Fottitene dell'orgoglio
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Fottitene dell'orgoglio
L’insegna SALOON – Beer * Whisky * Rooms sbatteva ad intervalli irregolari, disturbando il suo riposo.
Aveva riempito la vasca francese fino al bordo, allagando le assi del pavimento quando vi si era immerso, ma amava ascoltare i rumori ovattati con le orecchie sotto il pelo dell’acqua; la bocca emergeva a mala pena, solo per permettergli di respirare: un rito abituale prima degli ‘impegni di lavoro’.
La luce entrava dalla sola finestra della camera da letto, lasciando la stanza da bagno in una fresca penombra.
Il vento, già caldo per essere solo a maggio, soffiava irregolare, anticipando il clima rovente che nei prossimi mesi avrebbe investito Tombstone.
Ancora non aveva avuto il piacere di assaporare l’afa e la polvere dell’estate; era arrivato in Arizona all’inizio dell’inverno e, neanche il tempo di gustarsi le distrazioni della città, era stato chiamato a prestare i suoi servigi … e le sue pistole, alla miniera di Goodenough, per proteggere le spalle a Mr. Schieffelin. Ed Schiaffelin! Aveva fatto un bel gruzzolo quell’uomo, grazie a quella vena d’argento che sembrava non esaurirsi mai: l’aveva scoperta per caso, grazie alla confessione di un soldato in punto di morte, a Camp Huachuca. Ma se all’inizio l’avventuroso minatore si era dovuto guardare solamente dalla minaccia di Apache con archi e frecce, man mano che scavava ed estraeva aveva dovuto difendere i carichi del prezioso metallo da bande di spietati criminali che si spingevano lì fin dal confine messicano. Anche Patrick era stato chiamato ad entrare nella guardia del corpo di Mr. Shiefflin, un vero e proprio manipolo di mercenari, prezzolati per sparare senza farsi troppi scrupoli o troppe domande.
Non era certo un problema per lui, che aveva lasciato la compassione due decenni prima, tra la miseria dei quartieri di Dublino, quando, non ancora ventenne e senza il becco di un quattrino, aveva deciso di abbandonare quello squallore per cercare fortuna in America.
Ma dopo i mesi passati tra cowboys puzzolenti e minatori ubriaconi, ora voleva riabituarsi alle comodità e all’umanità, meglio se femminile.
“Servizio in camera!”
La porta si aprì senza aspettare la risposta. La mano di Patrick afferrò fulminea la Schofield calibro 44 appoggiata sul bordo della vasca.
“Desi, hai rischiato grosso!” disse lasciando cadere l’arma a fianco della vasca.
La ragazza non ci fece caso. Slacciò il nastro in vita, fece scivolare ai piedi il vestito rimanendo con un bustino a stecche che ne conteneva a fatica il seno.
Lo guardò con malizia: “C’è posto anche per me? Ti lavo la schiena?”
“Lo sai che non mi piace sprecare energie prima del lavoro”; aveva intuito dove la ragazza voleva andare a parare. “Vammi a prendere un whisky semmai, … doppio magari”.
Desirèe lo guardo imbronciata; le piaceva quell’irlandese con gli occhi color di ghiaccio e i capelli rossicci. Tirò su l’abito e se lo sistemò alla bell’e meglio.
“Tutte scuse! Te lo porto … ma stasera recuperi!”
Era una scusa: lo sapeva. Aveva passato belle serate con lei, anche nottate intere. E gli erano costate un bel mucchio di dollari! Madame Florence, al piano di sotto, non faceva sconti a nessuno che chiedesse la compagnia delle sue ragazze.
Ma ora non aveva occhi che per Jane, anche se la sua era una causa persa. Il duello con suo marito era questione di poche ore. Se l’avesse ucciso, lei l’avrebbe odiato per sempre; se fosse stato lui a morire, beh … nulla avrebbe più avuto importanza.
Chiuse gli occhi e si immaginò la scena. Le ombre dei due uomini si stagliavano contro il sole morente; a separarli, dieci passi e un silenzio assordante. Le mani destre immobili all’altezza del cinturone, gli sguardi taglienti come lame di coltello. Lungo la strada, spettatori inerti che aspettavano il momento in cui le pistole avrebbero parlato. E lei? Sarebbe stata lì?
L’aveva vista solo una settimana prima e ne era rimasto stregato. Usciva sottobraccio con un uomo dal teatro dell’opera, lo Schieffelin Hall, come la miniera, proprietà anch’esso del suo ricco magnate. Spettacoli per gente raffinata là! E lui? Insieme a minatori e cowboy al massimo assisteva a dozzinali spettacolini nel Bird Cage Theatre con dubbie ballerine che più tardi avrebbero arrotondato dispensando prestazioni nell’attiguo bordello.
L’aveva rivista il giorno dopo; sulla soglia della scuola aspettava che i mocciosi uscissero per chiudere le porte dell’edificio. La cuffietta in testa ed il vestito castigato non potevano nasconderne l’innata eleganza. L’aveva seguita senza farsi notare, protetto alla vista dall’ombrellino che la donna aveva aperto per ripararsi dai raggi del sole. Poi era entrata nella Pima County Bank; si era avvicinata allo sportello e Patrick aveva riconosciuto l’uomo con lei la sera prima, il marito sicuramente.
“Posso offrirle un gelato? Patrick, Patrick O’Connor” disse accennando un inchino col capo e sfilandosi il cappello.
Il terzo giorno che la teneva d’occhio fuori dalla scuola aveva deciso di passare all’attacco.
“Mi scusi, mi attendono!” fu la secca risposta.
“Posso almeno sapere il suo nome?”
“Jane Cromwell, ma non dovrebbe interessarle” e con passo nervoso si diresse verso la banca.
Patrick attese che uscisse, nascosto dietro il campanile, ma la donna si ripresentò con il marito, impettito e guardingo, camicia bianca, cravatta e sovramaniche nere.
Tornò al saloon; non sapeva il perché, ma era convinto di intravvedere uno spiraglio dietro a tanta altezzosità.
“Posso offrirle un gelato? Mi sono permesso di portarglielo io, così non dovrà perdere tempo nel caso fosse attesa anche oggi”
Il giorno successivo Patrick si era presentato all’uscita con una coppetta.
“Lo mangi pure lei. Mi sembra debba raffreddare qualche bollore!” ma l’impertinente risposta non poteva nascondere un leggero sorriso.
“Posso almeno accompagnarla fino alla banca?”
“Altra proposta troppo impertinente… per una donna sposata!”, ed affrettò il passo senza permettergli di replicare.
