Nuda vola
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Nuda vola
Ho sempre amato gli uccelli migratori, più di ogni altra specie.
Per esempio, la Pittima minore, che migra dall'Alaska fino alla Tasmania senza mai fermarsi per nutrirsi. Oppure le Oche selvatiche, che volano in formazione a V, e la Sterna artica, che viaggia dall'Artico all'Antartico e ritorno. Anche lo Svasso collorosso, che migra di notte per evitare i predatori. E infine la Pernice bianca, che migra solo dalle montagne a zone più tiepide a valle, ma quando lo fa cambia piumaggio per mimetizzarsi con l'ambiente.
L'evoluzione ha donato a questi uccelli caratteristiche uniche per affrontare lunghi viaggi attraverso le terre e i mari, ma quello che amo di più è la loro libertà.
Comunque, per non sembrare troppo di parte, voglio parlare anche del Kakapo. Incapace di volare, vive solo su tre isole, in poche centinaia di esemplari, ed è a grave rischio di estinzione. Mi impegno costantemente a creare nuovi habitat adatti alla sua proliferazione e, grazie allo sforzo congiunto mio e di alcuni umani, la sua popolazione sta aumentando.
È vero, gli uomini distruggono molte delle cose che creo e la loro sete di espansione sembra inesauribile, ma non voglio parlare di questo.
Voglio celebrare la bellezza delle aree protette, istituite da uomini virtuosi, spesso volontari, che si dedicano alla conservazione della natura. Questi spazi, destinati alla protezione della biodiversità, permettono a flora e fauna di prosperare senza essere disturbate dall'attività umana intensiva. Le riserve naturali offrono rifugio a specie a rischio come il Kakapo e forniscono un ambiente sicuro per gli uccelli migratori durante i loro lunghi viaggi. Per questo mi piace osservarle da vicino.
L’esemplare di Fratino che sto guardando è piccolo, ha le zampe sottili e grigio scure che si muovono con grazia sulla sabbia umida. Il piumaggio mimetico sfuma dal grigio-marrone chiaro della schiena al bianco candido del ventre, mentre il becco nero e affilato cattura abilmente piccoli insetti nella brezza mattutina. Gli occhi scuri brillano di attenzione mentre le ali si agitano leggermente. Sono giorni che la osservo preparare il nido. Ha deciso, deporrà il suo primo uovo in questa piccola riserva naturale.
È la foce di un fiume, una zona acquitrinosa dominata da una torre esagonale che sembra più un casale. Dovrebbe essere al sicuro, ma una vibrazione fa spaventare il Fratino. Questo odore è inconfondibile, un profumo muschiato che si mescola al salmastro dell'oceano. È il profumo della vita stessa, dell'umanità che si avvicina.
L’anziana donna ha i capelli grigi che cadono come cascate lungo le spalle nude e riflettono la luce del sole con un bagliore argentato. La pelle, abbronzata e rugosa, evoca la forza e la saggezza degli alberi secolari. I seni con grandi areole brune, anche se non più floridi, si adagiano sul ventre; e poi la vulva, sormontata da peli argentei. Ogni colore, odore e suono di lei mi rapiscono. La sua presenza sulla spiaggia è come un ritorno alle radici primordiali, una manifestazione vivente della potenza e della vitalità che mi pervadono; gli antichi la definirebbero una dea madre.
«Ah, sono tornati i fratini.» dice, mentre accelera il passo. Un uomo, vestito, la sta inseguendo.
«Onorì, mò se ne va! Devi metterti qualcosa addosso. Hai sconfinato di nuovo.»
«Ma dai, Olì. Si sta così bene qui. Piuttosto guarda, sono tornati i Fratini. Chissà da dove viene. Facciamo piano, non vorrei spaventarla. Sai, prima ho visto un Cavaliere d’Italia. Mamma se era bello, ero a prendere il sole quando è volato proprio sopra di me...»
«Lo so che so tornati. Ora, Onorina, metti un coprisole, spaventi i bambini.»
La risata della donna mi ha raggiunto nel profondo.
«Olivo. Lo so che è Sina che spavento. La vedo, sta lì sulla porta di casa. Piuttosto, come vanno i reumatismi? Dille, se le occorre posso farle ancora l’impacco con artiglio del diavolo e arnica, l’altra volta ha funzionato.»
Mentre si sistema un telo sul corpo, il suo odore si affievolisce subito. È come se quel pezzo di stoffa ne avesse annullato la potenza divina: l’ha trasformata in una donna qualunque. Il Fratino, intanto, ha iniziato a tremare tutta e si è accovacciata sempre di più per mimetizzarsi con il paesaggio. La sola idea di lasciare l’uovo in balia dei predatori la paralizza.
La donna la vede e spinge lontano l’uomo continuando a parlare. Vorrei seguirli, ma non posso ignorare un piccolo essere dai colori vivaci che si avvicina rapido dal mare. Le sue ali blu e il petto arancione brillano sotto il sole mentre vola verso gli stagni, cullato dalla brezza che accarezza la costa.
Il Martin pescatore si tuffa con eleganza nelle acque placide degli stagni, gli occhi affilati in cerca di movimento. Con un tuffo rapido, afferra un pesce scintillante con il becco affilato. Da sempre un simbolo di prosperità. Non è tempo per lui di nidificare, ma vederne uno è segno di buon auspicio.
«Zozza! Vatte viè!»
Il Martin pescatore spaventato spicca il volo e riprende il mare.
«Schifosa. Disonorina.»
Una risata accompagna i passi di Onorina, ingobbita e goffa, con i capelli che le ricadono lungo il viso e un senso di vergogna che le adombra gli occhi mentre attraversa la zona degli stagni per raggiungere la spiaggia. Solo quando arriva, lontana dalla casa da cui provengono risate di scherno, l’anziana si libera del tessuto che la costringe. Allora riaffiora la sua potenza. Diventa immensa, capace di abbracciare l’intera riserva naturale se solo ne avesse le capacità. Respira l’aria salmastra, scuote i capelli e, nel momento in cui si adagia sulla sabbia, una coppia di Cavalieri d’Italia spicca il volo. Ride: è in pace e libera.
Come un uccello, vola alto, lo sento. Non conosco la sua storia, ma percepisco che vola oltre tutte le reprimende, oltre il giudizio, perché quel luogo protegge anche lei. La riserva naturale le permette, come un esemplare da preservare, di essere libera.
