Il mondo al contrario
+26
Arianna 2016
paluca66
caipiroska
Menico
Molli Redigano
CharAznable
M. Mark o'Knee
vivonic
Achillu
CARLA EBLI
mirella
ImaGiraffe
Resdei
Claudio Bezzi
Arunachala
Susanna
Gimbo
FedericoChiesa
gipoviani
Giammy
tommybe
Petunia
Albemasia
Fante Scelto
SuperGric
Different Staff
30 partecipanti
Pagina 1 di 2
Pagina 1 di 2 • 1, 2
Il mondo al contrario
Ops! Il mondo al contrario.
Di nuovo. Scivolare lenta, imprigionata tra le pareti lisce di vetro, risucchiata da quel buco, da quell’inghiottitoio da cui, più ti avvicini, meno riesci a scappare. Inizi pigra, poi sempre più rapida, infine la caduta, breve; è solo un soffio, un respiro, una scintilla, fino ad atterrare morbida, in attesa che tutto si ripeta… che il mondo torni al contrario.
Capita spesso la sera in questa stagione sospesa.
Occorre attendere ancora qualche settimana prima di un nuovo viaggio, prima che il deserto permetta a gente barbara e ad animali di attraversarlo, di calpestarlo, di violare nuovamente la sua intimità. Regole, non scritte, tramandate da generazioni; non si può fingere di non conoscerle. Anche tu le hai imparate nei secoli, anche tu hai dovuto adeguarti, adagiandoti immobile per mesi sotto il sole cocente, lasciandoti trasportare dalla furia delle tempeste, cullandoti tra le sue braccia nel fresco della notte.
Si avverte nell’aria quando è il momento di partire, lo sussurra il deserto, con un canto leggero, che solo in pochi sanno interpretare. Allora, la lunga fila di cammelli si incammina verso nord, serpente sinuoso, che si snoda con flemma sulla cresta delle dune, nel fondo sassoso dei wadi, tra le pareti rosse dei canyon. Procede con andatura costante, imperturbabile e allo stesso tempo implacabile, determinata verso la meta, come la goccia che cade sul sasso: passo dopo passo, fino alle miniere di sale, per poi fare ritorno carica di oro bianco.
Il viaggio! Emozioni passate, ora che hai perso la libertà che avevi un tempo, la libertà che il deserto, il tuo deserto, il tuo amante, ti concedeva con rispetto reciproco. Ora, chiusa in quegli spazi angusti, trasportata come un pacco, mai veramente libera di scegliere, ti accontenti di vedere quello che ti circonda: i datteri maturi a grappoli che penzolano dalle palme, l’acqua che sgorga dai pozzi e scorre verso i campi, le impronte sulla sabbia della volpe del deserto. Ma i profumi non ti giungono, gli aromi intensi delle spezie sono solo un ricordo, l’odore acre del sudore di uomini e bestie quasi ti manca. I suoni sono ovattati, attenuati da quelle sottili pareti di vetro: gli schiamazzi dei bambini risuonano solo nei tuoi ricordi, il soffio del vento a mala pena si avverte.
Sensazioni, ricordi passati, prima che una mano colpevole, forse inconsapevole, ti raccogliesse tra le dune per sigillarti tra due ampolle, soffocando ogni tuo respiro, senza lasciarti alcuna via di fuga. Tra le distese sconfinate, tra le dune che increspano il deserto a perdita d’occhio, il destino ha voluto che quella mano prendesse proprio te.
E lui, il tuo amante, il tuo amore, ha lasciato che quella mano ti allontanasse da lui, senza lottare, senza un rimpianto: non ti considerava sua come te sentivi di appartenere a lui? O è solo una prova a cui ha voluto sottoporti? Una prova del suo amore?
Tu, bramosa di assaporare il mondo, trasportata dal vento tra oasi e villaggi, impalpabile come seta, riuscivi a intrufolarti nelle tende, nei cortili, nelle cucine, fin nei talami, ospite silenzioso, tollerato, non sempre gradito. Poi ritornavi al deserto, con i tuoi racconti e le tue emozioni. E all’improvviso, hai dovuto rinunciare a tutto.
Ancora qualche settimana prima di ripartire: per ora è un’attesa che cerchi di ingannare.