I ragazzi erano usciti tutti dalla scuola, ma la maestra ancora non si era vista.
Patrick entrò di nascosto facendo attenzione a non fare rumore; la vide in fondo alla classe, voltata di schiena, intenta a cancellare la lavagna, immersa in una nuvola di gesso.
Fece per voltarsi ed uscire prima che lei potesse vederlo, ma urtò una seggiola con lo sperone, facendone tintinnare la stella.
Lei si voltò. “Non può stare qua: se ne vada!” urlo precipitandosi verso di lui.
Sorpreso da un attacco così deciso, Patrick reagì come neanche lui si sarebbe aspettato; appena la donna gli fu appresso, la afferrò per le braccia, la spinse al muro e la baciò, con forza, premendola con il suo corpo per non dare via di scampo alla poveretta.
Dopo un attimo di smarrimento che le sembrò durare una vita, Jane riuscì a divincolarsi, correndo sconvolta verso l’uscita e poi verso la banca. Un dubbio le nasceva dentro: lo aveva respinto con sufficiente veemenza? O aveva atteso troppo prima di allontanare quell’uomo dagli occhi trasparenti?
Stava entrando nel saloon quando una mano sulla spalla lo fermò bruscamente.
Il marito di Jane lo aveva raggiunto, concitato ed ansimante.
“La … la… lasci stare mia… mia… mia moglie!” balbettò, come gli capitava sempre quando si lasciava sopraffare dall’agitazione.
“Altrimenti?”
“A… a… altrimenti mi tro… mi tro… mi troverei costretto a… a… a chiedere soddisfazione!”
“E sia! Domani, al tramonto!”
“Non… non… non mi faccia a… a… aspettare” replicò il bancario simulando la spavalderia che non aveva. Le gambe in realtà gli tremavano più della lingua, ma non poteva, non doveva darlo a vedere.
“Charles, devi rinunciare! Ti farai uccidere!”
La discussione tra i coniugi stava diventando concitata.
“Non posso accettare che venga calpestato il tuo onore e mortificato il mio orgoglio!”
“Lascia stare l’orgoglio; ne ha rovinati più lui che il petrolio!” sentenziò la donna.
“Ti dimentichi che la banca ci ha insegnato ad usare le pistole, oltre che a darcele in dotazione, nella speranza di difendere la nostra vita e i loro interessi nel caso qualche delinquente avesse intenzione di effettuare qualche prelievo non autorizzato” cercò di scherzare Charles.
“Non fare lo stupido! Stiamo parlando della tua vita, … della nostra vita”
“Non ti preoccupare. Ho preso qualche informazione su quell’uomo e ho un piano. Se tutto va bene può darsi che non debba arrivare fino in fondo”.
Cos’aveva voluto dire? Jane non osava chiederlo ma il dubbio del pomeriggio continuava a roderle dentro.
Patrick sentì la porta della camera aprirsi di nuovo. Pregustandosi il bicchiere di liquore, riemerse con il viso dalla vasca quel tanto per vedere l’ombra del bancario avvicinarsi con la pistola in mano.
Lanciò uno sguardo al bordo della vasca per realizzare con terrore che aveva abbandonato la pistola sul pavimento; impossibile raggiungerla! Chiuse gli occhi impotente. Si era immaginato un duello differente!
“Le… le… le avevo detto di… di… di lasciare stare mia… mia… mia moglie!”
Bang! Un colpo solo risuonò nella stanza.
Non aveva nemmeno sentito dolore. Un tonfo! La stanza tremò. Riaprì gli occhi: il corpo dell’uomo giaceva sul pavimento, riverso faccia a terra. Sulla schiena, una macchia di sangue colorava di rosso la camicia.
In piedi, all’ingresso della stanza da bagno, si stagliava controluce la figura di Desirèe, con il bicchiere di whisky in una mano e una minuscola Derringer nell’altra, arma che teneva sempre nascosta nel reggicalze per placare i clienti troppo esuberanti.
Bang!
Il bicchiere cadde, spargendo mille schegge di vetro su tutto il pavimento, seguito dal corpo della ragazza.
Una donna si avvicinò; imbracciava ancora il Winchester a canne mozze con cui aveva sparato il colpo.
‘Quando una donna con la pistola incontra una donna con in fucile, la donna con la pistola è una donna morta!’ pensò Patrick.
“Puttana! Era mio marito!”
Jane riarmò l’arma facendo espellere il bossolo ancora fumante.
Patrick si sentì nuovamente perso. Niente avrebbe potuto salvarlo ora. Si lasciò sprofondare nella vasca come a voler attutire il dolore… insieme al rumore.
Jane scavalcò il corpo della ragazza… scavalcò il corpo del marito: “Stai attento a dove metti i piedi! È pieno di vetri qui” disse tendendo la mano a Patrick, per aiutarlo ad alzarsi.
La donna, la maestrina con la matita rossa, aveva fatto la sua scelta!
Different Staff- Admin
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Ciao autore,
scusami ma questo racconto non mi ha convinto molto.
Probabilmente il fatto è che ci sono molti cliché, non ci sono molti spunti innovativi.
Poi ci sono alcuni pezzi che mi sembrano anacronistici; magari sbaglio io e sono influenzato dai film che ho visto, però mi fa strano in un'ambientazione western sentire parlare di teatro e gelato, ma ripeto, questa sensazione può essere addebitata a una mia ignoranza.
E poi ci sono le due citazioni.
In uno step precedente anche io avevo fatto una citazione di un cantante(De André e le cosce madreperla) che forse avrei potuto evitare, e quando ho letto il tuo omaggio a Vasco(che tra l'altro mi piace) l'atmosfera western in cui ero immerso si è sbriciolata, perché mi sono messo a canticchiare quella canzone. Forse è vero che le citazioni è meglio evitarle.
L'altra citazione, quella dell'uomo col fucile e l'uomo con la pistola è più in tema, è un omaggio, però anche quella a mio avviso ti fa staccare dall'immersione della lettura.
Poi lo sviluppo finale devo dire che mi ha spiazzato, pensavo che Jane fosse davvero innamorata del marito, invece si butta subito tra e braccia di Patrick.
È proprio vero, non le capirò mai le donne.
scusami ma questo racconto non mi ha convinto molto.
Probabilmente il fatto è che ci sono molti cliché, non ci sono molti spunti innovativi.