Onorina si è appisolata e ne percepisco il dolce respiro. Poco più in là, tra la sterpaglia, il ciuffo verde metallico iridescente di una Pavoncella mi attira. Si sente al sicuro mentre continua a cercare cibo, avvicinandosi all’anziana addormentata.
Un movimento rapido e la Pavoncella torna rapidamente al suo rifugio, come se avesse udito anche lei quei passi furtivi.
L'uomo, con il cappello in mano e visibilmente imbarazzato, si avvicina. Anche Onorina sembra percepirlo e si sveglia.
«Olì, tutto bene?»
Lui le porge un bicchiere pieno di vino e gazzosa.
«Questo te lo manda Sina. Lo sai com’è fatta. È rigida e pudica ma ti vuole bene.»
«Lo so, ma che ci posso fare? Io il costume non riesco a portarlo, mi irrita. Mi dà noia. Preferisco stare così.»
«Sì, ma non devi sconfinare. Rimani dentro la riserva, ché qui non disturbi nessuno. Attenta solo alle guardie.»
«E gli amici vostri, gli Olandesi, lo sanno delle guardie? Sina con la moglie non si indigna. Fa l’amica. Com’è? Non è schifosa lei. È perché è giovane? È quello!»
«Ma no! Ci siamo affezionati a loro dopo avergli ritrovato i bambini che si erano persi e mò Sina se li è presi a cuore. E poi quando vengono a trovarci, quelli, si vestono. Tu invece fai come ti pare e quella si incazza. Dice che poi la gente a messa parla.»
«Ma che parlino, chi se ne frega, a messa ci vado vestita pure io, sa?»
«Onorì, ma perché non migri?»
«In che senso? Mi state cacciando? Oh! io sò nata qua e qua morirò. Nu mi fa ‘ncazzà.»
«Ma no. C’hai capito. Ci saranno altri come te, qui siamo quattro gatti. Ma su in riviera sicuro ci sono posti in cui puoi stare senza costume.»
«E tu che ne sai?» Onorina si è portata le gambe al petto sospettosa.
«Gli Olandesi. Hanno detto che lì ci stanno spiagge riconosciute. Migra, Onorì, devi migrare come gli uccelli che ti piacciono tanto.»
L’uomo si allontana e lei rimane sola, con le gambe cinte dalle braccia, si è fatta piccola. Non conosco i suoi pensieri, ma percepisco un'inquietudine insinuarsi in lei. La forza divina sembra essersi spaventata, timorosa di lasciare la piccola riserva in cui si sente potente. Devo darle un segnale, non posso sentirla così abbattuta: scuoto appena la terra, e il resto lo fanno gli uccelli. Uno stormo si solleva dagli stagni e vola verso nord.
Gli si gonfiano gli occhi di lacrime, ma il suo volto è sereno. Ha recepito il messaggio.
Purtroppo, quando è una donna qualunque non riesco a distinguerla dalle altre; ma quando si toglie i vestiti sento subito la connessione.
«Oh mamma! Ma che succede qui?»
«Signò, hanno deciso di fare il concerto di un cantante famoso qua, sulla spiaggia nostra.»
«Ma è una zona protetta, per la salvaguardia del Fratino, ne nidificano a migliaia qui. Ero in viaggio per il nord e mi sono fermata proprio per questo, è un disastro.»
Per la prima volta sento la rabbia montargli dentro. È vero che le ruspe hanno spianato la spiaggia, ma i Fratini non sono ancora arrivati. Non si fermeranno qui, lo faranno poco più giù o poco più su. È triste vedere la spiaggia ridotta così, ma è solo questione di tempo prima che mi riprenda ciò che è mio. Gli uomini possono cambiare il paesaggio a loro piacimento, ma alla fine la forza rigogliosa della natura riconquisterà tutto.
«I fratini sono sempre tornati.» dice l’uomo nudo al suo fianco «Come noi. Ci caccino, ci facciano la multa ma noi torniamo perché qui è bello... Che facciano pure il loro concerto, noi sappiamo aspettare.»
Onorina non è per niente convinta, è inquieta, si riveste in fretta e torna qualunque.
Sono nella quiete di una salina, che guardo i fenicotteri nutrirsi di gamberetti che conferiranno al loro piumaggio il tipico colore rosa, quando finalmente la percepisco di nuovo, non molto distante, e avverto la sua felicità. La sua essenza si mescola armoniosamente a quella di altri corpi.
Sono seduti su teli colorati uomini e donne di ogni età, i loro corpi diversi sono liberi e rilassati, e questa libertà mi inebria. Onorina ha trovato uno stormo.
«E a te cosa ti porta da queste parti?»
«Io sto migrando.» dice fiera.
«Come un uccello?» Il ragazzo al suo fianco è calmo e sereno.
«Proprio così. Ho lasciato il mio nido sicuro alla ricerca di qualcuno come me. Ho viaggiato con il treno e lungo la costa ho visto cosa stanno facendo alle spiagge. Uno schifo! A me piacciono gli uccelli, e vedere interi areali di nidificazione presi d’assalto mi ha messo paura. Ero certa che non sarei riuscita a trovare nessuno, ma il biglietto ce l’avevo già e meno male che non ho rinunciato. È uno spettacolo!»
«Si, stiamo bene. Altro che spiagge affollate. Tranquilli, a contatto con la natura non facciamo male a nessuno. Qui non fanno le multe, non aver paura.»
«Io non ho mai paura quando sono nuda.»
Il corpo le pulsa di orgoglio e appartenenza. Convince i nuovi amici a visitare la riserva naturale del delta del grande fiume e là, tra le zone palustri, li perdo in un suono di risate.
La stagione calda sta per finire e ogni uccello migratore si prepara a tornare da dove è venuto. C’è fermento nei nidi, ma la voglia di librarsi in volo è tanta.
Onorina è tornata a casa. Ho sentito la sua pelle scossa dai brividi, e temo che sia l’ultima volta che si spoglierà per quest’anno. Percepisco qualcosa di diverso: è meno selvaggia, ma più consapevole; quella migrazione l’ha arricchita di una complessità che la rende più difficile da decifrare ma anche stranamente più potente e connessa a quella riserva.
«Scostumata!» si sente urlare.
Onorina si irrigidisce per un attimo e si copre giusto il seno e la vulva. Poi una risata cristallina.
«Sina, che te possino. Mi hai spaventata.»
Sina ha un costume intero e un pareo.
«Chi pensavi che ero, la guardia?»
