Buio - Fuori Concorso

Ciao Penna.

L'insegnante di letteratura italiana in pensione c'è, il 31 agosto 1939 pure, il ristorante Dans Le Noir anche, forse difetta di genere (ma un po' di thriller c'è)? O forse per altri motivi.

Mi piace molto questo racconto con almeno tre diversi piani temporali. Sarà che è il primo racconto che commento in questo step o forse so quanto è stato difficile incastrare tutto, i difetti ci sono di sicuro ma non credo di avere la competenza per inquadrarli. Forse sono ben nascosti.

Grazie e alla prossima.

Forse è colpa del genere, che sicuramente non è comico ma neppure veramente thriller; o forse è per il corridoio, che all'interno della trama appare piuttosto marginale.
Forse sono questi i fattori che hanno spinto il testo fuori concorso.
Ed è un peccato, perché la storia è narrata benissimo, i personaggi sono vivi e tratteggiati con cura e i vari piani temporali che si intrecciano nel racconto sono stati gestiti con grande capacità.
La lettura scorre senza intoppi, non si notano refusi, e la storia è di quelle che difficilmente si fanno dimenticare.
Nient'altro da aggiungere, se non i complimenti all'autore del racconto e il rammarico personale per non poterlo votare.
Grazie per averlo lasciato comunque in lettura.
M.

Non mi è dispiaciuto per niente. Probabilmente i paletti sono piuttosto sottili e forse per quello sei fuori concorso. E' comunque meglio di alcuni altri che invece sono entrati in gioco. Peccato.

Un bel racconto della memoria. Penso che a un autore così bravo sarebbe bastato qualche piccolo aggiustamento per poter stare in gara, forse la sua è una scelta. E va bene così. Complimenti, mi è piaciuto leggerti.

Non serve a niente dire che il tuo racconto meriterebbe un percorso migliore, in gara. I paletti stravaganti hanno fatto una carneficina e messo in sofferenza parecchi autori. Ce l'hanno fatta solo i più bravi, i più acrobatici.

davvero peccato sia fuori gara, altrimenti sarebbe in cinquina.
bel racconto, trama solida e ben esposta, ottime descrizioni ed emozioni che arrivano al lettore.
ti faccio i complimenti.

La storia è scritta molto bene e il testo è ben curato.
Ma ci sono tanti aspetti che non mi hanno convinto, a partire dal più evidente: un certo scostamento tra il personaggio di Jacob e la narrazione della storia.
Voglio dire, Jacob si comporta davvero molto come un bambino, con la sua irruenza affettiva, i superlativi, l'entusiasmo: insomma, mi si è immediatamente disegnato in testa come un bambino di otto-dieci anni.
Nonostante la prima frase indichi di fatto la sua età, tra l'altro.

Quindi puoi capire che quando il nonno gli fa portare del vino ci sono rimasto un po' così, e allo stesso modo per tutto il resto del racconto: un sacco di informazioni e dettagli che a un bambino non ha senso esplicitare. Ma, volendo, a nessun ascoltatore, eccetto forse un investigatore che ha bisogno di tutti i dettagli possibili per ricostruire un fatto passato.
Ecco, se la storia Yeoshua l'avesse raccontata a un poliziotto, forse il racconto sarebbe stato più thriller (mentre il difetto di genere è ciò che lo ha condannato, a naso).

Sono sbiancato alla nonna che menziona il farsi toccare il seno: sono un po' retrogrado, ma penso che nessuno dei miei nonni avrebbe mai detto una cosa del genere nel raccontarmi una storia del passato, né sarebbe sceso in dettagli.
Figurati che ho letto poi tutta la storia credendo che Jacob fosse un bambino.
Ecco.

Non mi convince molto la storia nella storia, cioé quella narrata in corsivo.
Praticamente, "Dante" affida al suo amico di raccontare la propria storia nel ristorante al buio. Non lo so. Mi sembra un po' forzato, ma non so dirti perché, anche se scoprire che è di fatto la storia del proprietario del locale mi ha dato una certa soddisfazione, a livello di colpo di scena, così da collegare nome del ristorante, citazione dantesca, ecc.
Un po' forzata anche la metodologia dei giovani nazisti per spaventare il professore: credo non si andasse tanto sullo psicologico, all'epoca, specie con personaggi non di primo piano.

La primissima parte, quella dell'incontro tra nonni e nipote, brilla di luminosa luccicanza [cit.] che, sapete, su di me ha un effetto un poco repulsivo, ma tant'è.