Li hai visti, gli uomini blu, passare mattinate intere nel caravanserraglio a preparare animali, provviste, scorte, armi, negoziare spezie, assoldare gente. Tutto deve essere pronto, ogni dettaglio curato. La loro vita dipende da questo: il deserto non perdona errori, non consente leggerezze, le regolo sono chiare, non scritte, tramandate.
Li hai visti nelle ore più calde oziare tra i picchetti delle tende, sdraiati su tappeti variopinti, nella speranza che un alito di vento scuotesse la polvere dai teli. Solo minimi movimenti: sollevare dalla brace sempre accesa la teiera bollente, versare il tè da improbabili altezze, scostare dal viso il turbante, quel tanto che basta ad appoggiare le labbra ai minuscoli bicchieri d’argento, sorseggiare con rumore la profumata bevanda. Il profumo di menta nanah riempiva l’aria nel tuo passato, ora non penetra più nel tuo piccolo scrigno.
E la sera? Radunarsi tra le tende a raccontare leggende o abbandonarsi a danze ritmate: gesti fluenti e movimenti leggeri. O appartarsi per giocare a kerad fino alla luce del mattino: somme di denaro sparse sulla sabbia, imprecazioni, parole pesanti, qualche volta le mani.
Anche Yebrahim ama giocare. È lui il tuo padrone ora. Ti ha acquistato per pochi soldi a un banco del suk: ha scelto te, tra tante, strappate come te dal loro amore. Yebrahim gioca con molti, è abile, vince spesso: l’hai capito dalle espressioni degli avversari, dalle maledizioni che gli volano contro. Ma lui non si preoccupa: concentrato sulla scacchiera, osserva il gioco, detta il tempo, allunga la mano, ti gira.
Il mondo al contrario: è tempo per un’altra mossa.
Un uomo cammina in lontananza; la sua ombra lo precede, gettata sulla sabbia dal sole che affoga nell’orizzonte. Yebrahim lo attende: è nervoso, ma non vuole darlo a vedere.
“Vieni, ho preparato tutto.” La sella da cammello affonda nella sabbia, come fosse uno sgabello. Yebrahim è seduto sopra, il piede destro incrociato sotto la gamba sinistra, come quando lancia l’animale al galoppo. “Siediti!”, dice indicandone una simile di fronte, a poca distanza.
Remdan vi si accomoda con una pesantezza che non nasconde gli anni che porta. Tra i due una scacchiera, tracciata con cura nella sabbia.
“Quarantadue buche! Preferisco quella da trenta, ma vincerò anche con questa.” Yebrahim non raccoglie, sa che Remdan ama provocare, innervosire l’avversario; ha l’età, ha l’esperienza, ha i soldi dalla sua.
“Conta le pedine che cominciamo.”
“Diciotto!” Il vecchio infila una mano sotto il cafetano. “Cinquanta monete d’argento” dice facendola scivolare fuori: tiene stretta una sacca di pelle di capra e la lega alla croce sulla sella. “E tu?”, con il solito fare sprezzante, di chi sa che una somma così non è poi gran cosa, per lui.
Per Yebrahim no. Un anno di lavoro… forse anche più. Per lui è tutto, ma è sicuro di batterlo. Non può tirarsi indietro adesso: i soldi gli servono, per la carovana, per il futuro suo e di Hennuba.
Glielo ha promesso, al mattino, al suk: un incontro clandestino, lì, tra la gente, dove è più facile nascondersi, visti ma non osservati. Lo ha raggiunto circospetta, il cappuccio calato a nasconderle il viso: quasi non l’ha riconosciuta non fosse per quel disegno che le incornicia il mento fino al labbro, nero fumo come il carbone che lo spillo le ha iniettato sotto la pelle.
Si è dovuto trattenere dal toccarla, dal prenderla: difficile raffreddare la passione, troppo rischioso lasciarla sfogare.
Solo qualche minuto insieme, una promessa: “Organizzerò una mia carovana: so condurla, so come orientarmi di giorno e sotto le stelle. Valgo molto più di quei mercanti con cui tuo padre sta trattando la dote.”
Quando tornerà da Taudenni, chiederà a Hennuba di sposarlo. E il padre della ragazza non potrà più rifiutare di concedergli la sua mano.
“E tu?” ripete Remdan, destandolo di suoi pensieri.