Non c’è astio nella sua voce e Onorina lo capisce.
«Ti sei venuta a fa l’ultimo bagno? È fredda l’acqua, con i reumatismi che c’hai non ti conviene.»
«Ma che bagno e bagno. Sono venuta per te. Olivo mi ha detto che sei tornata. Ti volevo vedere.» Sina stende il pareo e ci si siede sopra a fatica. «Mi sei mancata.»
Le due si avvicinano e rimangono a guardare il mare.
«Allora, hai trovato altri scostumati come te?»
«Sì. Naturisti.» Gonfia il petto di orgoglio: «Il prossimo anno, Marcello e Anna da Torino scenderanno verso la Puglia e passeranno a prendermi. O almeno, così hanno detto, poi non so.»
«Oh, e che è sà faccia! Se t’hanno detto che passano, passano. Mò fai tanto la timorosa. Sei sempre stata libera e mò ti vergogni per esserti fatta amici come te. Io mica mi offendo, che qui di zozzoni non ne voglio.»
«Solo gli Olandesi.» scoppia a ridere.
«Brava. Io qui ci voglio solo gli Olandesi.» E anche Sina ride.
Onorina toglie il tessuto dal corpo, si stende all’ultimo sole, stringe con le mani la sabbia e, quando vede il Cavaliere d’Italia sorvolare la zona, si sente libera.
«Io non ho mai paura quando sono nuda.»
Different Staff- Admin
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Re: Nuda vola
Interessante questa interpretazione del tema.
Il racconto si fa leggere, la Terra come narratrice della storia c’è e considerando la difficoltà dell’esercizio si può “sorvolare” sulla didascalicità delle parole, di uccelli ce ne sono e anche qui sorvolo sull’effetto documentario naturale delle descrizioni.
Mi è piaciuto l’escamotage di scegliere una riserva naturale per far incontrare terra e volatili. Mi è piaciuta molto la prima descrizione dell’anziana: per un attimo mi hai fatto pensare a una sciamana, a un racconto che avesse alcune note di realismo magico. Poi, subito dopo, la disillusione. Devo dire che ho letto con questa “delusione” del tutto personale il resto del racconto. Non ho apprezzato la coloritura in pseudo romanesco e neppure mi ha convinta più di tanto la parte conclusiva che, a mio avviso, distoglie dal tema principale e fa deragliare il racconto. Il focus non è più uccelli/terra piuttosto ci si focalizza su Onorina e i rapporti con la società dei suoi simili. Ma questa è un altra storia.
Si, stiamo bene - Sì,
Sono giorni che la osservo preparare il nido. (Qui e in altri punti del testo parli di Fratino e poi volgi la frase al femminile. C’è un motivo?)
Sono nella quiete di una salina, che guardo i fenicotteri nutrirsi di gamberetti che conferiranno al loro piumaggio il tipico colore rosa, quando finalmente la percepisco di nuovo, non molto distante. (Ti segnalo questo periodo ma ce ne sono altri simili): perché raccontare al lettore che il colore del piumaggio dei fenicotteri è dovuto alla loro alimentazione? È una informazione inutile nel contesto e che appesantisce solo la lettura. Anche per questo ti dico che fa “effetto documentario” .
Il racconto si fa leggere, la Terra come narratrice della storia c’è e considerando la difficoltà dell’esercizio si può “sorvolare” sulla didascalicità delle parole, di uccelli ce ne sono e anche qui sorvolo sull’effetto documentario naturale delle descrizioni.
Mi è piaciuto l’escamotage di scegliere una riserva naturale per far incontrare terra e volatili. Mi è piaciuta molto la prima descrizione dell’anziana: per un attimo mi hai fatto pensare a una sciamana, a un racconto che avesse alcune note di realismo magico. Poi, subito dopo, la disillusione. Devo dire che ho letto con questa “delusione” del tutto personale il resto del racconto. Non ho apprezzato la coloritura in pseudo romanesco e neppure mi ha convinta più di tanto la parte conclusiva che, a mio avviso, distoglie dal tema principale e fa deragliare il racconto. Il focus non è più uccelli/terra piuttosto ci si focalizza su Onorina e i rapporti con la società dei suoi simili. Ma questa è un altra storia.
Si, stiamo bene - Sì,
Sono giorni che la osservo preparare il nido. (Qui e in altri punti del testo parli di Fratino e poi volgi la frase al femminile. C’è un motivo?)
Sono nella quiete di una salina, che guardo i fenicotteri nutrirsi di gamberetti che conferiranno al loro piumaggio il tipico colore rosa, quando finalmente la percepisco di nuovo, non molto distante. (Ti segnalo questo periodo ma ce ne sono altri simili): perché raccontare al lettore che il colore del piumaggio dei fenicotteri è dovuto alla loro alimentazione? È una informazione inutile nel contesto e che appesantisce solo la lettura. Anche per questo ti dico che fa “effetto documentario” .
In conclusione, si sente che dietro a questa storia c’è un pensiero e un gran lavoro per costruirla anche se il risultato non è probabilmente adeguato allo sforzo profuso. Secondo me puoi lavorarci ancora. Comunque complimenti per “esserci”.
Petunia- Moderatore
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Re: Nuda vola
Tante cose in questo racconto e soprattutto la voglia di libertà.
Il naturismo, i concerti di Jovanotti sulle spiagge, il paragone con posti meno belli, ma più avanti nella libertà individuale come l'Olanda. Questo troppo ostentato, ma che non danneggia un racconto scritto con la stessa naturalezza.
Qualche frase in una specie di romanesco insiste sulla libertà dell'autore che sorpassa tutti nel volersi esprimere in un gergo consolidato in certi ambienti che ho avuto la fortuna o la sfortuna di frequentare.
Piaciuto.
Il naturismo, i concerti di Jovanotti sulle spiagge, il paragone con posti meno belli, ma più avanti nella libertà individuale come l'Olanda. Questo troppo ostentato, ma che non danneggia un racconto scritto con la stessa naturalezza.
Qualche frase in una specie di romanesco insiste sulla libertà dell'autore che sorpassa tutti nel volersi esprimere in un gergo consolidato in certi ambienti che ho avuto la fortuna o la sfortuna di frequentare.
Piaciuto.
tommybe- Maestro Jedi
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Re: Nuda vola
Un racconto che mi ha suscitato diverse sensazioni: la prima parte mi ha lasciata abbastanza indifferente per il tono documentaristico, come già rilevato, mentre l’introduzione della figura di Onorina ha risollevato il mio interesse. Un personaggio carismatico, che mi ha richiamato in qualche modo la figura di Madre Natura per le sue caratteristiche e il suo legame con il naturismo.