C'è qualche uso del termine "ebreo" che non mi convince. Yeoshua e famiglia sembrano ebrei a loro volta, dai nomi, e quindi l'uso quasi dispregiativo che viene fatto del termine, a volte, stona in bocca al nonno.

Solidarietà infine al povero gatto massacrato. Questa cosa che i nazisti uccidono gli animaletti mi sta qui (come la scena di JoJo Rabbit in cui il bullo istruttore della Hitlerjugend spezza il collo al coniglietto perché loro devono essere pronti a uccidere, senza sentimentalismi).
Madonna quella scena quanto mi disturba (da ex possessore di coniglietto che ho amato tantissimo per 10 lunghi anni).

Comunque, per farla breve: ho trovato questa storia scritta molto bene e curatissima nei dettagli, ma è l'impianto generale, nonché alcune soluzioni narrative e stilistiche, a non avermi convinto.

Racconto potente, tenero e spietato.
Solo la sensibilità di un autore esperto e capace poteva far arrivare tante emozioni 
e farle restare a lungo nella memoria di chi legge. 
È fuori per i motivi che credo di intuire, ma quello che ne è venuto fuori è degno di nota e attenzione. 
La storia, probabilmente come ci fai intuire, è destinata ad avere un seguito. 
Lo spero davvero.

I paletti non mi sembrano mancare.
Anche il genere ci sarebbe, almeno nella storia (raccontata nel locale): già, perchè qui c'è una storia, nella storia (raccontata dal nonno), nella storia (raccontata da te).
Scritto bene, coinvolgente.
Alle perplessità di Fante Scelto, aggiungo quella sulla scritta WAR, in inglese: non l'ho capita.

Un bel racconto, scritto bene, una scrittura semplice e diretta per una storia - la persecuzione degli ebrei - letta in tante versioni, ma non per questo perdendo di intensità e assurdità.
Francamente non sono riuscita a comprendere le ragioni del fuori concorso: I paletti mi sembrano gestiti bene, senza esagerazioni o forzature. Il genere forse? Eppure tensione ce n’è, anche se la trama alla fine ha un percorso abbastanza scontato, per il ripetersi di vicende analoghe. Il professore c’è, la data è quella che tanto ci ha fatto penare.
Comunque sia, ho letto un buon racconto nel suo insieme. Mi ha però colpito una sorta di “doppia velocità”: la prima e l’ultima parte, pur se scritte bene, scontano il difetto di una punteggiatura un pochino ballerina (e mi sono segnata alcuni punti che sottopongo alla Penna) mentre la parte centrale, il racconto narrato sul palcoscenico, pare quasi di un’altra Penna o forse è la parte lavorata per prima, su cui più si è ragionato? Ovvio che è una mia impressione.
Al di là delle mie note, il racconto prende, tiene legato il lettore anche se si immagina il proseguo: ogni storia come questa è una storia a sé stante, con i personaggi che ci raccontano le stesse vicende ma al contempo è la “loro” storia, sempre differente.
Peccato sia fuori concorso, davvero.
Alla fine magari ce ne verrà spiegata la ragione.
 
…un foglio A4 attaccato - un avviso affisso lo leggo meglio, inoltre il precisare le dimensioni non serve molto
al n. 5 - manca uno spazio
Ci sono alcune virgole mancanti, ovviamente secondo il mio modo di leggere le frasi, soprattutto quelle un po’ lunghe. Ti propongo le modifiche.
ad attenderli, sulla soglia del locale,
aveva privato della vista, ponendo
E dovevi sentire che silenzio che c’era in quella sala,: nessuno parlava, bisbigliava, interrompeva.… Tutti mangiavano e ascoltavano, rapiti dalla voce che raccontava nel buio più assoluto” aggiunge nonna Miriam
cicale frinire nel giardino:, Jacob non dice nulla, capisce che il racconto
il suo ristorante, e che non dovevano permettersi e che dovevano andarsene. Poi il
Percorsero su e - manca il soggetto, anche se è chiaro.
Sentimmo ancora - due “ancora” così ravvicinati stonano leggermente.

Ecco un'altra vittima del thriller, motivo che intuisco sia alla base dell'esclusione.
Peccato perché il racconto non è affatto male e anche in questo caso lo sforzo per incastrare tutti i paletti in un racconto che fosse coerente è senz'altro apprezzabile.
Molto riuscita l'idea del racconto "matrioska" con tre mini racconti uno all'interno dell'altro.
come ho già scritto in un altro racconto, mi ha un po' infastidito l'immagine del gattino straziato ma resta un problema mio che non condiziona la tua scrittura: e non stento a credere che "quelle persone" arrivassero a tanto.
Ben descritti i personaggi anche se il buon Jacob sembra "molto italiano": chissà se anche in Germania i ragazzi restano un po' bambini anche alla vigilia della magiore età. 
Ottima la scrittura, facile da leggere e scorrevole nonostante l'incastro dei racconti, nessun refuso rilevato e non è cosa da poco.

