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Messaggio Da Different Staff Lun Lug 22, 2024 12:34 pm

Sono la Terra, antica e saggia, custode di innumerevoli storie di evoluzione e sopravvivenza. Da millenni osservo e accolgo le meravigliose trasformazioni dei miei abitanti. Tra tutte le creature che hanno percorso la mia superficie, gli uccelli occupano un posto speciale. Si sono evoluti da piccoli dinosauri piumati, adattandosi in modi straordinari per dominare i cieli. Col tempo, hanno sviluppato penne leggere, ossa cave e un’incredibile varietà di forme e colori.
Inizialmente, la loro presenza era un trionfo di grazia e libertà, il loro volo un’ode alla vita. Ma col passare delle ere, l’arrivo dell’essere umano ha cambiato le dinamiche. Gli uomini, con la loro intelligenza e inventiva, hanno iniziato a plasmare il mondo a loro piacimento, entrando in competizione con le creature alate per lo spazio e le risorse.
In alcune epoche, la convivenza tra umani e uccelli è stata pacifica e armoniosa, mentre in altre, le tensioni sono diventate inevitabili. Le città hanno inghiottito foreste, le luci artificiali hanno disorientato i migratori notturni, e le attività umane hanno posto innumerevoli sfide agli uccelli. Eppure, nonostante le difficoltà, queste creature straordinarie hanno dimostrato una resilienza e un’adattabilità sorprendenti.
Ed è qui, in questo delicato equilibrio tra competizione e coesistenza, che inizia la storia di Aris, un giovane esploratore, e dell’aquila Dorotea. Su quelle montagne, dove la natura ancora regna sovrana, i loro destini si incrociarono, dando vita a un legame speciale che avrebbe insegnato a entrambi il vero significato della forza e della libertà.

Era un giorno di primavera quando si incontrarono per la prima volta. Aris era un ragazzo di quattordici anni, innamorato della natura e dei suoi misteri, e aveva deciso di avventurarsi da solo sulle montagne che sovrastavano il suo piccolo villaggio. Ero entusiasta di vedere come questo giovane esploratore avrebbe interagito con uno dei miei abitanti più maestosi.
Mi ricordo il giorno in cui si arrampicò tra rocce e sentieri sconnessi, fino a raggiungere una radura che offriva una vista mozzafiato sulla valle sottostante. Mentre ammirava il panorama, un’ombra scivolò silenziosa sulla sua testa. Aris alzò lo sguardo e la vide: un’aquila dalle piume dorate, maestosa e fiera, che volteggiava nel cielo azzurro.
Il ragazzo rimase incantato dalla sua bellezza, incapace di distogliere gli occhi. Era come se Dorotea danzasse con il vento, librandosi con grazia e potenza. Poi, con un rapido battito d’ali, si posò su una roccia vicina, fissando Aris con i suoi occhi penetranti. Sentii una connessione profonda tra loro, un legame che andava oltre il semplice incontro.
Aris rimase incantato dalla sua bellezza, incapace di distogliere gli occhi. Quell’incontro segnò l’inizio di una strana amicizia tra il giovane esploratore e l’aquila Dorotea. Tornava spesso su quella montagna, sperando di rivederla, e Dorotea era sempre lì, ad attenderlo. Attraverso i suoi occhi, imparò a rispettare e comprendere la natura in modi che non aveva mai immaginato.
Ricordo una sera d’estate, quando il sole tramontava e Aris decise di restare più a lungo. Voleva vedere dove Dorotea passava la notte. La seguì da lontano, cercando di non farsi notare. Io osservavo con curiosità. L’aquila lo condusse a un nido costruito su una sporgenza rocciosa, nascosto agli occhi del mondo. Lì, accudiva tre piccoli aquilotti.
Era uno spettacolo commovente. L’aquila maestosa che avevo visto volare con tanta forza e potenza, ora mostrava una dolcezza e una cura infinite verso i suoi piccoli. Sentii una lacrima di commozione scendere lungo una delle mie valli. Dorotea stava insegnando ad Aris l’ultima lezione: la forza non sta solo nel volo, ma anche nell’amore e nella protezione dei più deboli.
Gli anni passarono, e vidi Aris crescere. La vita lo portò lontano dal villaggio e dalle montagne. Ma ogni volta che tornava, saliva su quella radura, sperando di rivedere Dorotea. Le aquile vivono a lungo, ma sapevo che prima o poi il loro tempo sarebbe finito.
Un giorno d’autunno, mentre le foglie dorate coprivano il sentiero, Aris tornò alla radura. Il cielo era grigio e minacciava pioggia. Cercò con lo sguardo l’ombra familiare di Dorotea, ma non la vide. Sentii il suo cuore stringersi. Forse era finalmente giunto il momento dell’addio.
Mentre Aris stava per andarsene, un leggero fruscio attirò la sua attenzione. Voltandosi, vide un giovane aquilotto, dalle piume ancora un po’ arruffate, che lo fissava curioso. Sorrisi, riconoscendo in lui lo spirito di Dorotea. Il ciclo della vita continuava, e l’eredità di Dorotea viveva in quel giovane aquilotto e in tutto ciò che aveva insegnato ad Aris.
E mentre Aris lasciava la montagna, sentii il canto di Dorotea nel vento, un canto di speranza e di vita che lo avrebbe accompagnato per sempre. Quella sera, sotto un cielo stellato, Aris scrisse la storia di Dorotea e del suo insegnamento. Un racconto di forza, di amore e di libertà. Un racconto che, sperava, avrebbe ispirato altri come aveva ispirato lui.
E io, la Terra, veglierò sempre su di lui e su tutti i miei abitanti, ricordando che la vera forza si trova nell’amore e nella protezione reciproca.