L’impressione generale, però, è quella di un testo “diviso in due”, dove la parte documentaristica non riesce a fondersi perfettamente con la parte più narrativa, legata alla vicenda di Onorina e dei suoi amici, come invece probabilmente era nelle intenzioni dell’autore/autrice.
Anche i dialoghi in dialetto romanesco secondo me, se da un lato hanno il pregio di caratterizzare i personaggi umani, dall’altro tolgono un po’ l’aura magica di cui il racconto si era permeato con l’entrata in scena di Onorina.
Nel complesso, dunque, un buon racconto nato da un’idea molto apprezzabile, scritto bene, ma che – a mio parere – forse potrebbe fondere le due anime di cui si compone in maniera più armoniosa.
L’impressione generale, però, è quella di un testo “diviso in due”, dove la parte documentaristica non riesce a fondersi perfettamente con la parte più narrativa, legata alla vicenda di Onorina e dei suoi amici, come invece probabilmente era nelle intenzioni dell’autore/autrice.
Anche i dialoghi in dialetto romanesco secondo me, se da un lato hanno il pregio di caratterizzare i personaggi umani, dall’altro tolgono un po’ l’aura magica di cui il racconto si era permeato con l’entrata in scena di Onorina.
Nel complesso, dunque, un buon racconto nato da un’idea molto apprezzabile, scritto bene, ma che – a mio parere – forse potrebbe fondere le due anime di cui si compone in maniera più armoniosa.
Albemasia- Padawan
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Re: Nuda vola
Niente male questo racconto, l'ho gradito.
Credo che molto del merito debba ascriversi alla protagonista, grazie alla sua sensibilità e naturalezza. E poi l'ambientazione, il contesto, non proprio convenzionale.
Anche io mi ero annotato mentalmente quel passaggio citato da Petunia, mentre leggevo ci ho pensato: perché mi devi dire che il piumaggio dei fenicotteri è così per via della dieta a base di gamberetti? È proprio un di più.
Comunque ribadisco il gradimento, lettura interessante.
Credo che molto del merito debba ascriversi alla protagonista, grazie alla sua sensibilità e naturalezza. E poi l'ambientazione, il contesto, non proprio convenzionale.
Anche io mi ero annotato mentalmente quel passaggio citato da Petunia, mentre leggevo ci ho pensato: perché mi devi dire che il piumaggio dei fenicotteri è così per via della dieta a base di gamberetti? È proprio un di più.
Comunque ribadisco il gradimento, lettura interessante.
Byron.RN- Maestro Jedi
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Re: Nuda vola
La lettura è piacevole, a parte l’intro che mi è sembrata veramente didascalica. Ho pensato scrivessi un racconto sul kakapo, poi sono rimasto disorientato quando è scomparso del tutto dalla storia.
Gli uccelli ci sono, un po’ da enciclopedia, ma ritengo la tua intenzione fosse di concentrarti su Onorina, uccello libero che vola per il mondo.
Mi manca la Terra, come vero elemento narrante.
P.S. Non scrivere in corsivo le parole in romanesco, tanto si capisce!
Gli uccelli ci sono, un po’ da enciclopedia, ma ritengo la tua intenzione fosse di concentrarti su Onorina, uccello libero che vola per il mondo.
Mi manca la Terra, come vero elemento narrante.
P.S. Non scrivere in corsivo le parole in romanesco, tanto si capisce!
FedericoChiesa- Cavaliere Jedi
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Re: Nuda vola
La mia sensazione, personalissima per carità, è che tu avessi questo bel personaggio, Onorina, da raccontare e che per paura di non riuscire a rientrare nel tema assegnato, gli uccelli, abbia corredato la sua storia con tante, troppe informazioni sugli uccelli, un po' in stile Piero Angela.
Così l'inizo, fino al kakapò, risulta un po' faticoso da leggere, così come le informazioni cparse un po' qui e là sugli uccelli migratori.
È chiaro che il fulcro del racconto è Onorina e il suo rapporto molto particolare con la Terra, con Madre Natura e da questo punto di vista il racconto piace, si legge con piacere, crei un personaggio che pur borderline, risulta molto credibile.
Non sei riuscit* a trattenerti da qualche passaggio un po' moraleggiante ma, considerato che è la Terra a raccontare, direi che ci sta e anche bene.
Buona la scrittura anche se non sono riuscito a capire gli inserimenti in dialetto a quale regione appartengano, dal racconto si intuisce che siamo tra Romagna e Abruzzo al massimo.
Così l'inizo, fino al kakapò, risulta un po' faticoso da leggere, così come le informazioni cparse un po' qui e là sugli uccelli migratori.
È chiaro che il fulcro del racconto è Onorina e il suo rapporto molto particolare con la Terra, con Madre Natura e da questo punto di vista il racconto piace, si legge con piacere, crei un personaggio che pur borderline, risulta molto credibile.
Non sei riuscit* a trattenerti da qualche passaggio un po' moraleggiante ma, considerato che è la Terra a raccontare, direi che ci sta e anche bene.
Buona la scrittura anche se non sono riuscito a capire gli inserimenti in dialetto a quale regione appartengano, dal racconto si intuisce che siamo tra Romagna e Abruzzo al massimo.
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paluca66- Maestro Jedi
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Re: Nuda vola
Il commento per questo racconto lo devo spezzettare.
Bello il titolo, che da solo racconta, e la scrittura, sicura e senza sbavature. Se ci sono refusi o altri inciampi, sono passati inosservati anche per la qualità dello stile.
Il tema dello step viene ampiamente dibattuto, soprattutto nella parte iniziale, con una miriade di esempi che ci parlano della capacità dell’evoluzione di adattarsi ai tanti habitat. Elemento questo presente in altri racconti e che – per quanto ovvio – si può applicare a praticamente tutti gli animali. Questo aspetto del racconto mi è parso un po’ troppo pro step, anche se mi ha dato tanti spunti per approfondire e imparare. Ha disperso però un po’ le mie aspettative iniziali per la storia che ci doveva essere. Forse bastava anche meno.
