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Different Tales :: Off Topic :: Archivio :: Different Rooms - Tutti i racconti :: Step 11 - Il Corridoio
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Un annuncio importante
Il sogno, o meglio, l’incubo era diventato ricorrente, quasi ossessivo nel suo ripetersi, notte dopo notte, senza variazioni. Non appena la coscienza cominciava a ritirarsi, docile marea che cala e lascia nuovi tratti di spiaggia scoperti, si ritrovava là, immerso in un grigio crepuscolo, a correre, affannato, lungo uno stretto corridoio con i lati delimitati da grosse colonne, accompagnato solo da un rombo di grida lontane e dalla paura che dall’ombra di uno dei massicci fusti apparisse il suo ignoto nemico pronto a ucciderlo o – peggio ancora – torturarlo a morte.
Ma nessuno saltava fuori a sbarrargli la strada e lui continuava a correre, con la paura che montava e diventava terrore mentre la parete scura, in fondo al corridoio, si avvicinava sempre più. Mancavano ormai pochi passi per raggiungerla… e a quel punto tutto cominciava a svanire intorno a lui, tutto sembrava liquefarsi, lasciandogli l’impressione di fluttuare nel vuoto, con le gambe ancora in movimento per la corsa, e la strana sensazione di essersi trovato, per un attimo, di fronte a qualcosa di completamente anacronistico, qualcosa che, in quel contesto archeologico, semplicemente non poteva esistere. Qualcosa che però, nonostante tutte le reiterazioni, non era ancora riuscito a capire cosa fosse.
Era invece riuscito a identificare con precisione il “contesto archeologico”, il luogo dove si svolgeva il sogno: era il complesso maya/tolteco di Chichen Itza, in Messico, e il tragitto che si ritrovava ogni volta a percorrere era il cosiddetto Corridoio delle mille colonne che conduceva al Tempio dei guerrieri. Mentre le grida che sentiva risuonare nelle orecchie erano quasi certamente gli incitamenti degli spettatori verso i giocatori di pok-a-tok nel vicino sferisterio.
Olmo c’era stato in quel sito nello Yucatan, giusto alcuni anni prima, al seguito di una spedizione organizzata da un amico tedesco al quale era ben nota la sua passione per le civiltà precolombiane. Occhi e macchina fotografica avevano registrato tutto ciò che lo circondava e ora particolari chiarissimi si avvicendavano durante il suo sonno inquieto, presagi di tristi avvenimenti.
In realtà era tutt’altro che archeologo. Il suo mestiere, molto meno avventuroso, era stato per anni insegnare lingua e letteratura italiana agli stranieri e, vista la sua ottima conoscenza del tedesco, aveva esercitato la sua professione principalmente in Austria e Germania.
Poco prima della pensione, era stato assunto in una scuola serale nella cittadina di Gleiwitz, al confine con la Polonia, e, ormai smesso l’insegnamento, ancora vi abitava.
Vivere a due passi dal confine era stata una scelta non casuale. Il clima di revanchismo che aveva portato alla presa di potere, sia in Italia che in Germania, di partiti di stampo dittatoriale si stava facendo sempre più pesante e avere una sorta di via di fuga a portata di mano non gli era sembrata una cattiva idea.
Ma più passava il tempo e più la scelta del confine orientale si rivelava pessima.
A dar maggiore consistenza ai suoi timori, era stata la firma, proprio pochi mesi prima, di un trattato fra Italia e Germania, il cosiddetto Stahlpakt, che fra mille belle parole e intenzioni altro non era che un’alleanza politico-militare.
Ed era stato anche la causa della brusca interruzione della sua vita da pensionato.
A seguito di alcune clausole inserite nel Patto, riguardanti lo scambio reciproco di lingue e culture, Olmo era stato richiamato in servizio proprio per diffondere l’Italico idioma dalle antenne della stazione radio presente in città.
Ben lontano dal potersi definire gravoso, il suo compito consisteva nel passare un paio d’ore, cinque giorni la settimana, negli studi radiofonici. Qui, doveva registrare alcuni brani – poesie classiche o capitoli di noti romanzi – che successivamente sarebbero andati in onda e trasmessi in tutto il Paese.
Un bel modo per passare un po’ di tempo e spezzare la monotonia di certe giornate uggiose, se non fosse stato per la situazione sempre più incandescente nella quale era immerso e per quel maledetto sogno incomprensibile che continuava a perseguitarlo.
Olmo era sempre più convinto che le due cose fossero collegate. Tanto più il contesto si faceva critico, tanto più il sogno diventava pressante, e da qualche giorno aveva cominciato a insinuarsi pure nei brevi sonnellini pomeridiani che era solito concedersi.
Anche quel pomeriggio si era ritrovato seduto sul letto con gli occhi sgranati e il respiro corto, come se avesse davvero corso in quel corridoio, fra quelle mille colonne, in fuga precipitosa chissà da chi o da cosa.
Si alzò con calma e, con gli occhi ancora mezzi abbottonati, raggiunse il bagno. Si sciacquò il viso con l’acqua fredda e cominciò a prepararsi per andare alla radio. Mentre si vestiva ripassò mentalmente la scaletta che avrebbe seguito per la registrazione: pensando anche agli ascoltatori più piccoli, aveva deciso di leggere alcuni capitoli di Pinocchio.
Tirò giù il libro dallo scaffale e controllò che i segnalibri fossero ancora inseriti al loro posto. Scese le scale e uscì in strada, avviandosi a piedi in direzione delle due torri di trasmissione che svettavano verso il cielo terso.