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Messaggio Da Fante Scelto Mar Lug 23, 2024 11:00 am

Non sono convintissimo, autore, dell'impronta delicata e poetica che hai voluto conferire al tuo scritto.
Sono un po' cinico e lo so, ma l'aquila è un animale spietato e forse più cinico di me, non riesco molto a vederla come maestra di vita, se non per quei significati, quasi sempre militareschi, che le vengono di solito associati.

Strutturalmente parlando, la prima parte del racconto è molto, troppo didascalica, quasi da documentario; poi diventa più interessante quando compaiono Aris e l'aquila.
Il tema era "gli uccelli", tu hai scelto di concentrarti su uno in particolare dopo il cappello iniziale generico: una scelta che secondo me interpreta meno bene l'argomento rispetto ad altri racconti che ho letto.

Anche qui trovo che il tono, la voce narrante del pianeta, assomigli più a quella di una simpatica vecchietta che, pur lasciandosi leggere bene, non mi trasmette un senso di immedesimazione o di meraviglia nel sentire parlare la Terra stessa.

Scrittura ottima, su questo nulla da dire, a parte qualche ripetizione di troppo del nome Aris.
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Messaggio Da Byron.RN Mar Lug 23, 2024 11:56 pm

Non so se tutto possa dipendere dal punto di vista della Terra, ma anche questo racconto mi pare troppo impersonale e compassato.
Anche qui la storia è poco vivida, tramite la visuale del pianeta leggiamo una sorta di riassunto, non partecipiamo alla storia e ai fatti.
Come dice Fante l'impronta è didascalica, da documentario, non si riesce a entrare in sintonia con Dorotea e soprattutto con Aris, risulta essere tutto troppo distante.
Ecco, questa distanza eccessiva che si crea col lettore, credo sia la maggiore criticità di questo racconto.
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Messaggio Da tommybe Mer Lug 24, 2024 9:43 am

Storia semplice, piacevole da leggere, sicuramente l'autore è un'anima buona che non ha pensato a colpi di scena improvvisi, a stravaganze narrative per accattivarsi il lettore. Un autore giovane e sincero che non fa pagare il biglietto per essergli accanto mentre racconta una storia che va bene per tutti. Pure per me. Realizzata in breve tempo, si legge in breve tempo. E questo è il suo pregio.
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Messaggio Da Petunia Mer Lug 24, 2024 5:25 pm

Un racconto “buono” nel senso che parla di cose belle e condivisibili e lo fa con una nota poetica che ben si accorda al contenuto.
C’è tanto “racconto” e per mio gusto di lettura non amo questo stile soprattuto quando si raccontano le emozioni. Pur condividendole non riescono a bucare il foglio e a coinvolgermi. Tutto appare già scritto e non c’è possibilità per il lettore d’immedesimarsi. 
La storia assume la connotazione di una bella favola con tanto di morale (espressa). È un buon lavoro considerata la difficoltà del tema proposto per cui senz’altro ti faccio i complimenti.
Ti lascio alcune note che mi sono appuntata leggendo.