Ma ad essermi piaciuta maggiormente è la figura di Onorina, la sua doppia personalità che arriva forte e chiara, il suo vivere il momento della senilità: donna libera, che le costrizioni della società finiscono per affievolire persino nel suo “odore”, oltre che nelle sue sensibilità. Il suo sentirsi parte della natura, quale che sia, così come Terra la sente parte del suo essere, complice e amica, senza ipocrisie e obblighi morali, questo sì che è raccontato bene. Ecco, questo racconto nel racconto funziona davvero molto bene, e la Terra narrante riesce a esprimere al meglio il suo sentire/sentirsi.
Per mio parere personalissimo, ovviamente, questa parte avrebbe funzionato anche da sola, ottemperando pienamente ai paletti dello step anche con una minor presenza di uccelli: l’ho riletto in questo modo e mi ha emozionato maggiormente e letto anche al di fuori del contest darebbe comunque l’idea della Terra che narra. Forse in questa modalità qualche parte andrebbe aggiustata per renderla più fluida, più naturale.
Bello il titolo, che da solo racconta, e la scrittura, sicura e senza sbavature. Se ci sono refusi o altri inciampi, sono passati inosservati anche per la qualità dello stile.
Il tema dello step viene ampiamente dibattuto, soprattutto nella parte iniziale, con una miriade di esempi che ci parlano della capacità dell’evoluzione di adattarsi ai tanti habitat. Elemento questo presente in altri racconti e che – per quanto ovvio – si può applicare a praticamente tutti gli animali. Questo aspetto del racconto mi è parso un po’ troppo pro step, anche se mi ha dato tanti spunti per approfondire e imparare. Ha disperso però un po’ le mie aspettative iniziali per la storia che ci doveva essere. Forse bastava anche meno.
Ma ad essermi piaciuta maggiormente è la figura di Onorina, la sua doppia personalità che arriva forte e chiara, il suo vivere il momento della senilità: donna libera, che le costrizioni della società finiscono per affievolire persino nel suo “odore”, oltre che nelle sue sensibilità. Il suo sentirsi parte della natura, quale che sia, così come Terra la sente parte del suo essere, complice e amica, senza ipocrisie e obblighi morali, questo sì che è raccontato bene. Ecco, questo racconto nel racconto funziona davvero molto bene, e la Terra narrante riesce a esprimere al meglio il suo sentire/sentirsi.
Per mio parere personalissimo, ovviamente, questa parte avrebbe funzionato anche da sola, ottemperando pienamente ai paletti dello step anche con una minor presenza di uccelli: l’ho riletto in questo modo e mi ha emozionato maggiormente e letto anche al di fuori del contest darebbe comunque l’idea della Terra che narra. Forse in questa modalità qualche parte andrebbe aggiustata per renderla più fluida, più naturale.
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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
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Re: Nuda vola
Non ho particolarmente gradito l’elenco iniziale ma, come per altri racconti, era necessario far capire a chi appartiene la voce narrante.
Onorina è un personaggio splendido, reale, bella la sua descrizione, si vedono le sue nudità e la sua potenza che svanisce quando indossa i vestiti.
Piacevole anche il rapporto con Sina, a distanza ma carico di affetto.
Insomma, una bella storia scritta con garbo e delicatezza.
Onorina è un personaggio splendido, reale, bella la sua descrizione, si vedono le sue nudità e la sua potenza che svanisce quando indossa i vestiti.
Piacevole anche il rapporto con Sina, a distanza ma carico di affetto.
Insomma, una bella storia scritta con garbo e delicatezza.
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Re: Nuda vola
Un racconto ben scritto e scorrevole che ci presenta un personaggio interessante inserito in un contesto insolito, ma ben giustificato.
Il taglio nozionistico della prima parte, a mio avviso, non è ben gestito: si percepisce la sfumatura di ammirazione da parte della voce narrante, ma a tal proposito credo che manchi un pò di sentimento e tutto risulta relegato a una sorta di elenco dei vari uccelli e delle loro caratteristiche. Paradossalmente risalta molto di più la figura di Onorina perchè ha una vitalità e una connessione con la Terra che i volatili non raggiungono mai nel testo.
Il parallelo tra Onorina e gli uccelli è la voglia di libertà, la migrazione, la capacità cioè di andare via e cercare un posto migliore dove vivere e sentirsi a casa. Credo che questo tema, importantissimo e molto attuale (perchè pare che la maggior parte della gente non riesca più a dare un valore alla parola casa...) doveva essere approfondito di più e indagato meglio, perchè gli uccelli, alla fine, non sono liberissimi nelle loro scelte perchè, semplicemente, se non migrano muoiono, proprio come alcune persone.
Ecco, più che le descrizioni tecniche degli uccelli e delle loro abitudini, sarebbe stato interessante leggere dei bisogni primordiali che accomunano Onorina con gli uccelli.
Il taglio nozionistico della prima parte, a mio avviso, non è ben gestito: si percepisce la sfumatura di ammirazione da parte della voce narrante, ma a tal proposito credo che manchi un pò di sentimento e tutto risulta relegato a una sorta di elenco dei vari uccelli e delle loro caratteristiche. Paradossalmente risalta molto di più la figura di Onorina perchè ha una vitalità e una connessione con la Terra che i volatili non raggiungono mai nel testo.
Il parallelo tra Onorina e gli uccelli è la voglia di libertà, la migrazione, la capacità cioè di andare via e cercare un posto migliore dove vivere e sentirsi a casa. Credo che questo tema, importantissimo e molto attuale (perchè pare che la maggior parte della gente non riesca più a dare un valore alla parola casa...) doveva essere approfondito di più e indagato meglio, perchè gli uccelli, alla fine, non sono liberissimi nelle loro scelte perchè, semplicemente, se non migrano muoiono, proprio come alcune persone.
Ecco, più che le descrizioni tecniche degli uccelli e delle loro abitudini, sarebbe stato interessante leggere dei bisogni primordiali che accomunano Onorina con gli uccelli.
caipiroska- Cavaliere Jedi
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Re: Nuda vola
Il racconto mi è piaciuto molto. I paletti sono stati usati in modo calibrato e in più offrono un messaggio di libertà, rispetto e conservazione, che sono tematiche molto importanti al giorno d'oggi.
Ma le cose che maggiormente mi hanno colpito sono: la trovata, assolutamente azzeccata, di rendere invisibile agli occhi della Terra la protagonista quando si riveste, lasciando così spazio ai dialoghi per colmare i vuoti, e il fatto che la protagonista sia un'anziana donna che per la maggior parte del tempo è nuda e libera.