Nuvole grigie aleggiavano invece fra i suoi pensieri, retaggi scuri del suo sogno invadente e delle sue preoccupazioni.
Eppure, tutto sembrava andare per il meglio.
Quattro chiacchiere con i colleghi dello studio e si era infilato nella saletta di registrazione. L’ambiente piccolo e ovattato era distante mille miglia dalle aule ariose e un po’ rumorose che aveva frequentato durante gli anni di insegnamento. Niente cattedra, ma solo un leggio dotato di microfono; nessun alunno, ma solo due o tre persone di fronte, che però stavano dietro una grande vetrata insonorizzata.
Comunque, ormai ci stava facendo l’abitudine e la prima sessione di registrazione passò veloce e quasi senza intoppi, per la felicità del regista e del tecnico, che, al di là della parete di vetro, continuavano ad annuire e fargli segno che stava andando sehr gut.
Terminata la lettura, Olmo spense il microfono e si tolse le grosse cuffie dalle orecchie. Uscì dalla saletta e disse ai colleghi che si sarebbe allontanato giusto una decina di minuti per andare a comprarsi qualcosa per la cena.
Fu proprio nel momento in cui stava per rientrare agli studi, con il sacchetto di cibarie in braccio, che si rese conto che qualcosa non quadrava.
La luce giallastra dei lampioni illuminava la piazza, animata da una scena che aveva dell’incredibile.
Proprio di fronte alla palazzina della radio c’era un camion militare con le insegne dell’esercito polacco e un gruppetto di soldati armati – anch’essi polacchi, a giudicare dalle uniformi – intento ad ascoltare gli ordini del sergente.
Era già piuttosto strano che dei soldati polacchi in assetto di guerra avessero oltrepassato il confine, ma ancora più inquietante era il fatto che il sergente impartisse gli ordini alla truppa parlando in tedesco.
Olmo si irrigidì, cercando di rimanere il più possibile fuori dal cono di luce del lampione lì accanto, e tornò a muoversi lentamente non appena i soldati ebbero varcato il portone d’ingresso. Si diresse verso il retro dell’edificio ed entrò dalla porta di servizio.
I militari erano appena arrivati al primo piano e, armi spianate, stavano minacciando i suoi colleghi. Ma ora, ne era certo, parlavano in polacco. Anche se conosceva poco quella lingua, aveva capito che stavano ordinando a qualcuno di aprire il contatto radio per poter fare un ważne ogłoszenie, un annuncio importante.
La paura lo colpì come un diretto allo stomaco, ma non riuscì a sopraffarlo. Un barlume di ragione era riuscito a farsi strada, a fargli capire che quello a cui stava assistendo non era altro che l’ennesimo episodio provocatorio, l’ultima messa in scena da parte dei nazisti per giustificare agli occhi del mondo le intenzioni bellicose di Hitler verso la Polonia.
Per cercare di impedire tutto questo, c’era una sola cosa che poteva fare.
Posato in un angolo il sacchetto con la cena, scese di corsa un paio di rampe di scale, spalancò la porta del seminterrato e fece scattare l’interruttore.
E, all’improvviso, credette di essersi addormentato ed essere ricaduto nel bel mezzo del suo sogno.
Sotto la luce diafana delle lampade a soffitto, si trovò davanti agli occhi un lungo corridoio sulle cui pareti laterali si succedevano delle strette aperture, dalle quali l’oscurità sembrava quasi stillare fuori; così ravvicinate che era davvero forte l’impressione di aver di fronte una fuga di colonne.
Proprio come nell’incubo partì di corsa, accompagnato dal timore, questa volta molto più concreto, che da una delle aperture potesse uscire uno dei soldati…
Ma non uscì nessuno: ricalcando gli avvenimenti del sogno, una parte della sua mente ne era certa. Così come era certa che non si sarebbe trovato a fluttuare nell’aria e che ciò che lo attendeva alla fine del corridoio non era affatto anacronistico né misterioso, anche se pareva appena trasportato lì, di fronte a lui, dai tempi remoti di un antico tempio maya: chiuso dietro uno sportello di vetro impolverato c’era il pannello di controllo elettrico che smistava la corrente ai vari piani e alimentava le apparecchiature di trasmissione.
Spinto da un flusso di adrenalina che girava a mille, Olmo spalancò l’anta, afferrò con entrambe le mani la leva che fungeva da interruttore generale e la tirò giù con tutte le sue forze.
Tutte le luci si spensero e i rumori si smorzarono di colpo, lasciandogli nelle orecchie solo il cigolio delle ventole per l’aria che continuavano a girare per inerzia. Poi, nel silenzio, il rumore di voci concitate e di passi affrettati per le scale e, infine, il rombo di un camion che si allontanava a tutta velocità.
Una di quelle voci però aveva gridato due parole che Olmo aveva ben compreso e che non avrebbe mai più dimenticato: Mission erfüllt, missione compiuta.
L’adrenalina fluì via di colpo, sostituita da un insopportabile senso di delusione e di sconforto, da una stanchezza pesante e oppressiva che gli prosciugò ogni energia. Senza quasi rendersene conto si ritrovò in ginocchio sul nudo cemento, le mani a coprire il volto e una cascata di lacrime irrefrenabili a gonfiargli gli occhi.
Mission erfüllt, avevano esultato. E lui cos’altro poteva piangere, prendendo a pugni la parete fin quasi a sanguinare, se non gescheiterte Mission, missione fallita? Ogni premonizione, se quello davvero era il senso del suo sogno, ogni suo sforzo, tutto era stato inutile. Quella beffa atroce era riuscita e le sirene delle squadre di sicurezza che squarciavano l’effimera calma della sera ne erano un’ulteriore conferma.