Yebrahim mostra le sue. Sono poche, molto meno, ma è tutto quello che ha: “Eccole, iniziamo!”
Remdan allunga la mano e ruota la clessidra. “Ti lascio il vantaggio della prima mossa”, dice con un tono che sembra una minaccia.
Il mondo al contrario.
Si è fatto buio; sarà una partita lunga.
Riesci a vedere un angolo di cielo, sbirciando tra le sbarre di sandalo che proteggono la tua fragile prigione. È nero, fatichi a vedere le stelle chiusa là dentro. Quando eri con il tuo amore era diverso: nel deserto sono tante; nel deserto sono grosse. Brillano come gli occhi della lince nella notte. Ognuna ha la sua leggenda; le hai sentite raccontare davanti ai falò, te le ha sussurrate il vento quando accarezza le dune. Orione, il guerriero, le Pleiadi, figlie della notte, la costellazione di Pegaso, che sorregge la volta celeste, la Croce del Sud.
Ti giungono le voci dei due giocatori, smorzate; vola qualche parola di troppo, qualche insulto, urlato nel silenzio del deserto. Non te ne curi, pensi solo a come scappare, tornare nel deserto, abbandonarti su di lui… e finalmente per capire perché.
La mano del vecchio sposta una pedina nella buca vicina, prende altre due monete e le aggiunge al suo gruzzolo, poi ti afferra, ti capovolge; altro giro, si ricomincia.
Non era così che la partita doveva andare.
Yebrahim infila la mano nella sacca; poche monete tintinnano ancora al tatto.
Remdan sta vincendo tutte le partite: mosse abili, astute, hanno minato le certezze di Yebrahim. Non gli ha lasciato respiro, non un attimo per concentrarsi. Quando era in difficoltà rallentava il gioco, preso tempo, sorseggiato il tè.
Potrebbe essere l’ultima mano: se perdesse anche questa mano sarebbe la fine, il suo sogno infranto.
Ognuno dispone le pedine sulla scacchiera. Yebrahim indugia prima di fare una mossa, per riflettere e per recuperare le energie, come il suo avversario gli ha insegnato.
Finalmente uno spiraglio! La mossa di Remdan lo lascia perplesso, forse una distrazione, forse troppa sicurezza nella vittoria. Tocca a lui, ora. Yebrahim sposta la biglia: “Kerad!” esclama. Tre palline sono in fila: ora può mangiarne una all’avversario. La buca d’angolo è sua! Gli occhi luccicano tradendo forti emozioni: è una posizione importante, che lo mette in una situazione di vantaggio.
Afferra la clessidra, si accinge a girarla, per mettere pressione a quel vecchio che lo sta umiliando. Remdan lo ferma: “Un minuto… offrimi un altro tè”.
Yebrahim si gira; la teiera sulla brace soffia un aroma forte, forte come la vita nel deserto. Sa che Remdan lo ha fatto solamente per innervosirlo, ora che è lui a trovarsi in superiorità, ma l’ospitalità è sacra, non può rifiutarsi.
È un istante. La mano di Remdan si muove rapida e leggera sulla scacchiera: basta spostare una pedina per cambiare gli equilibri di una partita.
Yebrahim lo vede, con la coda dell’occhio. Non può essere, non si capacita. Eppure è così, l’ha visto, non può essersi sbagliato. In principio lo stupore, poi la rabbia… e le parole non hanno più freni.
“Tu, farabutto, cosa stai facendo?”
Sul volto del vecchio non c’è vergogna: solo arroganza e superbia.
Sul volto di Yebrahim collera e ira.
Si getta in avanti: le linee tracciate con cura si disintegrano sotto i piedi dell’uomo, le pedine affondano nel deserto, ma ormai non importa più nulla. Solleva il vecchio per la gola, stringe, sente le vene pulsare sotto il calore delle mani. No, non può: allenta la presa, prima che sia troppo tardi, prima che possa pentirsene.
“So perché mi hai invitato a giocare”, ansima Ramdan appena riprende fiato. “Pensavi di essere così bravo! Volevi il mio denaro, volevi un pollo da spennare.”
“Hai rubato per tutta la partita?”
“Oh, lo avrei anche fatto, ma non ce n’è stato bisogno. Non dare colpa a me per la tua inettitudine!”