Poi ci sono alcuni pezzi che mi sembrano anacronistici; magari sbaglio io e sono influenzato dai film che ho visto, però mi fa strano in un'ambientazione western sentire parlare di teatro e gelato, ma ripeto, questa sensazione può essere addebitata a una mia ignoranza.
E poi ci sono le due citazioni.
In uno step precedente anche io avevo fatto una citazione di un cantante(De André e le cosce madreperla) che forse avrei potuto evitare, e quando ho letto il tuo omaggio a Vasco(che tra l'altro mi piace) l'atmosfera western in cui ero immerso si è sbriciolata, perché mi sono messo a canticchiare quella canzone. Forse è vero che le citazioni è meglio evitarle.
L'altra citazione, quella dell'uomo col fucile e l'uomo con la pistola è più in tema, è un omaggio, però anche quella a mio avviso ti fa staccare dall'immersione della lettura.
Poi lo sviluppo finale devo dire che mi ha spiazzato, pensavo che Jane fosse davvero innamorata del marito, invece si butta subito tra e braccia di Patrick.
È proprio vero, non le capirò mai le donne.
Byron.RN- Maestro Jedi
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Ciao, Autore. Con la premessa che hai creato un bel western, devo però far già mio il commento di Byron perché, dalla prima lettura ormai quasi un mese fa, mi ero ripromesso anch'io di farti il discorso delle citazioni. Byron ne ha più diritto di me, visto che lo scorso step abbiamo "bacchettato" proprio lui.
Il racconto è molto canonico; non che questo debba necessariamente essere un problema, anzi: talvolta conviene andare sul sicuro, soprattutto a un concorso letterario. Tuttavia, per mio gusto personale, tendo a preferire quei racconti che mi folgorano per originalità, per guizzi creativi che, in questo racconto, non riscontro molto.
Ribadisco: questa considerazione non fa di questo testo un brutto racconto, anzi; però mi hanno sicuramente colpito di più altri testi.
Ad ogni modo, hai rispettato molto bene i paletti imposti dal contest e hai creato un racconto molto chiaro e che si legge con facilità, quindi ti porgo i miei complimenti!
Il racconto è molto canonico; non che questo debba necessariamente essere un problema, anzi: talvolta conviene andare sul sicuro, soprattutto a un concorso letterario. Tuttavia, per mio gusto personale, tendo a preferire quei racconti che mi folgorano per originalità, per guizzi creativi che, in questo racconto, non riscontro molto.
Ribadisco: questa considerazione non fa di questo testo un brutto racconto, anzi; però mi hanno sicuramente colpito di più altri testi.
Ad ogni modo, hai rispettato molto bene i paletti imposti dal contest e hai creato un racconto molto chiaro e che si legge con facilità, quindi ti porgo i miei complimenti!
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Ciao Autore,
forse mi sono lasciato un poco influenzare dai commenti precedenti nella lettura, ma alla fine il mio giudizio non è negativo.
Le citazioni possono starci, se fatte con un po' di ironia ed il finale alla Tarantino ha dato una svolta originale ad un racconto forse troppo semplice.
P.S. Sono andato a vedere in Wikipedia: Tombstone aveva una pista da bowling, quattro chiese, una ghiacciaia, una scuola, due banche, tre giornali e una gelateria, 110 saloon, 14 sale per giochi d'azzardo e numerose sale da ballo, bordelli e un teatro dell'opera
forse mi sono lasciato un poco influenzare dai commenti precedenti nella lettura, ma alla fine il mio giudizio non è negativo.
Le citazioni possono starci, se fatte con un po' di ironia ed il finale alla Tarantino ha dato una svolta originale ad un racconto forse troppo semplice.
P.S. Sono andato a vedere in Wikipedia: Tombstone aveva una pista da bowling, quattro chiese, una ghiacciaia, una scuola, due banche, tre giornali e una gelateria, 110 saloon, 14 sale per giochi d'azzardo e numerose sale da ballo, bordelli e un teatro dell'opera
FedericoChiesa- Cavaliere Jedi
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Ciao Autor@
Un western classico quello che hai proposto. La parte iniziale ė quella che ho preferito. Nonostante ci siano delle similitudini abusate
un silenzio assordante. Le mani destre immobili all’altezza del cinturone, gli sguardi taglienti come lame di coltello.
Poi, quando il racconto prende corpo, ho perso un po’ il filo e l’interesse. Ho trovato l’argomento donne non troppo coinvolgente. Neppure la rivelazione finale mi ha sorpresa più di tanto.
Questa frase la rivedrei. Quel “poveretta” proprio non mi piace:
la spinse al muro e la baciò, con forza, premendola con il suo corpo per non dare via di scampo alla poveretta.
Non voglio soffermarmi sulle citazioni che, in ogni caso, danno un po’ di sale e di colore all’insieme.
Certo non brillano per originalità.
Con questo ritengo comunque apprezzabile il lavoro che hai fatto e anche se non è, per me, un racconto wow, contiene comunque gli elementi richiesti, cosa non del tutto scontata. Complimenti in ogni caso.
Un western classico quello che hai proposto. La parte iniziale ė quella che ho preferito. Nonostante ci siano delle similitudini abusate
un silenzio assordante. Le mani destre immobili all’altezza del cinturone, gli sguardi taglienti come lame di coltello.
Poi, quando il racconto prende corpo, ho perso un po’ il filo e l’interesse. Ho trovato l’argomento donne non troppo coinvolgente. Neppure la rivelazione finale mi ha sorpresa più di tanto.
Questa frase la rivedrei. Quel “poveretta” proprio non mi piace:
la spinse al muro e la baciò, con forza, premendola con il suo corpo per non dare via di scampo alla poveretta.
Non voglio soffermarmi sulle citazioni che, in ogni caso, danno un po’ di sale e di colore all’insieme.
Certo non brillano per originalità.
Con questo ritengo comunque apprezzabile il lavoro che hai fatto e anche se non è, per me, un racconto wow, contiene comunque gli elementi richiesti, cosa non del tutto scontata. Complimenti in ogni caso.
Petunia- Moderatore
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Un bel western, con una buona tensione crescente.
E' proprio questa tensione il suo pregio maggiore, poiché ti porta a vivere l'ansia della maestra per le avances del mercenario, il marito bancario che si vede non essere una cima ma al tempo stesso non si tira indietro dal duello, infine il convergere di tutti verso la stanza da bagno per il gran finale.
Finale che è un po' il punto debole della vicenda: non mi ha convinto molto la decisione di Jane, ma forse è meno irrealistica di quanto sembri. A ognuno il suo personale giudizio.
Il mio forse è viziato dal fatto che tifavo per il povero banchiere.