Credo ci sia più che altro un difetto di genere.

Scrittura curata, ottime descrizioni dei luoghi e dialoghi ben gestiti. Un plauso per l'utilizzo del presente, non era facile. 

Trama che si accompagna alla Storia e viaggia sull'onda dei ricordi. Se dovessi cercare una morale di questo testo direi "raccontare per non dimenticare". Sono d'accordo con altri amici commentatori, questo racconto, in gara, avrebbe potuto ottenere un buon risultato. Allora il mio consiglio all'Autore è: partecipa a un concorso letterario extra DT.

Grazie

Il racconto mi è piaciuto ma secondo me ci sono troppi piani temporali che lo rendono, a volte, difficile da seguire.

Un buon racconto con diverse lacune. Concordo con Fante, Jacob appare più come un bambino o al massimo un giovanissimo adolescente, comunque non più di 12/13 anni. C'è un passaggio in cui le ore vengono espresse prima in lettere e poi in numeri. E in un dialogo mi verrebbe più naturale l'utlizzo delle nove e un quarto, più che 21.15.
Anch'io non ho apprezzato la scritta WAR.
La storia è interessante e la tensione non manca.
Peccato per l'esclusione. Lo trovo comunque un discreto lavoro.
Complimenti.
Grazie.

Ciao autore, un meta-racconto il tuo, nonostante tutto ben gestito. Mi ha convinto poco il personaggio del nipote, lo hai dipinto davvero in modo troppo infantile, non ne capisco il motivo poi. Qualcosa mi stona pure con il comportamento delle SS, perché fanno irruzione così nel ristorante? Perché sono così aggressivi?
Comunque sono fisime mie, il racconto è ben scritto e ti ringrazio di averlo messo comunque a disposizione, nonostante il fuori concorso. A rileggerci!

Seppure un po' in ritardo, a causa degli impegni di questi giorni, eccomi a scrivere due parole su questo racconto.
Purtroppo il racconto è stato prima rimandato e poi, nonostante abbia cercato di studiare e applicarmi, bocciato anche in seconda battuta.
Chiaramente il paletto mancante è quello del genere non sufficientemente thriller come immaginavo anche dopo averlo riscritto.
La delusione per il fuori concorso è stata, però, rapidamente superata dai primi commenti che, al netto di quella benevolenza che in parte si riserva ai fuori concorso, sono stati molto al di sopra delle mie aspettative.
E qui una prima riflessione mi porta a ringraziare una volta di più DT e tutti voi che con i vostri commenti critici mi avete permesso di crescere un po' alla volta e migliorarmi sia nella scrittura che nella creazione di trame spesso costrette in paletti al limite dell'impossibile come in questo "corridoio".
I difetti non mancano nemmeno qui e bene avete fatto a rimarcarli.
Il più gettonato è stato l'apparente "infantilità" di Jacob anche se onestamente anche rileggendolo io non l'ho avvertita: sarà che ho una figlia diciassettenne e che la osservo nei suoi comportamenti con le sue nonne rispetto a quelli nella vita abituale!
Il seno della nonna ha colpito alcuni di voi, mi era parso un particolare insignificante all'interno del racconto, una battuta della nonna per sdrammatizzare una situazione difficile ma forse tanto insignificante non lo è per un lettore attento.
Un errore tanto banale quanto grave è stato il WAR, un tedesco, nazista, non avrebbe mai usato la lingua inglese!
Nello specifico ringrazio innanzitutto @Fante per il tempo che ha dedicato al mio racconto nonostante fuori concorso e per le preziose puntualizzazioni: solo non sono riuscito a trovare, anche rileggendo, dove c'è un utilizzo spregiativo del termine ebreo da parte del nonno.
Grazie di cuore per i bellissimi commenti ad @Achi, @Mark, @Tony, @Tommy, @Aruna, @Federico @Susanna, @Molli.
@Petunia grazie anche a te per il bel commento, il fuori concorso non è stato una scelta ma una mia incapacità nel rientrare nel genere nonostante ci abbia provato dopo la prima bocciatura, però sentirsi dire "un autore così bravo" da una che brava lo è veramente mi ha fatto immenso piacere.
@Danilo nell'agosto del 1939 Gleiwitz non era sotto la Polonia ma in territorio tedesco, era l'ultima città prima del confine ed è anche per questo motivo che i tedeschi hanno deciso di inscenarvi il finto attacco alla stazione radio.
@Resdei il tuo è un altro dei commenti che mi hanno fatto fare un piccolo salto di gioia: grazie per la fiducia, cercherò di capire se sono all'altezza di dare un seguito al racconto.
@Ima la tua era anche la mia perplessità anche se poi ho visto che molti mi hanno elogiato proprio questo racconto matrioska.
@Char grazie come sempre per le tue osservazioni pertinenti, sulle ore in parte numeriche e in parte a lettere hai ragione.
@Arianna, grazie anche a te per i complimenti, molto graditi e per le osservazioni precise e puntuali.
@Aki, io i nazisti li vedo così, violenza gratuita e feroce, soprattutto nei confronti degli ebrei, a maggior ragione come vendetta dopo il finto attacco e a poche ore da un imminente attacco alla Polonia e quindi dall'inizio della Guerra.

