Le regole per riconoscere gli accenti sono quelle grammaticali, tenendo presente che alcune parole si scrivono separate ma in realtà si pronunciano unite.
Per esempio gli articoli e le preposizioni (semplici o articolate) sono atone. Nella frase precedente abbiamo quindi come pronuncia: "peresempio gliarticoli elepreposizioni semplici oarticolate sono atone" (sì, anche le congiunzioni"e, o, ma" sono atone).
Il primo verso quindi si pronuncia: "unghigno rosso rosso didolore" Sono quattro parole quindi quattro accenti: seconda, quarta, sesta, decima". Nell'endecasillabo l'accento sulla decima è scontato, quindi si può dare per sottinteso. A questo punto si può anche dire che gli accenti sono in seconda, quarta e sesta senza sbagliare.
Qui viene fuori la metrica classica: se c'è l'accento sulla sesta allora gli altri accenti diventano secondari e si possono non nominare. Se non c'è l'accento sulla sesta allora si guarda se c'è l'accento sulla quarta; per esempio "luccica alsole latanta afflizione" non ha l'accento in sesta ma ce l'ha in quarta (anche in prima e settima, la decima è scontata). Questi sono i due endecasillabi di Dante e Petrarca, per capirci; in tutta la Commedia ci sono solo tre versi che non hanno accento su sesta o su quarta.
I tre versi diversi hanno l'accento in quinta, come "chïedi dovè fuggito lamore" (anche seconda e settima, la decima è scontata). Se non c'è l'accento in sesta, in quarta o in quinta si guardano le altre sillabe: il verso "arrancando tralagente eillivore" ha gli accenti in terza e settima (e decima scontata).
Spero di essere stato chiaro