Sono la Terra, antica e saggia, custode di innumerevoli storie di evoluzione e sopravvivenza. Da millenni osservo e accolgo le meravigliose trasformazioni dei miei abitanti. 
Et voilà il paletto è servito… (molto didascalico come incipit)


Il ragazzo rimase incantato dalla sua bellezza, incapace di distogliere gli occhi. 
Aris rimase incantato dalla sua bellezza, incapace di distogliere gli occhi. 

(ripetizione - concetto espresso poche righe prima)


Forse era finalmente giunto il momento dell’addio. (Perchė finalmente? Stona con ciò che descrivi)
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Messaggio Da Susanna Gio Lug 25, 2024 11:29 pm

Racconto brevissimo, con un titolo che troppo racconta, e che assomiglia a una sinossi o al lavoro preparatorio per un lavoro più lungo e articolato, di cui sono ripresi i punti salienti. Dico questo perché non mi arrivano emozioni, il ritmo è statico, senza guizzi particolari, senza un storia che sia davvero una storia, magari con un inevitabile evento drammatico che la movimenti.
La prima parte è molto “enciclopedica”, una sorta di presentazione del personaggio parlante per soddisfare l’elemento “parlante”, ma che ho trovato un po’ troppo forzato.
Anche la storia, perdonami Penna, non è molto originale, non per questo sarebbe stata meno godibile se solo il “tempo” dell’amicizia mi fosse stato narrato con maggior enfasi. C’è un bellissimo film, “La volpe e la bambina”, in cui Luc Jacquet narra dell’amicizia appunto tra una bimba e una volpe. Un ritmo lento, perché per l’accettazione e il successivo crearsi il legame ci vogliono tempo, osservazione, fallimenti e piccoli grandi conquiste, elementi che qui non sono sono mancati ma sono stati liquidati quasi frettolosamente. Eppure spazio ce n'era a disposizione.
Nulla da dire sulla scrittura, che non presenta sbavature.
Anche la mancanza di dialoghi, che ci sarebbero stati bene tra il ragazzo e l’aquila, porta il racconto a troppa staticità.
Perdona la sincerità, ma come è risaputo, ogni testa  è un piccolo mondo.

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Messaggio Da AurelianoLaLeggera Ven Lug 26, 2024 9:05 am

Tutto molto poetico ma manca una storia vera e propria. Un incipit che somiglia all'inizio di un tema scolastico, attento a non andare fuori traccia. 
In generale mi sembra che il racconto dica tanto ma mostri poco.

Ad esempio:

con un rapido battito d’ali, si posò su una roccia vicina, fissando Aris con i suoi occhi penetranti. Sentii una connessione profonda tra loro, un legame che andava oltre il semplice incontro.

Troppo poco per descrivere un incontro così importante ed è un peccato perché di spazio ce n'era.

La scrittura è buona, a parte qualche ripetizione già segnalata, soltanto una cosa non mi è ben chiara:

Era uno spettacolo commovente. L’aquila maestosa che avevo visto volare con tanta forza e potenza, ora mostrava una dolcezza e una cura infinite verso i suoi piccoli. Sentii una lacrima di commozione scendere lungo una delle mie valli.


La vista degli aquilotti sembra sorprendere più la Terra che Aris, sembra quasi che l'immagine della lacrima di commozione, che scende lungo la valle, ti sia piaciuta così tanto che tu non abbia voluto rinunciarci. Però immagino che la Terra, antica e saggia, avesse già avuto modo di vedere un'Aquila dar da mangiare ai suoi piccoli.

Per concludere: piacevole, ma senza scossa.
Grazie
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Messaggio Da FedericoChiesa Ven Lug 26, 2024 4:29 pm

“la forza non sta solo nel volo, ma anche nell’amore e nella protezione dei più deboli”: il messaggio mi piace! Gli animali, anche quelli che sembrano crudeli e spietati, mostrano all’interno della “famiglia” una inaspettata dolcezza. E alla fine anche Aris sembra rientrare in questa ristretta cerchia di affetti, creando una connessione uomo-animale che spesso sembra impossibile da raggiungere.
Non mi ha convinto la Terra, spettatrice di una storia, ma non effettivamente caratterizzata e pertanto piuttosto anonima.
Convinto a metà.
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Messaggio Da ImaGiraffe Lun Lug 29, 2024 10:53 am