Hai ragione. Chiedo venia per la mia osservazione campata in aria. Non sarà né la prima, né l'ultima   . Avevo pensato che Gleiwitz fosse polacca anche all'epoca. Confermo però il mio giudizio più che positivo sul racconto.

Ho scritto pochissimo nel mio commento ma confermo: alla fine della lettura ho avuto l'impressione che ci fosse qualcosa che non andasse ma era talmente piacevole la sensazione di ciò che avevo letto che sostanzialmente non mi interessava farne le pulci.

Con un leggerissimo ritardo arrivo anch'io!
Il testo è ben scritto, scorrevole e corretto, e questo agevola la lettura che scorre spedita fino alla fine. Non ci sono momenti morti o noiosi, tutto è ben calibrato e studiato: scrivere un racconto su tre piani temporali non deve essere stata una cosa facile, ma è apprezzabile il fatto che il lettore riesca a seguire sempre la storia, senza perdersi.
Faccio parte del gruppo di chi ritiene Jacob un dodicenne e non un ragazzo prossimo alla maggiore età. Cerco di sottolineare i passaggi dove ho avvertito questa sensazione. Definisci il ragazzo come un uragano che entra in casa dei nonni: senz'altro i maschi e le femmine sono molto diversi a quell'età, ma i miei ragazzi (diciotto e diciannove anni) entrano da adulti nella casa della nonna, portando l'allegria della loro età certo, ma rimanendo su quel confine tra imbarazzo e incertezza, dove non si sentono più liberi come prima di esternare l'euforia dei loro sentimenti; poi non finiscono tra le braccia del nonno, al limite lo abbracciano e nemmeno tutte le volte...
Chi fa invece tutte queste cose ancora con la serenità dell'infanzia è mio figlio dodicenne.
Ma ciò che ti ho fatto notare è molto soggettivo, quindi è molto probabile che i ragazzi a quell'età si comportino come li hai descritti tu e che siano i miei a essere troppo abbottonati.
A parte questo, che comunque è una sfumatura all'interno del racconto, trovo che il testo funzioni davvero bene e che merita di non essere abbandonato.

Complimenti per tutto l'impegno che ci hai messo, Paluca!
Si sente che è un testo amato e curato con grande attenzione.

Intanto grazie per il commento, inutile negare che ricevere complimenti per un proprio scritto faccia piacere. Non sei la prima che mi suggerisce di non abbandonare il racconto è qui esce tutta la mia inesperienza e inadeguatezza: cosa intendete con non abbandonare? Riprenderlo e riscriverlo sistemando difetti e incongruenze? Ampliarlo facendolo diventare qualcosa di più grande? Sicuramente in caso di riscrittura o di revisione interverrei sull'età di Jacob, abbassandola a 14/15 anni, non avendo più la necessità di stare a tutti i costi dentro ai paletti temporali.

I racconti che scriviamo rappresentano la nostra parte migliore, e quando ti dicono di non abbandonarli vogliono intendere: se tu sei questo resta così, portali nel cuore.
Molto complicato continuare a condividerli, ma un ripasso, tuo, personale, ti aiuterà a moltiplicare la bella sensazione e soddisfazione di averli scritti.

tommybe ha scritto:I racconti che scriviamo rappresentano la nostra parte migliore, e quando ti dicono di non abbandonarli vogliono intendere: se tu sei questo resta così, portali nel cuore.
Molto complicato continuare a condividerli, ma un ripasso, tuo, personale, ti aiuterà a moltiplicare la bella sensazione e soddisfazione di averli scritti.

Tommy, che siano commenti o racconti, la tua capacità di esplorare l'interiore umano è invidiabile.
Continua a scrivere così e a regalarci vere perle come il tuo ultimo "corridoio blu".