“Tu menti! Se non avessi barato…”
“A che ti servivano i soldi? Pensi che sia stupido? Sei tu stupido… non sai che sono amico del padre di Hennuba. L’ha seguita fino al suk… vi ha visto!”
Yebrahim lo guarda incredulo.
“Ha capito… abbiamo capito. Mi ha chiesto per rovinarti, di umiliarti… non ti darà mai in sposa sua figlia!” Lo dice con un sorriso perfido, malvagio. Non c’è paura nel suo sguardo.
Ferito nel cuore, ferito nell’orgoglio: le mani di Yebrahim stringono di nuovo, senza più incertezza.
Ramdan con una mano preme sul viso, cercando di allontanare il ragazzo, ma nulla può contro il vigore della gioventù.
L’altra mano scompare sotto il cafetano, sotto gli strati di tessuto, fino alla cintura. Afferra un coltello, il manico impreziosito da pietre verdi, la lama curva affilata.
Yebrahim lascia la preda: indietreggia piano, passi incerti, le mani sul ventre.
Non era così che la partita doveva andare.
Lo vedi venire verso di te. Barcolla. Un piede ti colpisce. Rotoli sottosopra.
Sangue, rosso, denso, imbratta la tua prigione. Tutto è buio, buio rosso: angoscia, terrore. Ti senti sola, indifesa; il deserto non è qui a proteggerti, a scacciare dalle tue paure.
Ma è solo un attimo, prima che il vetro vada in frantumi lasciandoti di nuovo libera in mezzo a mille schegge che brillano come stelle cadute dal cielo sulle dune.
Finalmente, nuovamente libera! Il deserto si accorgerà di te, tornerà a prenderti, si scuserà… ne sei sicura.
Intanto aspetti, e aspetti. Fa freddo la notte ora che nulla ti protegge, non lo ricordavi più. Aspetti l’alba, aspetti che il sole spazzi via quella sensazione di umidità che il deserto raccoglie dalle tenebre. Allora arriverà, ne sei sicura.
Arriva prima il vento, fa ancora buio. I cammelli in lontananza sono nervosi; i cavalli scalpitano. Sarà intenso, forse violento: gli animali lo avvertono.
È proprio così, quando arriva; neanche il deserto lo può fermare. E ti senti di nuovo indifesa, rassegnata.
Come un’amante, prima ti sfiora poi ti coccola leggero; ma non è l’amante che attendevi.
Ti scuote, ti travolge, ulula, urla, ti solleva, fino ad altezze che non avevi mai provato, fino a distanze che non avevi mai raggiunto.
Non puoi resistere, non avrebbe senso, neanche il tuo deserto ci riuscirebbe. Hai già visto la sua forza, capace di compattare la sabbia in rocce, capace di modellare le rocce in rose.
Giorni interi, notti interminabili, senza sapere dove ti sta portando. Blu, profondo blu, sopra di te, come in passato. Blu, profondo blu, sotto di te, come non avevi mai provato.
Quanti giorni sono passati? Non hai più energie, tu. Ma anche lui sembra meno irruente. Allora ti adagi, ti lasci cullare, coccolare fino a terra.
Sabbia nella sabbia, solo allora realizzi: non è il tuo deserto a circondarti ma una distesa di acqua che a ritmo lento si avvicina, si infrange, ti abbraccia, si ritira.
E finalmente capisci che la fiaba delle dune, rapite al deserto dalla furia del vento, per diventare isole nell’oceano blu, forse non era solo una leggenda.
Different Staff- Admin
- Messaggi : 797
Punti : 2324
Infamia o lode : 7
Data di iscrizione : 26.02.21
Re: Il mondo al contrario
Il titolo mi ha inquietato, per varie ragioni. Ed è infatti l’aspetto meno riuscito del racconto.
Poi invece la storia ti trasporta nel deserto con i suoi profumi e le sue passioni, accompagnato dalla curiosità di scoprire chi è questo misterioso personaggio che ci guida nel corso della narrazione. Si intuisce man mano chi/cosa sia, in maniera molto poetica.
Originale e azzeccata anche la scelta della narrazione in seconda persona.
Complimenti!