Olmo risalì a fatica le scale, raccolse il sacchetto con le provviste e uscì dalla stessa porta posteriore da dove era entrato soltanto pochi minuti – o quasi un’eternità – prima. Cercò di rendersi invisibile, camminando verso casa rasente ai muri e sfuggendo gli sguardi interrogativi della gente che cominciava ad affacciarsi sulla piazza.
Qualcuno, intanto, era riuscito a ridare corrente alla palazzina, a illuminare di nuovo i buchi neri delle finestre. Ma la sua mente no, la sua mente era ancora spenta, vuota, e gli sembrava che nessun interruttore sarebbe mai riuscito a riaccenderla.
Un solo pensiero scorrazzava incontrastato in quella prateria scura, un pensiero formato da due semplici certezze: la prima era che d’ora in poi non avrebbe più sognato corridoi di colonne precolombiane e gare di pok-a-tok; e, la seconda, che quel sogno sarebbe stato presto sostituito da altri incubi molto più terrificanti e tangibili.
Incubi che avrebbero oppresso non solo lui ma milioni di persone.
Incubi pieni di strepiti e furori, incubi reali, e visibili non nel sonno ma con gli occhi ben aperti.
Entrato in casa, non riuscì – non volle – neppure accendere la luce.
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Re: Un annuncio importante
Un racconto ben congegnato ma che non ha nulla da fare con un thriller. Sono stupito che te l'abbiano passato ma se questa è la decisione degli admin me la faccio valere. Non ho capito bene cosa c'entri il sogno. Forse per piazzare un Cichen Itza difficile da sistemare altrimenti. Il sogno è sempre la soluzione più facile.
Antonio Borghesi- Cavaliere Jedi
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Re: Un annuncio importante
Il racconto è molto bello e l'ho letto con piacere e interesse.
la scrittura è molto buona anche se all'inizio ho fatto un po' fatica a entrare a causa di un paio di periodi forse un po' troppo lunghi.
Non ho trovato errori o refusi se non proprio alla fine nella frase
Ottima ambientazione e data, il 31 agosto 1939 i tedeschi inscenarono un attacco alla stazione radio in modo da avere la "scusa" per attaccare e invadere la Polonia cosa che avvenne regolarmente il giorno dopo dando il via alla seconda guerra mondiale.
Molto bene anche come hai calato il personaggio, direi "naturalmente", nella vicenda trasformandolo da professore di letteratura a speaker radiofonico.
Dove i paletti forse faticano di più sono il genere e il luogo in quanto il thriller l'ho percepito poco, non ho sentito tensione o paura nel leggere ma la curiosità di scoprire dove andassi a parare, mentre Chichen Itza appare solo in sogno o nel passato.
benissimo, invece, il corridoio con quella doppia corrispondenza tra sogno e realtà che è una delle cose meglio riuscite di questo racconto.
È il primo che leggo e commento ma lo segno già tra i papabili per la classifica finale.
la scrittura è molto buona anche se all'inizio ho fatto un po' fatica a entrare a causa di un paio di periodi forse un po' troppo lunghi.
Non appena la coscienza cominciava a ritirarsi, docile marea che cala e lascia nuovi tratti di spiaggia scoperti, si ritrovava là, immerso in un grigio crepuscolo, a correre, affannato, lungo uno stretto corridoio con i lati delimitati da grosse colonne, accompagnato solo da un rombo di grida lontane e dalla paura che dall’ombra di uno dei massicci fusti apparisse il suo ignoto nemico pronto a ucciderlo o – peggio ancora – torturarlo a morte.
Forse si poteva pensare di spezzarli in modo che il lettore avesse tempo per riprendere fiato.Mancavano ormai pochi passi per raggiungerla… e a quel punto tutto cominciava a svanire intorno a lui, tutto sembrava liquefarsi, lasciandogli l’impressione di fluttuare nel vuoto, con le gambe ancora in movimento per la corsa, e la strana sensazione di essersi trovato, per un attimo, di fronte a qualcosa di completamente anacronistico, qualcosa che, in quel contesto archeologico, semplicemente non poteva esistere.
Non ho trovato errori o refusi se non proprio alla fine nella frase
dove, a mio parere, manca un "ad".Entrato in casa, non riuscì – non volle – neppure ad accendere la luce.
Ottima ambientazione e data, il 31 agosto 1939 i tedeschi inscenarono un attacco alla stazione radio in modo da avere la "scusa" per attaccare e invadere la Polonia cosa che avvenne regolarmente il giorno dopo dando il via alla seconda guerra mondiale.
Molto bene anche come hai calato il personaggio, direi "naturalmente", nella vicenda trasformandolo da professore di letteratura a speaker radiofonico.
Dove i paletti forse faticano di più sono il genere e il luogo in quanto il thriller l'ho percepito poco, non ho sentito tensione o paura nel leggere ma la curiosità di scoprire dove andassi a parare, mentre Chichen Itza appare solo in sogno o nel passato.
benissimo, invece, il corridoio con quella doppia corrispondenza tra sogno e realtà che è una delle cose meglio riuscite di questo racconto.
È il primo che leggo e commento ma lo segno già tra i papabili per la classifica finale.
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paluca66- Maestro Jedi
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Re: Un annuncio importante
Un buon thriller storico (forse un po' poco thriller), rivisitazione romanzata dell'episodio che servì da pretesto per la Germania di Hitler per attaccare la Polonia e innescare poi la seconda guerra mondiale.