Evabbé.
Lo stile mi è piaciuto, è un racconto ben scritto e che si lascia leggere facilmente.
Anche io ho trovato le citazioni non molto originali (quella di Vasco non l'avevo colta, non è tra i miei cantanti di riferimento).
Ti segnalo però che Mr. Schieffelin diventa prima Schiaffelin e poi Shiefflin nel giro di poche righe.
E' proprio questa tensione il suo pregio maggiore, poiché ti porta a vivere l'ansia della maestra per le avances del mercenario, il marito bancario che si vede non essere una cima ma al tempo stesso non si tira indietro dal duello, infine il convergere di tutti verso la stanza da bagno per il gran finale.
Finale che è un po' il punto debole della vicenda: non mi ha convinto molto la decisione di Jane, ma forse è meno irrealistica di quanto sembri. A ognuno il suo personale giudizio.
Il mio forse è viziato dal fatto che tifavo per il povero banchiere.
Evabbé.
Lo stile mi è piaciuto, è un racconto ben scritto e che si lascia leggere facilmente.
Anche io ho trovato le citazioni non molto originali (quella di Vasco non l'avevo colta, non è tra i miei cantanti di riferimento).
Ti segnalo però che Mr. Schieffelin diventa prima Schiaffelin e poi Shiefflin nel giro di poche righe.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Il racconto ha tutto quello che un western da manuale dovrebbe avere: pistoleri, belle donne, duelli. La storia è sviluppata discretamente bene e si legge con facilità.
Il titolo dava già per scontato la presenza della citazione di Vasco, che però avrei limitato alla prima parte, dopo diventa forzata, così come quella di Leone.
Patrick respinge Desirée perchè deve lavorare, e io pensavo a qualche servizio per Mr. Schieffelin. Invece deve solo liquidare il suo concorrente in amore. Poco professionale :-D
Forse un po' caotico il trenino finale.
Resta comunque un buon lavoro.
Complimenti.
Grazie
Il titolo dava già per scontato la presenza della citazione di Vasco, che però avrei limitato alla prima parte, dopo diventa forzata, così come quella di Leone.
Patrick respinge Desirée perchè deve lavorare, e io pensavo a qualche servizio per Mr. Schieffelin. Invece deve solo liquidare il suo concorrente in amore. Poco professionale :-D
Forse un po' caotico il trenino finale.
Resta comunque un buon lavoro.
Complimenti.
Grazie
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CharAznable- Maestro Jedi
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Re: Fottitene dell'orgoglio
La citazione finale mi ha ricordato il film più bello di Sergio Leone. Ero poco più di un bambino, ma già viaggiavo da solo. Con il trenino raggiunsi Centocelle e in seconda visione, per pochi spiccioli vidi questo splendido film.
Come scrive Char, il tuo racconto ha tutto quello che conta in un racconto western, di cui sei buon conoscitore, almeno così appare. Anche a me è sembrato strano l'episodio del gelato, sono abituato a pensare quei personaggi disidratati e impolverati, che poi quando entrano in un saloon non chiedono acqua, ma alcool, di quello bello forte, e pure questa mi è sempre sembrata una cavolata.
Come scrive Char, il tuo racconto ha tutto quello che conta in un racconto western, di cui sei buon conoscitore, almeno così appare. Anche a me è sembrato strano l'episodio del gelato, sono abituato a pensare quei personaggi disidratati e impolverati, che poi quando entrano in un saloon non chiedono acqua, ma alcool, di quello bello forte, e pure questa mi è sempre sembrata una cavolata.
Ospite- Ospite
Re: Fottitene dell'orgoglio
Ciao Aut*
Devo essere onesto con te, questo racconto non mi ha coinvolto. la storia corre via troppo veloce senza lasciare molte tracce. Devo ammettere che l'inizio non mi è dispiaciuto credevo di essere di fronte a un classico western ma poi andando avanti con la lettura mi sono perso.
Il finale poi non mi ha colpito per nulla. questo doppio omicidio e la scelta finale della moglie del bancario mi ha lasciato perplesso.
Mi dispiace ma purtroppo per me non hai fatto centro.
Ti ringrazio lo stesso e spero di rileggerti presto.
Devo essere onesto con te, questo racconto non mi ha coinvolto. la storia corre via troppo veloce senza lasciare molte tracce. Devo ammettere che l'inizio non mi è dispiaciuto credevo di essere di fronte a un classico western ma poi andando avanti con la lettura mi sono perso.
Il finale poi non mi ha colpito per nulla. questo doppio omicidio e la scelta finale della moglie del bancario mi ha lasciato perplesso.
Mi dispiace ma purtroppo per me non hai fatto centro.
Ti ringrazio lo stesso e spero di rileggerti presto.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Non uccidetemi, ma a me il finale è la parte che è piaciuta di più: mi ha fatto morire dal ridere. La storia che sembrava uno stereotipo del machismo – due uomini che si contendono una donna – viene risolta proprio da due donne. Una scena finale che è un doppio ribaltamento – pieno di ironia – in poche righe.
La prima parte secondo me è un po’ lunga e troppo descrittiva: andrebbe sfoltita.
Mi è piaciuta la costruzione della storia, in cui gli antefatti si dipanano tra un inizio e una fine nella vasca da bagno.
Nel racconto dell’antefatto, mi sembra che tu sia stato indeciso nell’uso dei tempi verbali: hai iniziato correttamente con il trapassato prossimo, poi però hai usato il passato remoto. Capisco che tu lo abbia fatto perché lasciare mezzo racconto al trapassato prossimo lo avrebbe reso forse molto pesante, però in questo modo usi lo stesso tempo per l’azione della linea temporale principale e per quella della linea temporale dell’antecedenza, antecedenza che, a essere rigorosi, andrebbe appunto resa con il trapassato prossimo.
Mi rendo conto che la faccenda non è facile da risolvere.
Ci sono diversi elementi di forma da sistemare:
- gli spazi prima o dopo i tre puntini di sospensione
- Schiaffelin diventa Shiefflin
- di mercenari, prezzolati per sparare= di mercenari prezzolati, per sparare
- lo guardo= lo guardò
- una scusa: lo sapeva= una scusa, lo sapeva
- sottobraccio con un uomo= sottobraccio a
- del suo ricco magnate= “del ricco magnate” oppure “del suo ricco mecenate”, se intendevi colui che lo finanzia
- raffinata là= raffinata, là
- “alla poveretta” sta male
- eviterei il “bang” fumettistico, in modo particolare evidenziato col grassetto
Comunque, al netto di queste cose da sistemare, questa storia mi è piaciuta, mi piace come è stata costruita e ho trovato spassoso il finale.