Poi invece la storia ti trasporta nel deserto con i suoi profumi e le sue passioni, accompagnato dalla curiosità di scoprire chi è questo misterioso personaggio che ci guida nel corso della narrazione. Si intuisce man mano chi/cosa sia, in maniera molto poetica.
Originale e azzeccata anche la scelta della narrazione in seconda persona.
Complimenti!
SuperGric- Padawan
- Messaggi : 324
Punti : 355
Infamia o lode : 3
Data di iscrizione : 18.01.21
Età : 53
Località : Milano
Re: Il mondo al contrario
Che bel racconto, autore, scritto con una sapiente scelta di termini e immagini. Mi è piaciuta la facilità con la quale lasci vedere ogni dettaglio delle tue descrizioni e rendi le scene vivide e adatte a entrarvi in comunione.
Il difetto che ravviso nel lavoro, però, è la difficoltà che traspare nel "personificare" la sabbia protagonista della narrazione. La storia ce la presenta come se la sabbia fosse una sorta di essere vivente, con le sue sensazioni, le sue mancanze, i ricordi e i desideri. Ma non si tratta di un granello né di tutta la sabbia del deserto, solo di una manciata raccolta.
Ma quella stessa manciata esisteva anche prima di essere raccolta, perché ha dei ricordi, quindi perché una singola manciata di sabbia dovrebbe esistere indipendentemente dal resto del deserto? Anzi, il deserto ne è considerato l'amante, quasi come se la sabbia fosse un'entità diversa.
Lo so, sono pensieri filosofici/esistenziali un po' estremizzati e puntigliosi, ma ti confesso che la cosa mi ha abbastanza tormentato durante la lettura, inficiandone in parte il gradimento. Non è colpa tua, comunque, solo della mia mente molto schematica.
Tra l'altro, nell'ultima parte della storia, la sabbia e il narratore onnisciente diminuiscono d'importanza, creando un piccolo effetto di allontanamento da quello che è stato lo schema narrativo tenuto fino a quel momento, ma anche qui niente di grave.
Pregevoli anche i riferimenti, pochi ma ben spesi, a termini in arabo (?) e la partita a questo kerad, del quale avrei voluto sapere di più ma su internet non ho trovato riferimenti, o non con questo nome.
Come già detto, il grande pregio del tuo racconto è la scrittura, elegante, pulita, capace di trasportare. Sarà certamente un'arma col suo peso in sede di classifica. Peccato questa scelta della manciata di sabbia, gestita come ho scritto più su, che mi ha obbligato a uno sforzo logico che va in direzione opposta alla poesia e bellezza del racconto.
Una nota puramente di dettaglio, infine, ma solo perché mi piacciono gli animali. Trovo inadatto l'uso della parola "lince" nella similitudine da te citata, perché la lince è un animale che vive in ben altri climi e forse sarebbe stato meglio optare per un felino più consono.
A meno che il riferimento non sia al caracal, chiamato anche "lince del deserto", ma credo più che altro in italiano e dunque non adatto come termine, secondo me, alla similitudine.
Rinnovo i complimenti per l'ottima scrittura.
Il difetto che ravviso nel lavoro, però, è la difficoltà che traspare nel "personificare" la sabbia protagonista della narrazione. La storia ce la presenta come se la sabbia fosse una sorta di essere vivente, con le sue sensazioni, le sue mancanze, i ricordi e i desideri. Ma non si tratta di un granello né di tutta la sabbia del deserto, solo di una manciata raccolta.
Ma quella stessa manciata esisteva anche prima di essere raccolta, perché ha dei ricordi, quindi perché una singola manciata di sabbia dovrebbe esistere indipendentemente dal resto del deserto? Anzi, il deserto ne è considerato l'amante, quasi come se la sabbia fosse un'entità diversa.
Lo so, sono pensieri filosofici/esistenziali un po' estremizzati e puntigliosi, ma ti confesso che la cosa mi ha abbastanza tormentato durante la lettura, inficiandone in parte il gradimento. Non è colpa tua, comunque, solo della mia mente molto schematica.
Tra l'altro, nell'ultima parte della storia, la sabbia e il narratore onnisciente diminuiscono d'importanza, creando un piccolo effetto di allontanamento da quello che è stato lo schema narrativo tenuto fino a quel momento, ma anche qui niente di grave.