Mi spiace, ma non mi è piaciuto. Mi è sembrato tutto affrettato e raccontato, e non sono riuscito a coinvolgermi. Mi ha dato l'impressione di essere stata un'idea ancora in fase di sviluppo, perché la frase "la forza non sta solo nel volo, ma anche nell’amore e nella protezione dei più deboli", che addirittura commuove Aris, è bella e potente, ma rimane lì, senza trovare una spiegazione o un approfondimento nel testo. Non c'è un "pericolo" o "un ostacolo da superare". Insomma, per me non c'è trama.
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Messaggio Da caipiroska Mar Lug 30, 2024 3:54 pm

Un racconto semplice e pacato che non alza la voce e non rischia mai.
L'amicizia tra Aris e Dorotea poteva svilupparsi in tanti modi, ma la voce narrante filtra troppo e al lettore non arrivano né fatti né emozioni.
E questo è un gran peccato perchè alla fine il racconto lascia ben poco dietro di sè e lo percepisco quasi scarno nella sua anonima linearità.
Mancano i momenti che saldano l'amicizia dei due protagonisti, manca il perchè loro e solo loro due stabiliscono questa connessione che li unirà per tutta la vita, manca l'evoluzione di Aris grazie agli insegnamenti di Dorotea.
Manca il coraggio di una storia intensa che lasci un segno deciso e significativo.
Azzardo dicendo che manca proprio l'idea in questa storia, che gira un pò su se stessa senza un vero perno carico di significato a sostenerla.
Non mi soddisfa nemmeno l'immagine della Terra che emerge da questo racconto: un essere millenario, ricco di saggezza ed esperienza che si stupisce e commuove per... 
... Non ho ben capito per cosa...
Come non mi è chiarissimo, (annunciato nella parte iniziale) cosa insegni il ragazzo all'aquila.
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Messaggio Da Giammy Mer Lug 31, 2024 11:39 am

Ciao autore, la storia è carina, scritta per rientrare nei paletti del concorso.
La sua brevità la espone a delle critiche, forse potevi osare di più come il tuo esploratore che non ha paura di salire laddove volano le aquile.
In poco hai messo tanto, valori e buone intenzioni, in questo sei stato davvero bravo.
Quella sera, sotto un cielo stellato, Aris scrisse la storia di Dorotea e del suo insegnamento. Un racconto di forza, di amore e di libertà. Un racconto che avrebbe ispirato altri come aveva ispirato lui.
La frase che ho appena riportato parla da sé. 
Grazie per il tuo contributo.
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Messaggio Da Albemasia Gio Ago 01, 2024 11:55 pm

Una storia narrata con poesia, ma molto “raccontata”.
L’incipit è un po’ didascalico, si percepisce che è stato messo lì per ottemperare i paletti (ma questo è un limite anche di altri racconti dello step).
La parte più interessante arriva con l’inizio della storia di Aris e Dorotea, ma anche in questa parte mi pare che il racconto fatichi a decollare. Forse i personaggi avrebbero dovuto essere indagati meglio e la loro relazione arricchirsi di qualche vicenda che mostrasse la crescita dell’essere umano forgiata anche dal suo rapporto con l’aquila.
Buona la scrittura, priva di refusi e caratterizzata da diverse immagini poetiche.
In definitiva un racconto con buone potenzialità, ma che avrebbe meritato di maggiore spazio e maturazione.
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Messaggio Da Arunachala Lun Ago 05, 2024 4:49 pm

anche questo racconto è in forma di favola con messaggio.
onestamente non mi ha preso molto, devo dire, l'ho trovato piuttosto piatto.
non ci sono picchi emotivi o, se ci sono, non li ho recepiti.
come in altri casi, è una storia qualsiasi, anche carina, che potrebbe narrare chiunque.
non ho notato refusi, mentre qualche ripetizione c'è.
complimenti in ogni caso.

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Messaggio Da Achillu Sab Ago 10, 2024 9:42 am

Ciao, Penna.

La sensazione che mi resta dopo il racconto è quella di aver letto una sinossi. Manca la narrazione vera e propria, sembra più una dichiarazione di intenti. Sarebbe da prendere questo come un canovaccio, magari aggiungere qualche elemento di sorpresa. Aggiungo che mi sembra che l'attenzione sia rivolta soprattutto ad Aris e meno a Dorotea, ma può essere una mia impressione. Un altro elemento che si potrebbe approfondire sono le motivazioni e le emozioni di Aris nel periodo che resta lontano da Dorotea, e viceversa.
Senza ombra di dubbio, il racconto è scritto bene e con delle immagini poetiche che valgono la lettura e anche la rilettura. I paletti sono tutto sommato presenti, anche se il tema "uccelli" non è il tema principale.