Arianna 2016- Maestro Jedi
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Data di iscrizione : 07.01.21
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Sergio Leone a parte, il tuo film sembra la sceneggiatura per un corto. Ben organizzato e con un finale (più o meno) a sorpresa.
Non capisco tuttavia perché uccidere desire (togliere di mezzo la rivale?).
Il vero problema è un altro. I personaggi mancano di profondità psicologica sono solo caratteri del tuo film.
Sembrano solo gli attori che interpretano una sceneggiatura che non hanno capito fino in fondo.
Non capisco tuttavia perché uccidere desire (togliere di mezzo la rivale?).
Il vero problema è un altro. I personaggi mancano di profondità psicologica sono solo caratteri del tuo film.
Sembrano solo gli attori che interpretano una sceneggiatura che non hanno capito fino in fondo.
gipoviani- Padawan
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Re: Fottitene dell'orgoglio
il finale salva parecchio, davvero.
per il resto, ti dico che una bella revisione alla punteggiatura non guasterebbe proprio.
dopo gli esclamativi, per esempio (tanti, troppi) va la maiuscola, secondo le regole.
la storia non per niente male e, ripeto, l'originale finale la esalta parecchio.
le descrizioni sono buone e i personaggi abbastaza caratterizzati.
lavoro discreto.
per il resto, ti dico che una bella revisione alla punteggiatura non guasterebbe proprio.
dopo gli esclamativi, per esempio (tanti, troppi) va la maiuscola, secondo le regole.
la storia non per niente male e, ripeto, l'originale finale la esalta parecchio.
le descrizioni sono buone e i personaggi abbastaza caratterizzati.
lavoro discreto.
Arunachala- Admin
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Anche qui è già stato detto tutto. Noto l’uso della “d” eufonica che sarebbero da evitare: “sbatteva ad intervalli regolari” – “era stato chiamato ad entrare” – “la cuffietta in testa ed il vestito castigato…”
“mercenari, prezzolati per sparare senza farsi troppi scrupoli o troppe domande”. Probabilmente quel “prezzolati” participio passato del verbo “prezzolare” non è sbagliato, ma a me suona un po’ male. Preferisco usare il termine come aggettivo. In questo caso avrei preferito “pagati” o qualcosa di simile.
Ci sarà una ragione valida per cui l’hai inserita ma io quella coppetta di gelato in mano proprio non ce la vedo. È una di quelle immagini (insieme alle citazioni) che mi allontana immediatamente dall’ambientazione western che invece in altri momenti hai saputo creare molto bene.
Il finale è indubbiamente a sorpresa ma, per come si è svolta la storia e per come ci ha fatto conoscere Jane, mi è parso poco verosimile.
“mercenari, prezzolati per sparare senza farsi troppi scrupoli o troppe domande”. Probabilmente quel “prezzolati” participio passato del verbo “prezzolare” non è sbagliato, ma a me suona un po’ male. Preferisco usare il termine come aggettivo. In questo caso avrei preferito “pagati” o qualcosa di simile.
Ci sarà una ragione valida per cui l’hai inserita ma io quella coppetta di gelato in mano proprio non ce la vedo. È una di quelle immagini (insieme alle citazioni) che mi allontana immediatamente dall’ambientazione western che invece in altri momenti hai saputo creare molto bene.
Il finale è indubbiamente a sorpresa ma, per come si è svolta la storia e per come ci ha fatto conoscere Jane, mi è parso poco verosimile.
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Dopo aver letto altri commenti, pare io vada decisamente contro corrente. Aut* non volermene, se vorrai potrai replicare post votazioni.
Il titolo del racconto, penso volutamente forte per incuriosire, al temine della lettura non ha funzionato.
Mi aspettavo qualcosa di più forte, drammatico.
Invece, scusami aut*, mi sono trovata di fronte ad una serie di scenette che mi hanno portato dentro un’operetta più che a un western come si deve, quasi da declinare su un palcoscenico.
Tanti luoghi comuni ripresi da film western, e ci può stare, ma mancano di verve: l’uomo in bagno con la prostituta (e il bagno entra in scena) la donna da corteggiare, in apparenza ritrosa, con marito geloso allegato, il duello, due donne che si contendono l’uomo “che non deve chiedere mai”.
Il finale mah...
Potrebbe uscirne un pezzo diverso, a mio parere, se:
- sparissero un bel po’ di “;” sostituibili con più effetto per il ritmo da , o da .
- sparissero alcuni elementi non necessari nell’economia del racconto, che essendo un western, sono dettagli scontati.
- la prima parte fosse un po’ sfrondata, da tanti dettagli che – lo so – hai inserito per impostare i luoghi e le motivazioni, ma con meno diresti ugualmente, portandoci più agevolmente dentro la vicenda vera e propria. Anche qualche a capo aiuterebbe.
Paletti: il bagno ok, la scuola serve per la maestrina, ma poteva essere anche un emporio, il bancario mi pare tirato dentro per i capelli.
Nel complesso, sistemata la punteggiatura e sfrondato di qualcosa, potrebbe anche essere un buon lavoro, ma così com’è manca di tensione e il finale è rovinato da quello che ti dirò di seguito.
Mi spiace far notare queste cose, si vede l’impegno profuso anche da dettagli “tecnici” che hai inserito, ma una rilettura critica da parte di terza persona e sarebbero emerse.
non aveva avuto il piacere di assaporare l’afa e la polvere dell’estate – che afa e polvere facciano piacere...
la storia di Ed Schiaffelin per il racconto è marginale – quando non inutile - e porta fuori dalla storia vera e propria, confonde inutilmente. Poche righe strutturate bene sarebbero bastate.
Schofield calibro 44: se non si è esperti, la “marca” non dice nulla, basta pistola
Era una scusa: lo sapeva. – questa non l’ho capita proprio
Le mani destre immobili - uno poteva anche essere mancino
Le dissertazioni sul teatro e gli spettacoli: dettagli inutili. Uscivano da teatro. Punto.
riconosciuto l’uomo che era con lei la sera prima
nascosto dietro il campanile – me lo sono immaginato arrampicato su un campanile, perdonami. Un edificio accanto suona meglio
coppetta – sa tanto di moderno, non so se usavano all’epoca da asporto o se piuttosto non si usassero cialde
con lo sperone, facendone tintinnare la stella – bastava urtò una seggiola, senza mettere in campo speroni, che comunque avrebbero forse fatto rumore anche prima.
urlo – urlò
Ti dimentichi che la banca ecc.: è una frase troppo lunga, arzigogolata... prelievo non autorizzato... una frase quasi burocratica o da regolamento interno, poco plausibile. Poche parole e stesso effetto.
arma che teneva sempre nascosta nel reggicalze per placare i clienti troppo esuberanti – non serve e oltretutto toglie spazio alla tensione
Quando una donna con la pistola incontra una donna con in fucile, la donna con la pistola è una donna morta: letta questa frase, se il racconto fosse proseguito, avrei abbandonato. Per favore! Clint Easwood potrebbe anche irrompere sulla scena e chiedere i danni.