Pregevoli anche i riferimenti, pochi ma ben spesi, a termini in arabo (?) e la partita a questo kerad, del quale avrei voluto sapere di più ma su internet non ho trovato riferimenti, o non con questo nome.
Come già detto, il grande pregio del tuo racconto è la scrittura, elegante, pulita, capace di trasportare. Sarà certamente un'arma col suo peso in sede di classifica. Peccato questa scelta della manciata di sabbia, gestita come ho scritto più su, che mi ha obbligato a uno sforzo logico che va in direzione opposta alla poesia e bellezza del racconto.
Una nota puramente di dettaglio, infine, ma solo perché mi piacciono gli animali. Trovo inadatto l'uso della parola "lince" nella similitudine da te citata, perché la lince è un animale che vive in ben altri climi e forse sarebbe stato meglio optare per un felino più consono.
A meno che il riferimento non sia al caracal, chiamato anche "lince del deserto", ma credo più che altro in italiano e dunque non adatto come termine, secondo me, alla similitudine.
Rinnovo i complimenti per l'ottima scrittura.
Fante Scelto- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 840
Punti : 990
Infamia o lode : 0
Data di iscrizione : 08.01.21
Località : Torino
Re: Il mondo al contrario
Bello!
Sei riuscito a trasportarmi tra le dune del deserto sulle ali di quello stesso vento che sposta la sabbia ed è "capace di compattare la sabbia in rocce e di modellare le rocce in rose", per dirlo con parole tue.
Anch'io, durante la lettura, ho pensato che la sabbia della clessidra fosse una parte di un tutto e per questo non potesse essere considerata un'entità a sé, ma l'originalità dell'idea, unita alla tua capacità di rendere immersiva la lettura del brano grazie anche a una bella scrittura, ha fatto passare in secondo piano questa considerazione.
Ho trovato alquanto curioso l'utilizzo della seconda persona nei paragrafi in cui parli della sabbia, personalmente avrei optato per una terza persona, ma direi che funziona bene. Anche l'utilizzo del tempo presente nella narrazione rende l'immediatezza dell'azione.
Solo una domanda: che fine fanno i due giovani amanti contrastati? Anche se temo di conoscere la risposta...
Sei riuscito a trasportarmi tra le dune del deserto sulle ali di quello stesso vento che sposta la sabbia ed è "capace di compattare la sabbia in rocce e di modellare le rocce in rose", per dirlo con parole tue.
Anch'io, durante la lettura, ho pensato che la sabbia della clessidra fosse una parte di un tutto e per questo non potesse essere considerata un'entità a sé, ma l'originalità dell'idea, unita alla tua capacità di rendere immersiva la lettura del brano grazie anche a una bella scrittura, ha fatto passare in secondo piano questa considerazione.
Ho trovato alquanto curioso l'utilizzo della seconda persona nei paragrafi in cui parli della sabbia, personalmente avrei optato per una terza persona, ma direi che funziona bene. Anche l'utilizzo del tempo presente nella narrazione rende l'immediatezza dell'azione.
Solo una domanda: che fine fanno i due giovani amanti contrastati? Anche se temo di conoscere la risposta...
Albemasia- Padawan
- Messaggi : 426
Punti : 497
Infamia o lode : 11
Data di iscrizione : 23.01.24
Località : Tra le nebbie della Lomellina
Re: Il mondo al contrario
Un altra perla nella collana di questo primo step. Il racconto è scritto benissimo, la storia è corposa e le descrizioni coinvolgono tutti i sensi. Molto bella l’idea della sabbia racchiusa nella clessidra, quel mondo al contrario che si trova ben centrato nel titolo.
Che dire? Mi hai trasportata nel deserto e io mi sento come un granello di sabbia di fronte a una così bella scrittura. Chapeau.
Che dire? Mi hai trasportata nel deserto e io mi sento come un granello di sabbia di fronte a una così bella scrittura. Chapeau.
Petunia- Moderatore
- Messaggi : 2391
Punti : 2638
Infamia o lode : 43
Data di iscrizione : 07.01.21
Età : 60
Località : Prato
Re: Il mondo al contrario
Per scrivere un racconto in questo modo ci vuole grande conoscenza e buona cultura. Su questo siamo tutti d'accordo.
Ho trovato un refuso all' inizio, poi.tutto scorre magnificamente e alle descrizioni si sostituisce una storia parecchio amara, ingigantita dalla potenza dei due personaggi.