Ma le cose che maggiormente mi hanno colpito sono: la trovata, assolutamente azzeccata, di rendere invisibile agli occhi della Terra la protagonista quando si riveste, lasciando così spazio ai dialoghi per colmare i vuoti, e il fatto che la protagonista sia un'anziana donna che per la maggior parte del tempo è nuda e libera.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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Re: Nuda vola
Difficile commentare un racconto come questo. La scrittura è di ottimo livello, le atmosfere sono create in maniera sublime, Onorina è un personaggio fantastico. Quindi? Mi sembra che manchi l'armonizzazione tra le vicende umane e gli uccelli, risolta con la descrizione iniziale molto didascalica e il mancato arrivo sulla spiaggia dei Fratini a causa del concerto. L'uso del dialetto caratterizza fortemente gli umani protagonisti, ma penalizza gli uccelli che sembrano soltanto comparse obbligate dal paletto del concorso. Cosa dire della terra? È una abilissima narratrice che resta però sullo sfondo, come gli uccelli.
Nel complesso è un buon lavoro, che poteva diventare super.
Grazie autore per il tuo contributo.
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Giammy- Younglings
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Re: Nuda vola
anche qui apprezzo l'idea iniziale ma non lo sviluppo complessivo.
alla fine il tema viene perso e si parla più della donna che di pianeta e uccelli.
ammiro comunque il coraggio avuto nel trovare una soluzione simile per aderire ai paletti.
rimane un pezzo nettamente migliorabile.
alla fine il tema viene perso e si parla più della donna che di pianeta e uccelli.
ammiro comunque il coraggio avuto nel trovare una soluzione simile per aderire ai paletti.
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Re: Nuda vola
Un'interpretazione interessante del tema, che riesce a mantenere alta l'attenzione. Nonostante la narrazione a tratti diventi didascalica, questo può essere giustificato dalla difficoltà dei paletti e dal tentativo di inserire elementi educativi. La scelta di ambientare il racconto in una riserva naturale è particolarmente azzeccata e dona al testo un tocco di realismo che affascina.
L'introduzione del personaggio dell'anziana è stata un punto di forza: per un momento, ho percepito un'atmosfera di realismo magico che mi ha catturato, anche se poi ho provato una lieve delusione quando la storia ha preso una piega più ordinaria. La coloritura nel dialetto locale non mi ha convinto appieno e la conclusione del racconto sembra distogliere l'attenzione dal tema principale, focalizzandosi maggiormente sui rapporti sociali di Onorina.
Tuttavia, è evidente che dietro questo racconto c'è un grande lavoro e un pensiero ben strutturato. Forse con qualche aggiustamento, il racconto potrebbe raggiungere una maggiore coerenza e incisività. Complimenti comunque per l'impegno e l'originalità!
L'introduzione del personaggio dell'anziana è stata un punto di forza: per un momento, ho percepito un'atmosfera di realismo magico che mi ha catturato, anche se poi ho provato una lieve delusione quando la storia ha preso una piega più ordinaria. La coloritura nel dialetto locale non mi ha convinto appieno e la conclusione del racconto sembra distogliere l'attenzione dal tema principale, focalizzandosi maggiormente sui rapporti sociali di Onorina.
Tuttavia, è evidente che dietro questo racconto c'è un grande lavoro e un pensiero ben strutturato. Forse con qualche aggiustamento, il racconto potrebbe raggiungere una maggiore coerenza e incisività. Complimenti comunque per l'impegno e l'originalità!
Gimbo- Padawan
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Re: Nuda vola
Giudizio generale positivo.
Molto buona l'idea della riserva naturale e grande Onorina per la quale ho provato una istintiva simpatia. Un personaggio su cui si potrebbe lavorare anche fuori dai tempi ristretti dello step e dai suoi paletti.
Prima parte didascalica, come per quasi tutti i racconti, ma la colpa non è dell'autore: è degli uccelli che, dopo questa difficile prova, adesso amo un po' meno .
Scherzo, ovviamente, ma sulla difficoltà del tema "uccelli" credo che quasi tutti siamo d'accordo.
Per il dialetto: a me piace quando si usa moderatamente, dà un tocco di realismo alla storia ed è una cosa che io amo molto. Però in questo caso credo sia stato usato con un po' di leggerezza.
Intanto dove siamo? a me viene in mente il Molise, o l'Abruzzo, ma il dialetto mi sembra più simile al romanesco, così come il nome Onorina mi fa venire in mente Roma (avevo un vecchio zio Onorino).
Anche riguardo alla trascrizione del dialetto:
Onorì
Olì
Qui avrei usato più Onori' e Oli' (con l'apostrofo) ma questo è un tema delicato per il quale mi piacerebbe sentire altri pareri.
«Zozza! Vatte viè!»
Questa non l'ho capita, sembra più un refuso.
Nu mi fa ‘ncazzà
anche questo sembra un refuso
A parte questo resta il giudizio complessivo assolutamente buono.
AurelianoLaLeggera- Younglings
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Re: Nuda vola
A me questo racconto è piaciuto, probabilmente mi sarebbe piaciuto di più se si fosse concentrato solo sulla storia di Onorina, senza tutti quei rimandi agli uccelli, ma l'autore a parer mio è stato spinto a eccedere dal timore di andare fuori tema. Cosa che non sarebbe comunque stata, bastavano gli uccelli che circondano la vita di Onorina. Ottimo l'approfondimento psicologico del personaggio, credibili i dialoghi, le atmosfere mi hanno ricordato certi richiami intimi di Francesco Piccolo e le sue infanzie al mare (per lui erano svedesi e non olandesi, ma siamo là). Forse un po' debole di trama, nel senso che non c'è un vero e proprio intreccio. A rileggerci!
Akimizu- Cavaliere Jedi
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Re: Nuda vola
Questo è uno di quei racconti di cui mi innamoro a prima lettura, visti i temi e i messaggi che riesci a mandare restando fermo sul principale, gli uccelli, come allegoria di libertà.
Potrei scrivere un altro racconto su questo racconto, solo per elogiarne le qualità, da una scrittura perfetta a una costruzione dove ogni parola ha il suo perché, perfino l'alimentazione a base di gamberetti che ai più è sembrato un riempitivo.
Io non amo molto gli intermezzi in dialetto, proprio perché gli Italiani non sono abituati a scrivere in dialetto, e quindi non lo sono neanche a leggerlo. Uno che conosce i dialetti non ha dubbi che questo sia marchigiano, un dialetto (come l'Umbro) che chi non è del posto riconduce sempre al romano. Già questo è molto triste... Comunque i tuoi intermezzi sono in corsivo e abbastanza comprensibili, quindi non ci vedo nessun problema.
