare, ogni tipo di esercizio è utile.
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Il tuo racconto è davvero bello Petunia, non mi stupisce che abbia avuto un tale successo. Comunque il punto del mio post non era criticare il genere epistolare, non avrebbe alcun senso, solo far notare che come genere è molto distante dal tipo di scrittura che si insegna adesso. O, per lo meno, è molto distante dalle tecniche narrative che si insegnano nella maggor parte dei corsi di scrittura al giorno d'oggi per cui potrebbe creare una difficoltà in più. Oggi c'è una specie di "ansia" nel mostrare una scena invece che raccontarla, principio che di per sé approvo, ma che quando diventa troppo radicale fa danni come per tutte le cose. Non so se mi confermate questa mia percezione... sembra che molti qui non abbiano capito di cosa sto parlando eppure sono cose abbastanza note, credo. Forse sono io che non ho saputo spiegarmi bene.Petunia ha scritto:Ciao [Devi essere iscritto e connesso per vedere questo link] intervengo solo per dirti che anche il racconto epistolare è una sfida interessante. Non voglio fare la sborona, ma in uno step del concorso Ink (quando eravamo SPS) uscì questo genere che non avevo mai affrontato. Il racconto si piazzò al secondo posto e tuttora è uno di quelli che mi ha dato più soddisfazione.
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Quello che intendo è che, per migliorare, ogni tipo di esercizio è utile.
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Non proprio ma quasi. è sempre narrativa, non è cinema, non è teatro... però sì, oggi si tende a ricercare una contaminazione (intesa in senso positivo) tra la scrittura e altri generi narrativi quali cinema, serie TV, social media, video giochi, quindi in parte il tuo ragionamento è giusto. Ed è vero che chi ha fatto corsi di cinema e di sceneggiatura è forse più facilitato nella cosidetta "scrittura immersiva".Antonio Borghesi ha scritto:Se la scrittura immersiva è come dici @SisyfeMaleheureux allora è come scrivere un testo di teatro o addirittura per un film. E sarebbe un nuovo metodo apprezzato dal lettore? Sono un po' perplesso. Io poi lo troverei pesante da leggere.
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SisypheMalheureux ha scritto:Tommybe ha scritto:Qual'è la scrittura immersiva?
Una roba più facile a dirsi che a farsi.
In pratica tu, scrittore, invece di raccontarmi che so... che Tommy si è alzato nel cuore della notte, è andato in cucina, e ha bevuto un bicchiere d'acqua, dovresti mostrarmi le azioni di Tommy, in modo che io lettore possa quasi vederlo afferrare il bicchiere e portarlo alla bocca (per fare un esempio banale). Tutto il contrario del genere epistolare che, per definizione, è molto raccontato..
Voglio dire, senza sembrare provocatorio, che sono altre le cose che contano, non le immersioni.Tommybe ha scritto:Immersiva, pardon.
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