Anch'io, come Super, non ho amato il titolo, troppo vicino a pubblicazioni sballate. Ma non posso che inchinarmi alla superiorità della tua scrittura.
Abbracci.
Ho trovato un refuso all' inizio, poi.tutto scorre magnificamente e alle descrizioni si sostituisce una storia parecchio amara, ingigantita dalla potenza dei due personaggi.
Anch'io, come Super, non ho amato il titolo, troppo vicino a pubblicazioni sballate. Ma non posso che inchinarmi alla superiorità della tua scrittura.
Abbracci.
tommybe- Maestro Jedi
- Messaggi : 1439
Punti : 1566
Infamia o lode : 19
Data di iscrizione : 18.11.21
Età : 72
Località : Roma
Re: Il mondo al contrario
Ho avuto bisogno di una seconda lettura per apprezzare l'intero racconto, che si è rivelato dolce, poetico e nel contempo drammatico per la vicenda narrata al suo interno. Per gustare il testo l'approccio ideale richiama l'atmosfera e le condizioni tipiche del deserto e dei protagonisti (naturali e umani) che lo animano. Con il giusto atteggiamento mi sono sentito trascinare dentro alla storia, ho gustato le descrizioni e la voce di ogni elemento naturale. La partita tra Yebrahim e Remdan è la partita della vita che quotidianamente va in scena nel deserto. Dare un'anima alla sabbia e renderla protagonista è stato geniale.
Finora i racconti che preferisco sono ambientati nel deserto, non credo sia un caso. A volte la traccia apparentemente più ostica diventa il palcoscenico più semplice ed efficace.
Un plauso all'autrice o all'autore per il gioiello che ci ha regalato.
Finora i racconti che preferisco sono ambientati nel deserto, non credo sia un caso. A volte la traccia apparentemente più ostica diventa il palcoscenico più semplice ed efficace.
Un plauso all'autrice o all'autore per il gioiello che ci ha regalato.
Giammy- Younglings
- Messaggi : 143
Punti : 165
Infamia o lode : 4
Data di iscrizione : 01.02.24
Località : Varese
Re: Il mondo al contrario
Il titolo, lo stesso del libro più venduto in Italia di recente, mi ha tratto in inganno.
Ottima prosa, quasi poesia: non l'ho capito del tutto, ma l'ho apprezzato.
Quando un racconto di lascia un buon retrogusto in bocca, vuol dire che è un racconto riuscito.
Ottima prosa, quasi poesia: non l'ho capito del tutto, ma l'ho apprezzato.
Quando un racconto di lascia un buon retrogusto in bocca, vuol dire che è un racconto riuscito.
gipoviani- Padawan
- Messaggi : 324
Punti : 363
Infamia o lode : 3
Data di iscrizione : 01.05.21
Re: Il mondo al contrario
A una prima lettura mi sono ritrovato un po' nei commenti di Fante; io sono troppo razionale per accettare una manciata di sabbia come protagonista di un racconto.
Poi l'ho riletto gustando solo le emozioni, i profumi, il deserto come ambiente, come amante... e l'ho gustato.
Ho apprezzato anche la storia parallela che ha permesso di introdurre qualche dialogo e smorzare il peso del narratore: dopotutto fare anche parlare la sabbia sarebbe stato troppo!
Poi l'ho riletto gustando solo le emozioni, i profumi, il deserto come ambiente, come amante... e l'ho gustato.
Ho apprezzato anche la storia parallela che ha permesso di introdurre qualche dialogo e smorzare il peso del narratore: dopotutto fare anche parlare la sabbia sarebbe stato troppo!
FedericoChiesa- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 614
Punti : 681
Infamia o lode : 3
Data di iscrizione : 24.04.21
Età : 57
Località : Milano
Re: Il mondo al contrario
Ho davvero poco da dire su questo racconto. Apprezzo la scelta della narrazione in seconda persona e la capacità del racconto di trasportarmi nel deserto attraverso una prosa poetica e coinvolgente. Se proprio devo aggiungere qualcosa, mi ha lasciato perplesso il titolo del racconto, poco efficace e molto rischioso. Inoltre, la sabbia come entità protagonista l'ho trovata difficile da accettare alla prima lettura. Ciononostante, rinnovo i miei elogi alla qualità della scrittura e all'efficacia nel creare atmosfere immersive.