La maestrina con la matita rossa... anche il libro Cuore no!
Il titolo del racconto, penso volutamente forte per incuriosire, al temine della lettura non ha funzionato.
Mi aspettavo qualcosa di più forte, drammatico.
Invece, scusami aut*, mi sono trovata di fronte ad una serie di scenette che mi hanno portato dentro un’operetta più che a un western come si deve, quasi da declinare su un palcoscenico.
Tanti luoghi comuni ripresi da film western, e ci può stare, ma mancano di verve: l’uomo in bagno con la prostituta (e il bagno entra in scena) la donna da corteggiare, in apparenza ritrosa, con marito geloso allegato, il duello, due donne che si contendono l’uomo “che non deve chiedere mai”.
Il finale mah...
Potrebbe uscirne un pezzo diverso, a mio parere, se:
- sparissero un bel po’ di “;” sostituibili con più effetto per il ritmo da , o da .
- sparissero alcuni elementi non necessari nell’economia del racconto, che essendo un western, sono dettagli scontati.
- la prima parte fosse un po’ sfrondata, da tanti dettagli che – lo so – hai inserito per impostare i luoghi e le motivazioni, ma con meno diresti ugualmente, portandoci più agevolmente dentro la vicenda vera e propria. Anche qualche a capo aiuterebbe.
Paletti: il bagno ok, la scuola serve per la maestrina, ma poteva essere anche un emporio, il bancario mi pare tirato dentro per i capelli.
Nel complesso, sistemata la punteggiatura e sfrondato di qualcosa, potrebbe anche essere un buon lavoro, ma così com’è manca di tensione e il finale è rovinato da quello che ti dirò di seguito.
Mi spiace far notare queste cose, si vede l’impegno profuso anche da dettagli “tecnici” che hai inserito, ma una rilettura critica da parte di terza persona e sarebbero emerse.
non aveva avuto il piacere di assaporare l’afa e la polvere dell’estate – che afa e polvere facciano piacere...
la storia di Ed Schiaffelin per il racconto è marginale – quando non inutile - e porta fuori dalla storia vera e propria, confonde inutilmente. Poche righe strutturate bene sarebbero bastate.
Schofield calibro 44: se non si è esperti, la “marca” non dice nulla, basta pistola
Era una scusa: lo sapeva. – questa non l’ho capita proprio
Le mani destre immobili - uno poteva anche essere mancino
Le dissertazioni sul teatro e gli spettacoli: dettagli inutili. Uscivano da teatro. Punto.
riconosciuto l’uomo che era con lei la sera prima
nascosto dietro il campanile – me lo sono immaginato arrampicato su un campanile, perdonami. Un edificio accanto suona meglio
coppetta – sa tanto di moderno, non so se usavano all’epoca da asporto o se piuttosto non si usassero cialde
con lo sperone, facendone tintinnare la stella – bastava urtò una seggiola, senza mettere in campo speroni, che comunque avrebbero forse fatto rumore anche prima.
urlo – urlò
Ti dimentichi che la banca ecc.: è una frase troppo lunga, arzigogolata... prelievo non autorizzato... una frase quasi burocratica o da regolamento interno, poco plausibile. Poche parole e stesso effetto.
arma che teneva sempre nascosta nel reggicalze per placare i clienti troppo esuberanti – non serve e oltretutto toglie spazio alla tensione
Quando una donna con la pistola incontra una donna con in fucile, la donna con la pistola è una donna morta: letta questa frase, se il racconto fosse proseguito, avrei abbandonato. Per favore! Clint Easwood potrebbe anche irrompere sulla scena e chiedere i danni.
La maestrina con la matita rossa... anche il libro Cuore no!
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Mi piace, ma mi pare un pochettino di corsa.
" … della nostra vita" qui forse i punti di sospensione andavano al contrario.
Comunque gli aspetti positivi: la trama e gli effetti sorpresa.
Gli aspetti negativi: penso che tu non abbia rispettato per bene i paletti, mi pare tutto troppo superficiale, tranne il genere.
Mi attratto molto il titolo, molto audace come i personaggi, però ti consiglio di metterci più pezzi calmi e ricchi di descrizioni, non andare subito al dunque!
Complimenti però!
" … della nostra vita" qui forse i punti di sospensione andavano al contrario.
Comunque gli aspetti positivi: la trama e gli effetti sorpresa.
Gli aspetti negativi: penso che tu non abbia rispettato per bene i paletti, mi pare tutto troppo superficiale, tranne il genere.
Mi attratto molto il titolo, molto audace come i personaggi, però ti consiglio di metterci più pezzi calmi e ricchi di descrizioni, non andare subito al dunque!
Complimenti però!
miichiiiiiiiiiii- Younglings
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Fante Scelto ha scritto:Ti segnalo però che Mr. Schieffelin diventa prima Schiaffelin e poi Shiefflin nel giro di poche righe.
Appunto.
"Ancora non aveva avuto il piacere di assaporare l’afa e la polvere dell’estate; era arrivato in Arizona all’inizio dell’inverno e, neanche il tempo di gustarsi le distrazioni della città, era stato chiamato a prestare i suoi servigi … e le sue pistole, alla miniera di Goodenough, per proteggere le spalle a Mr. Schieffelin."
Il mio suggerimento:
"Non aveva ancora avuto il piacere di assaporare l’afa e la polvere dell’estate: era arrivato in Arizona all’inizio dell’inverno e, senza neppur avere il tempo di gustarsi le distrazioni della città, fu chiamato a prestare i suoi servigi, e le sue pistole, alla miniera di Goodenough, per proteggere le spalle a Mr. Schieffelin."
Forse "e le sue pistole" potevi ometterlo, si capisce che personaggio è Patrick, protegge qualcuno, quindi un guardaspalle, uno scagnozzo.
“Desi, hai rischiato grosso!”