Non ho mai amato un personaggio di un racconto quanto Onorina. Credo che non la dimenticherò mai.
Potrei scrivere un altro racconto su questo racconto, solo per elogiarne le qualità, da una scrittura perfetta a una costruzione dove ogni parola ha il suo perché, perfino l'alimentazione a base di gamberetti che ai più è sembrato un riempitivo.
Io non amo molto gli intermezzi in dialetto, proprio perché gli Italiani non sono abituati a scrivere in dialetto, e quindi non lo sono neanche a leggerlo. Uno che conosce i dialetti non ha dubbi che questo sia marchigiano, un dialetto (come l'Umbro) che chi non è del posto riconduce sempre al romano. Già questo è molto triste... Comunque i tuoi intermezzi sono in corsivo e abbastanza comprensibili, quindi non ci vedo nessun problema.
Non ho mai amato un personaggio di un racconto quanto Onorina. Credo che non la dimenticherò mai.
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Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
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Re: Nuda vola
Ero un po' preoccupato dalla lettura di questo racconto perché il titolo che hai scelto, in qualche modo, mi genera un effetto respingente. Non so dirti perché. Forse suona soltanto male.
Devo dire che anche la tematica del naturismo, di questa presunta coesione che queste persone sentono con la natura, non è molto nelle mie corde.
Però la lettura è stata tutto sommato piacevole, soprattutto perché ero dubbioso di dove stessimo andando a parare, e sono soddisfatto che non siano apparsi poteri sciamanici o comunioni spirituali troppo sopra le righe.
Parlando di comunioni, c'è una cosa che proprio non mi ha convinto nel racconto, ed è il fatto che Onorina venga più volte descritta come potente, libera, non ha paura di nulla, ecc.
Ma tutto questo rimane solo un'informazione che la voce narrante ci dà senza che venga mai mostrato nulla. Lo dobbiamo prendere per buono, insomma. E quindi resta lì così, una nozione insistita senza il supporto delle immagini. Anzi, la protagonista è dovuta arrivare alla sua veneranda età prima di prendere in considerazione l'idea di migrare (chissà quante altre volte si sarà scontrata con gente del posto non molto tollerante): avrebbe avuto senso se lei fosse stata vincolata alla riserva e basta, come luogo, ma in realtà no.
Sull'effetto documentario non mi dilungo: è davvero forte, ogni volta compare un uccello diverso che compie un'azione da Super Quark. Se leggo a mente il pezzo con la voce tipica dei documentari (quel vocione profondo, immancabile, ce l'hai sicuramente presente) suona davvero come un estratto di un programma naturalistico.
Buona invece la scrittura, qui nulla da obiettare.
Apprezzata anche l'originalità dell'idea, sebbene il tema sia lontano dalle mie corde.
Mi permetto un suggerimento: perché non dare alla storia un tema più cupo, più intenso, che si rifletta in una voce narrante più aliena? L'effetto sarebbe stato meno giocoso e avrebbe aperto un po' di più le porte a un misticismo interessante, almeno per il mio gusto.
Devo dire che anche la tematica del naturismo, di questa presunta coesione che queste persone sentono con la natura, non è molto nelle mie corde.
Però la lettura è stata tutto sommato piacevole, soprattutto perché ero dubbioso di dove stessimo andando a parare, e sono soddisfatto che non siano apparsi poteri sciamanici o comunioni spirituali troppo sopra le righe.
Parlando di comunioni, c'è una cosa che proprio non mi ha convinto nel racconto, ed è il fatto che Onorina venga più volte descritta come potente, libera, non ha paura di nulla, ecc.
Ma tutto questo rimane solo un'informazione che la voce narrante ci dà senza che venga mai mostrato nulla. Lo dobbiamo prendere per buono, insomma. E quindi resta lì così, una nozione insistita senza il supporto delle immagini. Anzi, la protagonista è dovuta arrivare alla sua veneranda età prima di prendere in considerazione l'idea di migrare (chissà quante altre volte si sarà scontrata con gente del posto non molto tollerante): avrebbe avuto senso se lei fosse stata vincolata alla riserva e basta, come luogo, ma in realtà no.
Sull'effetto documentario non mi dilungo: è davvero forte, ogni volta compare un uccello diverso che compie un'azione da Super Quark. Se leggo a mente il pezzo con la voce tipica dei documentari (quel vocione profondo, immancabile, ce l'hai sicuramente presente) suona davvero come un estratto di un programma naturalistico.
Buona invece la scrittura, qui nulla da obiettare.
Apprezzata anche l'originalità dell'idea, sebbene il tema sia lontano dalle mie corde.
Mi permetto un suggerimento: perché non dare alla storia un tema più cupo, più intenso, che si rifletta in una voce narrante più aliena? L'effetto sarebbe stato meno giocoso e avrebbe aperto un po' di più le porte a un misticismo interessante, almeno per il mio gusto.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
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Re: Nuda vola
Sulla scrittura nulla da dire. Faccio solo un appunto che proprio appunto non è, più che altro è curiosità. Ogni tanto, nei dialoghi, appare qualche inflessione dialettale (che ci sta bene). Magari sbagliandomi, l'ho colta geograficamente con il dialetto umbro-marchigiano. Alla fine però Onorina parla della Puglia e allora non mi trovo più. Vabbé, l'Autore ci dirà.
Un interessante modo di interpretare i temi/personaggi del contest: a pensarci bene, gli uccelli, come tutti gli animali del resto, sono nudi. L'abbigliamento è una prerogativa dell'uomo. Forse dunque presentarsi come mamma ci ha fatti significa veramente sentirsi liberi come gli uccelli migratori, tanto fisicamente quanto mentelmente e interiormente.
La Terra narrante percepisce la libertà in senso lato di cui gode Onorina quando è nuda, tanto da non sentire più niente non appena si veste. E teme per un attimo di averla persa quando "migra" per cercare "quelli come lei", zozzoni o olandesi che siano.
Insomma, un racconto particolare che fa molto riflettere sia sul concetto di libertà, nel senso più ampio del termine, sia sulla libertà, non consapevole ma egualmente potente, di cui gode il regno animale.
Grazie e Buone Vacanze!