La lettura scorre senza inciampi, sorretta da una scrittura fluida e priva di errori o refusi, se non una veniale lettera minuscola dopo i puntini di sospensione ("per raggiungerla... e a quel punto").
Gli avvenimenti storici si intrecciano con precisione con quelli fantastici e la storia appare credibile e ben delineata sul personaggio di Olmo e sul suo incubo ricorrente.
Incubo che mi è sembrato un modo piuttosto originale per inserire la location messicana pur restando fisicamente nell'allora cittadina di confine fra Germania e Polonia.
Direi infine che il racconto ha anche il pregio di una relativa brevità, raggiunta evitando quasi completamente digressioni e descrizioni e concentrando la narrazione sull'essenziale.
Una buona prova.
Grazie.
M.
La lettura scorre senza inciampi, sorretta da una scrittura fluida e priva di errori o refusi, se non una veniale lettera minuscola dopo i puntini di sospensione ("per raggiungerla... e a quel punto").
Gli avvenimenti storici si intrecciano con precisione con quelli fantastici e la storia appare credibile e ben delineata sul personaggio di Olmo e sul suo incubo ricorrente.
Incubo che mi è sembrato un modo piuttosto originale per inserire la location messicana pur restando fisicamente nell'allora cittadina di confine fra Germania e Polonia.
Direi infine che il racconto ha anche il pregio di una relativa brevità, raggiunta evitando quasi completamente digressioni e descrizioni e concentrando la narrazione sull'essenziale.
Una buona prova.
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M.
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M. Mark o'Knee- Cavaliere Jedi
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Re: Un annuncio importante
a mio parere, di thriller c'è veramente pochino, ma tant'è.
alla fine, l'icubo è servito solo per inserire nella storia Chichen Itza, visto che poi non si lega ad altro.
certo, potremmo metterlo in parallelo al corridoio che poi Olmo si trova a dover percorrere, ma è una discreta forzatura.
srtitto piuttosto bene, con pochissimi refusie buone descrizioni visive.
il personaggio principale è ben caratterizzato e spicca parecchio.
ti faccio i complimenti per l'idea e lo sviluppo.
nel complesso èun discreto racconto.
alla fine, l'icubo è servito solo per inserire nella storia Chichen Itza, visto che poi non si lega ad altro.
certo, potremmo metterlo in parallelo al corridoio che poi Olmo si trova a dover percorrere, ma è una discreta forzatura.
srtitto piuttosto bene, con pochissimi refusie buone descrizioni visive.
il personaggio principale è ben caratterizzato e spicca parecchio.
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Re: Un annuncio importante
Spesso, nei commenti, parto dal titolo, elemento per me importante: deve incuriosire; anche se magari è legato alla trama, una sua originalità denota cura nel porre il racconto.
Concordo che non è facile, penso che tutti ne appuntiamo un tot prima di scegliere e quelli scartati magari avrebbero funzionato meglio.
In questo caso, stante anche i paletti sui cui tutti abbiamo fatto ricerche, annuncia molto il tema del racconto.
Paletti “corridoio e luogo” utilizzati bene: buona l’idea di partire dal corridoio di Chichén Itzá come spunto per poi portarci nel secondo, un elemento premonitore che è plausibilissimo. Paletto “tempo” pure, direi che non sia il caso di ripeterne i dettagli.
Il genere thriller è soft e a mio parere il ritmo che tale genere richiede - tensione per l’attesa dell’evoluzione della storia, dei classici imprevisti dell’ultimo momento, lo scorrere inesorabile del tempo - in questo racconto manca, o perlomeno è tutto affidato all’ultima parte.
Personalmente ritengo che se la parte in cui Olmo parla di sé stesso e della situazione geopolitica del momento in cui la professione lo porta in quella cittadina, fosse stata divisa dal resto del testo anche solo con uno spazio tra i vari momenti, avrebbe giovato. Un momento preparatorio - anche se dal tratto didascalico/giornalistico - che aiuta un lettore che magari di quel periodo conosce solo gli avvenimenti più proposti dai libri di storia.
La scrittura: il racconto è scritto bene, con sicurezza e senza sbavature, salvo quello che ho evidenziato prima, con un lessico adatto alla trama.
Quindi un buon lavoro.
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Re: Un annuncio importante
Che fa un racconto? Racconta. E qui il narratore ci dice proprio tutto, cosa sogna il protagonista, cosa pensa, cosa vede, cosa prova.
Ecco, tutto è scritto molto bene, ma restano informazioni che non vanno al di là del foglio. Il racconto è buono, ma questo stile raccontato non rientra nei miei gusti di lettura.
Uno racconto storico che ha poca tensione.
Molto bella la descrizione del sogno che apre un canale verso l’altro luogo richiesto dai paletti.
La storia è “Storia” e tu l’hai raccontata bene.
Ecco, tutto è scritto molto bene, ma restano informazioni che non vanno al di là del foglio. Il racconto è buono, ma questo stile raccontato non rientra nei miei gusti di lettura.
Uno racconto storico che ha poca tensione.
Molto bella la descrizione del sogno che apre un canale verso l’altro luogo richiesto dai paletti.
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Petunia- Moderatore
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Re: Un annuncio importante
Scrittura "zero dialoghi" e molto racconto, aspetto che in questo caso, secondo me, penalizza l'azione dove azione, storicamente parlando, ce n'è stata tanta.
Terzo racconto che leggo e che si sviluppa intorno al medesimo episodio.