Se avessi scritto Desy, con la y, avrebbe fatto più western, secondo me.
"Le ombre dei due uomini si stagliavano contro il sole morente;"
Non sono sicurissimo di ciò che affermo, ma non credo che sia corretto dire "stagliarsi contro", poiché come avverbio, in questo caso, non penso si volesse indicare opposizione o contrasto, ma piuttosto complementarietà. Quindi meglio: "si stagliavano nel sole morente;"
"premendola con il suo corpo per non dare via di scampo alla poveretta."
Ma che poveretta! Le è piaciuto. Meglio però, a mio avviso:
"appena la donna gli fu vicino, la afferrò per le braccia, la spinse al muro e la baciò con forza, premendola con il suo corpo per non darle via di scampo."
Oh, ancora le citazioni non ho capito quali sono. Sapete già come mi sento.
Tutto sommato una storia più che onesta che ha il suo picco sul finale. E le avevo pensate tutte fuorché ciò che poi effettivamente è accaduto.
Insomma, 'sta Jane faceva la preziosa, innamorata del marito ricco come un maiale, ma non appena si è presentata l'occasione, si è gettata tra le braccia di O'Connor dopo aver eliminato una non rivale, poiché soltanto una puttana. E se anche fosse stata incazzata con Desy perché le aveva ucciso il marito, comunque non si sarebbe "concessa" (non intendo sessualmente infatti è tra "") al mercenario Patrick. Insomma, il finale, come detto, è d'effetto, fa il colpo di scena, ma appena ti riprendi dallo shock (shock, because) e analizzi, ti accorgi che manca di coerenza con l'onestà della storia.
Comunque una piacevole lettura.
Molli Redigano- Maestro Jedi
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Un western classico che poi in finale trasformi in un quasi thriller, un po' incomprensibile per come tutti siano arrivati in quella sala da bagno uno dopo l'altro. Forse si stavano sorvegliando a vicenda? C'è poi la maestrina che, solo perchè lui l'ha baciata con violenza arriva a uccidere il marito banchiere, non è riuscita a convincermi così come quella "coppetta" di gelato. In generale mi è però piaciuto tutto lo scenario che hai montato.
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Car* aut* per caso il tuo è l'ultimo racconto che mi trovo a commentare e purtroppo devo dirti che a livello di storia ce ne sono senz'altro di più coinvolgenti e meglio strutturati.
Il tuo racconto è semplice e coerente ma un po' saranno tutti quei cliché ripetuti (ne sarebbe bastato uno, secondo me, quello relativo all'orgoglio), un po' l'estrema banalità del finale che in un primo momento sorprende ma dopo la seconda lettura finisce per deludere.
Dove, invece, devo farti i complimenti è sul rispetto dei paletti e del genere che mi sembrano centrati e ben inseriti nella storia a parte, forse, il banchiere.
Sulla grammatica e la sintassi non ho molto da dire ma attenzione a quando si usano nomi troppo complicati, si finisce con il fare una bella confusione!
Il tuo racconto è semplice e coerente ma un po' saranno tutti quei cliché ripetuti (ne sarebbe bastato uno, secondo me, quello relativo all'orgoglio), un po' l'estrema banalità del finale che in un primo momento sorprende ma dopo la seconda lettura finisce per deludere.
Dove, invece, devo farti i complimenti è sul rispetto dei paletti e del genere che mi sembrano centrati e ben inseriti nella storia a parte, forse, il banchiere.
Sulla grammatica e la sintassi non ho molto da dire ma attenzione a quando si usano nomi troppo complicati, si finisce con il fare una bella confusione!
per proteggere le spalle a Mr. Schieffelin. Ed Schiaffelin! Aveva fatto un bel gruzzolo quell’uomo, grazie a quella vena d’argento che sembrava non esaurirsi mai: l’aveva scoperta per caso, grazie alla confessione di un soldato in punto di morte, a Camp Huachuca. Ma se all’inizio l’avventuroso minatore si era dovuto guardare solamente dalla minaccia di Apache con archi e frecce, man mano che scavava ed estraeva aveva dovuto difendere i carichi del prezioso metallo da bande di spietati criminali che si spingevano lì fin dal confine messicano. Anche Patrick era stato chiamato ad entrare nella guardia del corpo di Mr. Shiefflin, un vero e proprio manipolo di mercenari, prezzolati per sparare senza farsi troppi scrupoli o troppe domande.
paluca66- Maestro Jedi
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Ciao e grazie per aver scritto per noi. Non ho rilevato particolari errori nel tuo scritto. La storia rispetta il genere richiesto. Trovo il tuo racconto un poco convenzionale, manca un vero colpo a sorpresa, quello che hai provato a inserire in ultimo. Ma proprio il finale non funziona, lo trovo un poco ingenuo, costruito con poca attenzione. Mi da l'impressione che tu abbia dovuto concludere in fretta per poterlo spedire in tempo. Non ho letto gli altri commenti, magari, te lo auguro, con altri hai fatto breccia col tuo lavoro. A rileggerti.
digitoergosum- Cavaliere Jedi
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Il problema delle citazioni non è farle, ma camuffarle. Devono integrarsi alla perfezione, all'occorrenza si devono plasmare, devono diventare parte della lingua di chi scrive. Nello scorso step tutti ricordiamo la citazione di Byron sulle cosce colore madreperla, ma devo confessare che anche io ho inserito ben tre citazioni nel mio monologo e nessuno le ha notate. Qua le citazioni sono troppo marcate, spiccano come una formica nello zucchero... Va be', a parte questo particolare, perché di particolare si tratta, secondo me questo racconto soffre dello stesso problema di quasi tutti gli altri western, l'introduzione è il narratore onnisciente che fa ballare il pdv. Non sono errori né nulla del genere, sia chiaro, ma fanno parte di un modo di scrivere molto datato, che fanno romanzetto d'appendice di fine ottocento, e a me proprio non piace. La trama invece, rispettando quasi tutti i cliché del genere, non mi è dispiaciuta, anzi, come Ari il finale mi è proprio piaciuto molto. La lettura quindi, almeno per me e al netto della struttura come ho detto, è filata liscia e soddisfacente. Complimenti.
Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Ciao.
Devo dire che l’interesse per il tuo racconto è aumentato andando avanti nella lettura.
La prima parte, quella introduttiva, l’ho trovata un po' lunga e poco accattivante.
L’avrei alleggerita per dare più caratteri alla storia vera e propria, con colpo di scena finale e, forse, per i pochi caratteri a disposizione, troppo repentino.