Grazie e alla prossima.

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Messaggio Da Resdei Dom Ago 11, 2024 11:49 am

Altro racconto in cui, nella premessa, si parla della presenza devastante dell’uomo.
A me non è dispiaciuto. Non sarà eclatante, ma mi sembra scritto bene e con il cuore. 
Lo stesso di questa terra che sembra assistere impotente alle vicende delle sue creature. La storia che narra le piace, ma dal tono sembra che aspetti la “fregatura” da un momento all’altro. 
Per la semplicità della vicenda e la lunghezza, mi sembra un racconto buttato giù un po' in fretta per l’imminenza scadenza dello step e per questo ancora più apprezzabile. 
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Messaggio Da paluca66 Dom Ago 11, 2024 4:57 pm

Un racconto breve, rapido, finito che lascia il lettore un po' così incerto se applaudire a tante immagini poetiche o perplesso nell'aver incontrato qualcosa forse troppo scontato incapace di coinvolgerlo emotivamente. E la Terra fa da semplice spettatrice senza essere minimamente coinvolta, anche qui, come in altri racconti, al duo posto a raccontare potrebbe essere chiunque. Promosso a metà.

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Messaggio Da vivonic Mar Ago 13, 2024 2:04 pm

È il ritmo che non mi convince, di questo racconto. Tutto ciò che leggo mi passa dagli occhi senza pathos: non riesco a partecipare alle emozioni di Aris, della Terra, dell'aquila. Niente.
C'è troppa morale gettata in faccia e poco racconto buttato nella fantasia per farmi apprezzare questo testo.
Mi dispiace.

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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
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Messaggio Da Akimizu Mar Ago 13, 2024 3:26 pm

Questo racconto mi ha lasciato distante, non è riuscito a farmi entrare nella magia delle sue parole. Non so, forse è un po' asettico, io avrei inserito almeno una scena in cui i due protagonisti vivono qualcosa insieme, un qualcosa con cui il lettore riesca a entrare in empatia con loro e con i perché della storia narrata. Così invece tutto rimane estremamente distante. A rileggerci!
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Messaggio Da Molli Redigano Mer Ago 14, 2024 1:14 pm

La scrittura è buona e il racconto si legge agevolmente. 

Credo che questa storia poteva svilupparsi meglio. D'accordo il ciclo della vita e che pone fine al particolare rapporto tra Aris e Dorotea, però mi sembra che il tutto sia stato liquidato abbastanza in fretta. Vero che la nostra Terra narrante ha molti pensieri in testa, ma se ha deciso di raccontarci questa storia poteva darci qualche elemento in più. E di spazio ce n'era. Ecco, credo sia la brevità il maggior difetto di questo testo. Un più ampio sviluppo avrebbe reso più onore alla speciale amicizia tra i protagonisti e forse anche alla natura stessa, così capace di sorprenderci anche in queste piccole cose che spesso passano inosservate. Parimenti, il lettore avrebbe sentito meno il distacco da ciò che stava leggendo.

Grazie e Buone Vacanze!

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Messaggio Da Gimbo Gio Ago 15, 2024 6:31 pm

Il racconto è scritto in maniera fluida e senza errori, ma non riesce a trasmettere l'emozione che ci si aspetterebbe da una storia che vuole essere poetica e coinvolgente. L'inizio, pur interessante, non mi convince del tutto, risultando in un tono un po' troppo didascalico e distante. La narrazione sembra a tratti una sorta di documentario, dove il coinvolgimento emotivo è sacrificato a favore di una descrizione più razionale e distaccata.

Nonostante la scrittura sia impeccabile, la trama manca di dinamismo e di quei guizzi che avrebbero potuto rendere il racconto più avvincente. Nel complesso, si tratta di un lavoro corretto e ben realizzato, ma che avrebbe potuto esplorare con più profondità le emozioni dei personaggi e i loro legami con il mondo naturale. L'impegno nella scrittura è comunque evidente.
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Messaggio Da Hellionor Ven Ago 16, 2024 8:17 am

Una storia poetica, piena di saggezza e di buoni e puri sentimenti. La.narratrice terra è un po' pesante, vero, ma alla fine questo ritmo lento da vecchio saggio che racconta, si presta bene alla storia che ci presenti.
Magari manca qualche guIzzo ma non è molto importante, il racconto veicola il suo messaggio in maniera perfetta e la storia arriva al lettore con semplicità e profondità.
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Il canto dell'aquila Empty Re: Il canto dell'aquila

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