Quanto sopra non implica che non abbia gradito, anzi. Ho trovato anch'io l'espediente del sogno non troppo originale ma certamente funzionale non solo al rientro col paletto (e scusate se è poco), ma soprattutto al personaggio di Olmo, per il quale gli eventi della vita sembra abbiano mutato il suo stato d'animo: ha smesso d'insegnare ed mi è parso contento, ma il sogno lo riporta a una certa nostalgia per il tempo passato nonché lo mette in guardia da un futuro incerto e pieno di pericoli. L'episodio della radio sembra esserne la conferma.
Non so, magari sto dicendo cavolate, ma questo è ciò che mi rimane da questa piacevole lettura che giudico sicuramente in modo positivo.
Grazie
Terzo racconto che leggo e che si sviluppa intorno al medesimo episodio.
Quanto sopra non implica che non abbia gradito, anzi. Ho trovato anch'io l'espediente del sogno non troppo originale ma certamente funzionale non solo al rientro col paletto (e scusate se è poco), ma soprattutto al personaggio di Olmo, per il quale gli eventi della vita sembra abbiano mutato il suo stato d'animo: ha smesso d'insegnare ed mi è parso contento, ma il sogno lo riporta a una certa nostalgia per il tempo passato nonché lo mette in guardia da un futuro incerto e pieno di pericoli. L'episodio della radio sembra esserne la conferma.
Non so, magari sto dicendo cavolate, ma questo è ciò che mi rimane da questa piacevole lettura che giudico sicuramente in modo positivo.
Grazie
Molli Redigano- Maestro Jedi
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Re: Un annuncio importante
Chiedo scusa all'autore e a tutti gli altri utenti ma io questo racconto l'ho trovato noioso e pesante.
Nell'idea è forse il racconto più thriller che abbia letto finora. C'è quel senso di tensione, c'è il sogno ricorrente, c'è la sensazione che qualcosa non torni. Tutti elementi che rendono un racconto thriller peccato che nella realizzazione ogni cosa si perda. Quello che dovrebbe tenere con il fiato sospeso è quello che più fa annoiare.
La sensazione di trovarsi di fronte a un muro di parole è stata fortissima. Ho finito la lettura e avevo quasi gli occhi stanchi e nessuna emozione.
Mi spiace essere stato così duro ma purtroppo il racconto mi è piaciuto anche se ripeto l'idea alla base è forse una delle più riuscite.
Nell'idea è forse il racconto più thriller che abbia letto finora. C'è quel senso di tensione, c'è il sogno ricorrente, c'è la sensazione che qualcosa non torni. Tutti elementi che rendono un racconto thriller peccato che nella realizzazione ogni cosa si perda. Quello che dovrebbe tenere con il fiato sospeso è quello che più fa annoiare.
La sensazione di trovarsi di fronte a un muro di parole è stata fortissima. Ho finito la lettura e avevo quasi gli occhi stanchi e nessuna emozione.
Mi spiace essere stato così duro ma purtroppo il racconto mi è piaciuto anche se ripeto l'idea alla base è forse una delle più riuscite.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Un annuncio importante
Grazie alla qualità della scrittura hai fatto passare in secondo piano alcuni piccoli difetti nella storia che sono già stati evidenziati da chi mi ha proceduto e non sto a ripetere.
Dico soltanto che l’inserimento di qualche dialogo con il giusto ritmo avrebbe accentuato la suspense del thriller e avrebbe fatto perdere la caratteristica di racconto storico che prevale nel brano.
L’inserimento di Chichén Itzà è risultato un po’ faticoso, ma hai avuto una bella fantasia per inserirlo come elemento onirico, legandolo all’esperienza reale e all’episodio della stazione radio che, come hai fatto giustamente notare, prelude a incubi molto più drammatici.
È un buon lavoro che ho letto con piacere.
Dico soltanto che l’inserimento di qualche dialogo con il giusto ritmo avrebbe accentuato la suspense del thriller e avrebbe fatto perdere la caratteristica di racconto storico che prevale nel brano.
L’inserimento di Chichén Itzà è risultato un po’ faticoso, ma hai avuto una bella fantasia per inserirlo come elemento onirico, legandolo all’esperienza reale e all’episodio della stazione radio che, come hai fatto giustamente notare, prelude a incubi molto più drammatici.
È un buon lavoro che ho letto con piacere.
Danilo Nucci- Cavaliere Jedi
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Re: Un annuncio importante
A una scrittura cosi' energica e vitaminica si perdona la mancanza di un paletto che a volerlo osservare sarebbe diventato palo, e avrebbe rovinato il miglior racconto della serie. Va bene cosi' autore, almeno per quanto mi riguarda. Sei in testa ai racconti in fuga per la vittoria. E quando sara' tutto finito sorrideremo di tutte le difficolta'. Un abbraccio.
tommybe- Maestro Jedi
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Re: Un annuncio importante
Un thriller in cui manca la tensione a parte in brevi tratti.
Forse il troppo raccontato, per un episodio noto che non aveva bisogno di essere introdotto in maniera così enciclopedica.
Lo svolgimento dell'episodio dell'attacco alla stazione, sembra in linea con la realtà storica, ma manca di originalità, lasciata all'introduzione dei paletti.
Anche quel maya/tolteco suona troppo da ricerca su wikipedia.
Scusa ma non mi ha convinto.
Forse il troppo raccontato, per un episodio noto che non aveva bisogno di essere introdotto in maniera così enciclopedica.
Lo svolgimento dell'episodio dell'attacco alla stazione, sembra in linea con la realtà storica, ma manca di originalità, lasciata all'introduzione dei paletti.
Anche quel maya/tolteco suona troppo da ricerca su wikipedia.
Scusa ma non mi ha convinto.