La scrittura è buona, il genere azzeccato, leggo dagli altri un western classico
ma, d’altra parte quello ci veniva chiesto.
Quindi anche se non brilla troppo di originalità,
il racconto ha catturato la mia attenzione e la lettura è stata più che piacevole.
Devo dire che l’interesse per il tuo racconto è aumentato andando avanti nella lettura.
La prima parte, quella introduttiva, l’ho trovata un po' lunga e poco accattivante.
L’avrei alleggerita per dare più caratteri alla storia vera e propria, con colpo di scena finale e, forse, per i pochi caratteri a disposizione, troppo repentino.
La scrittura è buona, il genere azzeccato, leggo dagli altri un western classico
ma, d’altra parte quello ci veniva chiesto.
Quindi anche se non brilla troppo di originalità,
il racconto ha catturato la mia attenzione e la lettura è stata più che piacevole.
Resdei- Maestro Jedi
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Ciao autor"
Il racconto è piacevole, con una chiusura molto soddisfacente, mi è piaciuta molto. Non ho trovato refusi da segnalarti se non quello già citati.
Le difficoltà nello scrivere un genere simile, le ho riscontrate anche io, per cui non mi sento di dirti che hai sbagliato o hai fatto bene, ti dico che a me personalmente, il tuo racconto è piaciuto.
E ora userò una frase fatta, ma che alla fine è ciò che penso: la cosa importante, è che tu sia soddisfatt* di ciò che hai fatto, lungo, breve, corretto o meno.
Alla prossima e grazie.
Il racconto è piacevole, con una chiusura molto soddisfacente, mi è piaciuta molto. Non ho trovato refusi da segnalarti se non quello già citati.
Le difficoltà nello scrivere un genere simile, le ho riscontrate anche io, per cui non mi sento di dirti che hai sbagliato o hai fatto bene, ti dico che a me personalmente, il tuo racconto è piaciuto.
E ora userò una frase fatta, ma che alla fine è ciò che penso: la cosa importante, è che tu sia soddisfatt* di ciò che hai fatto, lungo, breve, corretto o meno.
Alla prossima e grazie.
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Il finale riabilita il racconto, fin lì un po' monocorde e con qualche scelta stilistica discutibile. Anche il gelato nel west non mi convinceva tanto, ma vista la mia passione per la cultura americana ho fatto qualche ricerca. Se parliamo di Ice Cream (non di Gelato all'italiana) le prime testimonianze nel Nuovo Mondo sono datate 1744. Pare che Washington e Jefferson ne fossero grandi consumatori. Va detto che l'Arizona è diventato il 48esimo stato soltanto nel 1912, ma ho trovato un articolo in cui si dice che l'ice cream fosse molto diffuso intorno alla fine dell'800, quindi la scelta è assolutamente azzeccata. Oltretutto serve per la battura sui bollori da raffreddare, quindi è anche funzionale alla costruzione del finale e della scelta della maestra. Ecco, a proposito della scelta, forse la si poteva preparare ancora un po', mettere almeno un'altra scena tra loro due, piazzandola tra il bacio in classe e la sparatoria finale. Tanto per insinuare un po' più di dubbio nel lettore sul fatto che la mestrina si sciolga come il gelato. Ma alla fine è proprio la sparatoria il punto di forza del racconto: moderna e sopra le righe, forse un po' Tarantiniana. Nel complesso piaciuto
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Re: Fottitene dell'orgoglio
Non riesco a scrivere i commenti senza leggere quelli già lasciati da altri; se sono in ritardo, come adesso, questo mi condiziona molto e mi fa pensare di non essere “preparato” a svolgere il compito. Ciò detto, la tua storia mi parsa in prima lettura troppo piena di stereotipi, che va bene se oltre a quelli c’è molto altro. Non ho trovato molto altro nel tuo caso. Sono arrivato in fondo con l’ansia di scoprire chi dovesse “fottersene dell’orgoglio” e che cosa mai facesse per dimostrarlo ma la mia aspettativa non è stata soddisfatta. Il colpo di scena finale premia i desideri di un maschilista che usa le donne per i propri piaceri, è vero che non dobbiamo essere per forza politicamente corretti ma aiuterebbe. La tua eroina fedifraga poi allontana ogni simpatia. Peccato perché è tecnicamente un buon lavoro.
Re: Fottitene dell'orgoglio
A mio gusto l'incursione del narratore onnisciente è molto difficile da gestire: fargli fare solo un frettoloso capolino qua e là deraglia un pò troppo il focus della storia; leggendo si ha quasi la sensazione di non sapere bene se la storia ci viene raccontata o se invece la stiamo vivendo con il protagonista.Different Staff ha scritto:Il vento, già caldo per essere solo a maggio, soffiava irregolare, anticipando il clima rovente che nei prossimi mesi avrebbe investito Tombstone.
A parte questo appunto, a me questa storia è piaciuta.
Ho trovato molto originale inserire il protagonista nella vasca da bagno e non farlo più muovere da lì: tutto il racconto si svolge nella stessa stanza (come ti ha già suggerito Arianna fai attenzione ai tempi verbali degli antefatti! Il trapassato è noioso da scrivere e da leggere, ma è il tempo giusto da usare) e, grazie a tutti i suoi ricordi, non ho percepito le insidie di non far mai muovere il protagonista.
Scegliere il bagno come fulcro di un racconto non è stato facile, ma a mio avviso sei tra quelli che hanno interpretato meglio questo vincolo.
Il finale è arrivato inaspettato e fulmineo e mi è piaciuto: Jane è una rivelazione e la coppia che si formerà ha un grandissimo potenziale.
Però, se da una parte la storia è fresca, si legge bene e contiene risvolti interessanti, dall'altra una serie di leggerezze non la fanno decollare come dovrebbe. Tra le mancanze che ho avvertito nel testo la prima è senza dubbio quella della poca ricerca psicologica dei personaggi: sono tutti abbastanza piatti (mentre mi posso solo immaginare l'intreccio furtivo degli sguardi tra Patrick e Jane nella scuola: lì dovevi lasciare qualche piccolo indizio del fuoco che brucia in questa donna, se non altro per attirare su di sè il sostegno del lettore, che altrimenti la liquiderà come una pazza) e non spiccano come dovrebbero. Peccato, perchè tutti e quattro meritavano qualcosa di più.
Sulle citazioni mi trovo d'accordo su chi sostiene che si possono usare ma solo se contestualizzate bene (e non è questo il caso...).
Un bel racconto con un finale spiazzante e riuscito, ma che andava pensato e progettato con più cura.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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