Un interessante modo di interpretare i temi/personaggi del contest: a pensarci bene, gli uccelli, come tutti gli animali del resto, sono nudi. L'abbigliamento è una prerogativa dell'uomo. Forse dunque presentarsi come mamma ci ha fatti significa veramente sentirsi liberi come gli uccelli migratori, tanto fisicamente quanto mentelmente e interiormente.
La Terra narrante percepisce la libertà in senso lato di cui gode Onorina quando è nuda, tanto da non sentire più niente non appena si veste. E teme per un attimo di averla persa quando "migra" per cercare "quelli come lei", zozzoni o olandesi che siano.
Insomma, un racconto particolare che fa molto riflettere sia sul concetto di libertà, nel senso più ampio del termine, sia sulla libertà, non consapevole ma egualmente potente, di cui gode il regno animale.
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Molli Redigano- Maestro Jedi
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Re: Nuda vola
Ciao, Penna.
Un luogo umido presso la foce di un fiume in cui nidificano e trovano rifugio diverse specie di uccelli... ma non è il delta del Po! Il mistero sul luogo lasciato dalla Terra narratrice mi ha destabilizzato, anche se il dialetto che affiora ogni tanto è chiaramente laziale, ma mi chiedo qual è il motivo per cui non hai detto in modo esplicito dove si svolge l'azione ma hai lasciato solo indizi, come il caseggiato esagonale, la spianata di Jovanotti (che è avvenuta anche questa un po' in tutta Italia, Romagna compresa) e la spiaggia naturista.
La descrizione di Onorina non mi è piaciuta. La tecnica narrativa scelta è quella della "fotografia" della quale descrivi solo i capelli lunghi, il seno cadente e la vulva con i peli argentati. E le braccia? Le gambe? Il viso, soprattutto? L'introduzione del personaggio secondo me va rivista.
Anche la narrazione che ruota intorno alle persone e alle spiagge naturiste in alcuni passaggi è didascalica, mi verrebbe quasi da dire ideologica, più che realistica. Il rapporto di Onorina con Marcello e Anna, che potrebbe eventualmente risolvere questo che secondo me è un problema, viene liquidato in poche parole.
L'unico personaggio che evolve nel racconto è Onorina; tenuto presente questo, la trama è molto esile. Il racconto è sostanzialmente un quadro della riserva umida nel quale agiscono personaggi e uccelli, senza un particolare ordine negli eventi come se si trattasse di vita reale. Un bel quadro, senza dubbio. L'atmosfera creata dalle tue parole è calzante con il contesto e fa senz'altro apprezzare il racconto della natura descritta.
Centrati i paletti.
Grazie e alla prossima.
Un luogo umido presso la foce di un fiume in cui nidificano e trovano rifugio diverse specie di uccelli... ma non è il delta del Po! Il mistero sul luogo lasciato dalla Terra narratrice mi ha destabilizzato, anche se il dialetto che affiora ogni tanto è chiaramente laziale, ma mi chiedo qual è il motivo per cui non hai detto in modo esplicito dove si svolge l'azione ma hai lasciato solo indizi, come il caseggiato esagonale, la spianata di Jovanotti (che è avvenuta anche questa un po' in tutta Italia, Romagna compresa) e la spiaggia naturista.
La descrizione di Onorina non mi è piaciuta. La tecnica narrativa scelta è quella della "fotografia" della quale descrivi solo i capelli lunghi, il seno cadente e la vulva con i peli argentati. E le braccia? Le gambe? Il viso, soprattutto? L'introduzione del personaggio secondo me va rivista.
Anche la narrazione che ruota intorno alle persone e alle spiagge naturiste in alcuni passaggi è didascalica, mi verrebbe quasi da dire ideologica, più che realistica. Il rapporto di Onorina con Marcello e Anna, che potrebbe eventualmente risolvere questo che secondo me è un problema, viene liquidato in poche parole.
L'unico personaggio che evolve nel racconto è Onorina; tenuto presente questo, la trama è molto esile. Il racconto è sostanzialmente un quadro della riserva umida nel quale agiscono personaggi e uccelli, senza un particolare ordine negli eventi come se si trattasse di vita reale. Un bel quadro, senza dubbio. L'atmosfera creata dalle tue parole è calzante con il contesto e fa senz'altro apprezzare il racconto della natura descritta.
Centrati i paletti.
Grazie e alla prossima.
______________________________________________________
Re: Nuda vola
Car autor
Che personaggio, Onorina. Un personaggio che starebbe benissimo in un romanzo. Mi ha ricordato un po' quelle donne d'altri tempi che affrontano piccole rivoluzioni giorno dopo giorno, alzando di qualche centimetro la montagna sulla quale saliranno le donne del futuro e potranno vedere più lontano. Non se ne va, è vero. Non migra. Ma lì nonostante tutto c'è il suo sentirsi a casa.
Io prenderei Onorina e le darei un romanzo, un prima e un dopo,.le darei la forza che merita di poter esprimere. Non lasciare Onorina da sola in questo racconto, portala là fuori, falla parlare con il mondo.
A rileggerti.
Ele
Che personaggio, Onorina. Un personaggio che starebbe benissimo in un romanzo. Mi ha ricordato un po' quelle donne d'altri tempi che affrontano piccole rivoluzioni giorno dopo giorno, alzando di qualche centimetro la montagna sulla quale saliranno le donne del futuro e potranno vedere più lontano. Non se ne va, è vero. Non migra. Ma lì nonostante tutto c'è il suo sentirsi a casa.
Io prenderei Onorina e le darei un romanzo, un prima e un dopo,.le darei la forza che merita di poter esprimere. Non lasciare Onorina da sola in questo racconto, portala là fuori, falla parlare con il mondo.
A rileggerti.
Ele
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Re: Nuda vola
Alla riserva naturale della Sentina di San benedetto del Tronto (AP) Marche. Non ci sono alberi così alti.
Per quanto riguarda Onorina, oltre a sembrare un pochino Gesù in procinto di camminare sulle acque, l'unica cosa diversa, nel mio immaginario, sono i capelli un pochino più lunghi e forse più mossi, effetto salsedine.
in ogni caso, grazie per il pensiero, e complimenti per la vittoria.
Per quanto riguarda Onorina, oltre a sembrare un pochino Gesù in procinto di camminare sulle acque, l'unica cosa diversa, nel mio immaginario, sono i capelli un pochino più lunghi e forse più mossi, effetto salsedine.
in ogni caso, grazie per il pensiero, e complimenti per la vittoria.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
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