FedericoChiesa- Cavaliere Jedi
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Re: Un annuncio importante
Raccontare senza neanche un dialogo non è semplice, si rischia l’effetto riassunto. In tante parti (l’inizio, il finale, la descrizione di Olmo), la narrazione fluisce molto bene, con la giusta tensione e un’ottima carica di emozioni. In altre parti purtroppo, colpa forse il poco tempo a disposizione, ho avuto l’impressione di leggere una sinossi, molto ben scritta comunque.
Mi sono chiesto se è vero che nel patto tra Italia e Germania ci fossero veramente clausole riguardanti lo scambio reciproco di lingue e culture. Se è vero, complimenti per la conoscenza storica e per aver saputo utilizzare questo dettaglio per piantare il paletto del prof di Italiano. Se non è vero, allora la forzatura storica stona nel racconto.
Mi sono chiesto se è vero che nel patto tra Italia e Germania ci fossero veramente clausole riguardanti lo scambio reciproco di lingue e culture. Se è vero, complimenti per la conoscenza storica e per aver saputo utilizzare questo dettaglio per piantare il paletto del prof di Italiano. Se non è vero, allora la forzatura storica stona nel racconto.
SuperGric- Padawan
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Re: Un annuncio importante
La parte che apprezzo maggiormente del racconto sono i primi due periodi: scritti alla perfezione, con la giusta tensione e un lessico appropriatissimo; scorrono via benissimo, impressionando il lettore, nonostante i periodi lunghi, che sono invece una ricchezza. Poi la qualità della scrittura, restando pur buona, tende leggermente a scemare. Storia forse non originalissima, dopo aver già letto racconti simili in questo step, ma sicuramente adeguata. Un eroe-non eroe, però, ci sta proprio bene e rende la storia per nulla banale; il colpo di scena sta proprio nel fallimento della “missione” da parte del protagonista, altrimenti la storia avrebbe preso un’altra piega. Non mi focalizzo sui paletti del professore, del corridoio e della collocazione storica, sui quali è davvero impossibile avere qualcosa da ridire. Molto labile il collegamento “maya”, del tutto accessorio ma comunque presente. Trovo invece parecchie difficoltà a riconoscere il genere thriller: non sono un grande esperto in materia, ma mi pare più un racconto di azione/giallo; la tensione non sale mai, mi sarei aspettato magari un contatto diretto fra il protagonista e i militari, un rapimento, qualche bendaggio… e in invece nulla, proseguono ciascuno sulla sua strada come se niente fosse. Peccato, sarebbe bastato davvero qualche particolare in più, messo nel posto giusto, e non sarebbe stato difficile centrare anche quel paletto!
Nellone- Younglings
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Re: Un annuncio importante
Questo è un gran bel racconto.
Potente e, secondo me, con una tensione che cresce di battuta in battuta.
La lettura è stata appassionante, probabilmente perché la scrittura è di ottima qualità.
L’espediente del sogno facilita l’introduzione dei paletti, ma l’introduzione di qualche dialogo avrebbe contribuito ad alleggerire la storia
(non sai quanto ti capisco, sono ostici anche per me!)
Nel complesso un bel lavoro.
complimenti
Potente e, secondo me, con una tensione che cresce di battuta in battuta.
La lettura è stata appassionante, probabilmente perché la scrittura è di ottima qualità.
L’espediente del sogno facilita l’introduzione dei paletti, ma l’introduzione di qualche dialogo avrebbe contribuito ad alleggerire la storia
(non sai quanto ti capisco, sono ostici anche per me!)
Nel complesso un bel lavoro.
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Resdei- Maestro Jedi
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Re: Un annuncio importante
Accidenti, autore, non so come regolarmi col tuo racconto!
Dopo le prime righe, ho iniziato a pensare: “Guarda come è scritto bene! Come tutto fluisce!”.
Sono stata lì, ad aspettare che il coniglio uscisse dal cappello, che Gleiwitz e Chichén Itzá si unissero. E infatti alla fine li unisci, ma in un modo che sembra un po’ troppo forzato.
Un altro punto che ho trovato un po’ debole è questo: “La paura lo colpì come un diretto allo stomaco, ma non riuscì a sopraffarlo. Un barlume di ragione era riuscito a farsi strada, a fargli capire che quello a cui stava assistendo non era altro che l’ennesimo episodio provocatorio, l’ultima messa in scena da parte dei nazisti per giustificare agli occhi del mondo le intenzioni bellicose di Hitler verso la Polonia.”
Questa comprensione rapidissima ha ragioni, mi sembra, molto narrative.
Insomma, questo è un racconto che ho trovato molto ben scritto, di piacevole e fluida lettura, ma con alcuni elementi che non mi convincono.
Dovrò decidere cosa fare…
Arianna 2016- Maestro Jedi
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Re: Un annuncio importante
Il racconto è interessante e ben scritto, l'idea buona e sviluppata bene. Il sogno è sicuramente un buon escamotage per inserire i paletti più ostici, però l'hai giustificato bene nel contesto del racconto.
Quello che funziona meno è sicuramente il genere. Prendi molto tempo per creare l'ambientazione e il personaggio principale, mentre la scena in cui dovrebbe/potrebbe svilupparsi la tensione, brucia molto velocemente senza raggiungere un punto alto. Diciamo che di tensione ce n'è ben poca. Ed è davvero un peccato perchè il tutto si sgonfia e il racconto perde decisamente potenza.
Peccato.
Un buon lavora da migliorare.
Complimenti.
Grazie.
Quello che funziona meno è sicuramente il genere. Prendi molto tempo per creare l'ambientazione e il personaggio principale, mentre la scena in cui dovrebbe/potrebbe svilupparsi la tensione, brucia molto velocemente senza raggiungere un punto alto. Diciamo che di tensione ce n'è ben poca. Ed è davvero un peccato perchè il tutto si sgonfia e il racconto perde decisamente potenza.
Peccato.
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CharAznable- Maestro Jedi
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Re: Un annuncio importante
Ci sono svariate cose che non mi hanno convinto in questo racconto, a partire da qualche elemento storico di partenza, come il già citato scambio interculturale. Poi non sono sicuro di aver capito in che lingua Olmo legga gli scritti; presumo in italiano, ma cosa potranno mai capire gli ascoltatori tedesco/polacchi di interi brani letti in una lingua a loro sconosciuta?
Se invece la trasmissione delle letture avviene in Italia, che senso ha farle in uno sperduto paesino polacco?
Questo è un tassello mancante che mi ha un po' destabilizzato già in partenza.
L'altra cosa che mi ha convinto poco è il corposo pathos che solo a tratti emerge dalla storia, in particolare nel rapporto tra il sogno del corridoio e il finale. La particolarità del corridoio di Chichén-Itzà, come incubo ricorrente del protagonista, soffre un po' la sindrome del paletto; magari se letto da un lettore non consapevole del paletto, questo effetto non c'è.
Invece ho trovato troppo disperata la reazione di Olmo alla missione fallita. Voglio dire, non aveva grandi possibilità di fare qualcosa; il suo era un gesto puramente simbolico, perché riattivare la corrente è qualcosa che i soldati ci avrebbero messo 5 minuti a fare, magari punendolo anche per il suo gesto.
Per questo ho trovato eccessive e anche un po' irrealistiche le lacrime e la disperazione del protagonista. Ha tentato di rallentarli, non ce l'ha fatta, non poteva davvero ottenere molto di più.
Anche la sua consapevolezza di ciò che sta per succedere è illogica. I milioni di persone coinvolte nella guerra è qualcosa che neppure Hitler e Mussolini ipotizzavano, per loro doveva tutto essere qualcosa di veloce, schiacciante e quasi indolore.
Si sente, insomma, la mano dell'autore moderno e consapevole.
Sul genere non so che dire, ammetto di aver un po' perso di vista cosa sia un thriller e cosa no.
Non mi ha entusiasmato lo stile di scrittura. Molto denso, un po' ampolloso in certi passaggi. Forse adatto a una narrazione da metà Novecento, questo sì, ma poco fluido e tanto raccontato, con un narratore onnisciente che spiega tutto e non lascia spazio all'immedesimazione.
L'idea non era male, anche se svariati altri racconti hanno scelto questo episodio, ma la realizzazione mi lascia un po' freddino.
Se invece la trasmissione delle letture avviene in Italia, che senso ha farle in uno sperduto paesino polacco?
Questo è un tassello mancante che mi ha un po' destabilizzato già in partenza.
L'altra cosa che mi ha convinto poco è il corposo pathos che solo a tratti emerge dalla storia, in particolare nel rapporto tra il sogno del corridoio e il finale. La particolarità del corridoio di Chichén-Itzà, come incubo ricorrente del protagonista, soffre un po' la sindrome del paletto; magari se letto da un lettore non consapevole del paletto, questo effetto non c'è.
Invece ho trovato troppo disperata la reazione di Olmo alla missione fallita. Voglio dire, non aveva grandi possibilità di fare qualcosa; il suo era un gesto puramente simbolico, perché riattivare la corrente è qualcosa che i soldati ci avrebbero messo 5 minuti a fare, magari punendolo anche per il suo gesto.
Per questo ho trovato eccessive e anche un po' irrealistiche le lacrime e la disperazione del protagonista. Ha tentato di rallentarli, non ce l'ha fatta, non poteva davvero ottenere molto di più.
Anche la sua consapevolezza di ciò che sta per succedere è illogica. I milioni di persone coinvolte nella guerra è qualcosa che neppure Hitler e Mussolini ipotizzavano, per loro doveva tutto essere qualcosa di veloce, schiacciante e quasi indolore.
Si sente, insomma, la mano dell'autore moderno e consapevole.
Sul genere non so che dire, ammetto di aver un po' perso di vista cosa sia un thriller e cosa no.
Non mi ha entusiasmato lo stile di scrittura. Molto denso, un po' ampolloso in certi passaggi. Forse adatto a una narrazione da metà Novecento, questo sì, ma poco fluido e tanto raccontato, con un narratore onnisciente che spiega tutto e non lascia spazio all'immedesimazione.
L'idea non era male, anche se svariati altri racconti hanno scelto questo episodio, ma la realizzazione mi lascia un po' freddino.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Re: Un annuncio importante
Ciao autore, metto subito le carte in tavola: i racconti senza dialoghi, a parte qualche rara eccezione, non sono proprio tra i miei preferiti e in effetti questo non è un thriller, almeno, non si attiene ai requisiti che dovrebbe avere un thriller, poi ogni cosa è opinabile. Eppure, nonostante queste premesse, il tuo racconto è stata tutt'altro che una lettura spiacevole. Anzi. Alla fine ho trovato solo un po' ampollosa la parte iniziale, con qualche arabesco di troppo nelle prime descrizioni. Per il resto la tua scrittura è davvero solida, corretta e senza tentennamenti. Anche la trama, nella sua semplicità, regge, nonostante come dice Fante qua sopra, si "legge" che è stato scritto da uno consapevole di cosa abbia significato quell'episodio per la storia futura dell'umanità e non da uno ignaro di tutto. Paradossalmente questa enfasi sulle conseguenze di fatto sgonfia la tensione. Comunque ripeto, un'ottima prova. A rileggerci!
Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: Un annuncio importante
Non ho faticato a seguirti nella tua trama, nonostante la mancanza di dialoghi renda un pò pesante la lettura. Il motivo è che scrivi bene, in modo scorrevole e senza errori evidenti. Ho trovato molte cose utili e condivisibili nei commenti precedenti, ma lo sforzo che hai fatto per costruire questa storia in modo verosimile è davvero apprezzabile. Complimenti e a rileggerci.
Marcog- Padawan
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Re: Un annuncio importante
"Show, don't tell" si dice di solito. Io ho sempre pensato che devi trattare il lettore come un cieco. Magari alle volte basta una voce, ma le immagini sono tutto. Sono i chiodi a cui appendi la tua storia. Il racconto è scritto molto bene, ma di chiodi ne pianta pochi purtroppo. La mancanza di dialoghi non aiuta, ma non è solo quello. Costruisce un personaggio, una situazione, un incubo, ma gli manca, per essere un thriller, l'azione, il movimento, la tensione e la risoluzione.
Dei paletti resta impresso soprattutto il momento storico, gli altri scivolano un po' via. Il corridoio ha una sua importanza, ma sembra più una missione da portare a termine, come quella di cui racconti, per concentrarti sull'idea di incubo, un incubo di quelli che ti lasciano la paura addosso ma non delle immagini forti a darti la caccia. Le parole finali, quel non voler nemmeno accendere la luce, sembrano quasi simboliche del fuggire dal confronto con le immagini che avrebbe dato potenza ed efficacia alla tua storia.
Resta un buon esercizio di scrittura, ma lascia un po' di insoddisfazione.
Dei paletti resta impresso soprattutto il momento storico, gli altri scivolano un po' via. Il corridoio ha una sua importanza, ma sembra più una missione da portare a termine, come quella di cui racconti, per concentrarti sull'idea di incubo, un incubo di quelli che ti lasciano la paura addosso ma non delle immagini forti a darti la caccia. Le parole finali, quel non voler nemmeno accendere la luce, sembrano quasi simboliche del fuggire dal confronto con le immagini che avrebbe dato potenza ed efficacia alla tua storia.
Resta un buon esercizio di scrittura, ma lascia un po' di insoddisfazione.
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Asbottino- Cavaliere Jedi
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Re: Un annuncio importante
Ciao, Penna.
Non ho trovato molta tensione, o meglio: ho percepito i pericoli che percepisce anche il narratore, ma nello stesso momento scopro che nessuno dei pericoli percepiti è reale. Né il sogno né il commando. Il sogno non è reale né ha ripercussioni paranormali nella realtà e il commando semplicemente lo ignora.
Un altro punto debole è il finale, con tutte quelle premonizioni che secondo me non aggiungono nulla alla storia.
Mi è piaciuta molto la scrittura. Nonostante l'assenza di dialoghi sono arrivato alla fine senza stancarmi. Abbastanza buono il corridoio, Chichén Itzá in fondo è accettabile, molto bene l'insegnante di italiano in pensione ma soprattutto mi è piaciuto il 31 agosto 1939.
Grazie e alla prossima.
Non ho trovato molta tensione, o meglio: ho percepito i pericoli che percepisce anche il narratore, ma nello stesso momento scopro che nessuno dei pericoli percepiti è reale. Né il sogno né il commando. Il sogno non è reale né ha ripercussioni paranormali nella realtà e il commando semplicemente lo ignora.
Un altro punto debole è il finale, con tutte quelle premonizioni che secondo me non aggiungono nulla alla storia.
Mi è piaciuta molto la scrittura. Nonostante l'assenza di dialoghi sono arrivato alla fine senza stancarmi. Abbastanza buono il corridoio, Chichén Itzá in fondo è accettabile, molto bene l'insegnante di italiano in pensione ma soprattutto mi è piaciuto il 31 agosto 1939.
Grazie e alla prossima.
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Re: Un annuncio importante
Un narratore onnisciente che tutto sa e tutto racconta al lettore: una scelta coraggiosa e insolita, difficile oggigiorno trovare romanzi scritti così, si cerca di essere più rapidi e arrivare direttamente al lettore.
Perchè la scelta dell'onnisciente ha un risvolto non indifferente: racconta la storia ma non la fa vedere al lettore, non riesce a tirarlo dentro con le emozioni e questo può appesantire un pò la narrazione e una narrazione pesante scoraggia il proseguimento della lettura.
In questo racconto l'idea di base mi convince molto e la disperazione di Olmo è la chiusura perfetta per questo testo (avrei omesso le proiezioni sul futuro...).
La parte iniziale, anche se molto ricca di particolari, è ben scritta e suggestiva e carica il testo di aspettative.
La storia comunque non delude perchè ha una buona struttura e una buona idea di base.
E' il modo in cui è stata scritta che toglie qualcosa al testo.
Perchè la scelta dell'onnisciente ha un risvolto non indifferente: racconta la storia ma non la fa vedere al lettore, non riesce a tirarlo dentro con le emozioni e questo può appesantire un pò la narrazione e una narrazione pesante scoraggia il proseguimento della lettura.
In questo racconto l'idea di base mi convince molto e la disperazione di Olmo è la chiusura perfetta per questo testo (avrei omesso le proiezioni sul futuro...).
La parte iniziale, anche se molto ricca di particolari, è ben scritta e suggestiva e carica il testo di aspettative.
La storia comunque non delude perchè ha una buona struttura e una buona idea di base.
E' il modo in cui è stata scritta che toglie qualcosa al testo.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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