Gimbo- Padawan
- Messaggi : 198
Punti : 227
Infamia o lode : 1
Data di iscrizione : 20.06.23
Re: Il mondo al contrario
Un racconto che mi ha tenuta legata fin dall’incipit curioso. La sabbia di una clessidra! Scelta davvero molto originale narrare del deserto, della gente del deserto, dal punto di vista della sabbia. Prima libera, felice, avvolta dall’idea dell’amore del suo amante, il deserto, poi triste per non essere stata difesa. Osservatrice infelice della vita di persone che per tanto tempo ha osservato con la saggezza di chi vive il deserto da secoli, consapevole dei pericoli e della sua crudeltà innata. Molto belle le descrizioni della vita nel deserto, negli accampamenti dei mercanti: scene di vita quotidiana raccontate senza eccessi, ma neanche in modo scarno. Una clessidra che muore nello stesso istante del suo padrone, tornando libera ma con un destino diverso: quello di vivere la leggenda della sabbia che incontra l’oceano.
Una bella storia, delicata, malinconica, anche crudele per certi versi, come è il deserto.
Una scrittura solida, un ritmo che tiene fino al finale, gestito con equilibrio: dopo il tanto raccontato accade che i finali siano affrettati, ma non in questo caso.
Hai inoltre dosato con sapienza i termini arabi, legandoli al contesto in modo che non sia necessario andare a cercarne il significato.
Mi ripeto: complimenti per l’originalità della trama e per la bella scrittura che davvero porta in quei luoghi inospitali eppure affascinanti.
Una bella storia, delicata, malinconica, anche crudele per certi versi, come è il deserto.
Una scrittura solida, un ritmo che tiene fino al finale, gestito con equilibrio: dopo il tanto raccontato accade che i finali siano affrettati, ma non in questo caso.
Hai inoltre dosato con sapienza i termini arabi, legandoli al contesto in modo che non sia necessario andare a cercarne il significato.
Mi ripeto: complimenti per l’originalità della trama e per la bella scrittura che davvero porta in quei luoghi inospitali eppure affascinanti.
______________________________________________________
"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
Susanna- Maestro Jedi
- Messaggi : 2486
Punti : 2750
Infamia o lode : 23
Data di iscrizione : 03.02.21
Età : 67
Località : Rumo (TN)
Re: Il mondo al contrario
molto bello, piaciuto davvero tanto.
scritto proprio bene, trascinante e coinvolgente, mi ha portato nel deserto e me lo ha fatto vedere.
stesura che definirei ottimale, scorrevole e mai noiosa.
centrata l'idea della clessidra, col suo mondo al contrario di continuo, proprio originale.
che dire, ti faccio i miei complimenti.
scritto proprio bene, trascinante e coinvolgente, mi ha portato nel deserto e me lo ha fatto vedere.
stesura che definirei ottimale, scorrevole e mai noiosa.
centrata l'idea della clessidra, col suo mondo al contrario di continuo, proprio originale.
che dire, ti faccio i miei complimenti.
______________________________________________________
L'unico modo per non rimpiangere il passato e non pensare al futuro è vivere il presente
Non si può toccare l'alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.
Kahlil Gibran
Kahlil Gibran
Arunachala- Admin
- Messaggi : 1406
Punti : 1646
Infamia o lode : 16
Data di iscrizione : 20.10.20
Età : 67
Località : Lago di Garda
Re: Il mondo al contrario
Bello, coinvolgente, senza sbavature, a parte un paio di incongruenze: Lince? In nord Africa? La Croce del Sud? Conosciuta dai nomadi nordafricani?
Non sono sicurissimo del finale (parlo proprio degli ultimi due paragrafi) ma mi pare eccessivo cercare il pelo nell’uovo. La suddivisione del racconto fra la soggettività della clessidra e il racconto principale sulla partita non è bilanciatissimo e - i due temi - rischiano di non incontrarsi in maniera armoniosa. Ma questi piccoli difetti non minano la bellezza complessiva del testo.
Nota aggiuntiva (non fa parte della mia riflessione sul valore del testo): da amante dei giochi, non ho capito a cosa giocassero i protagonisti: a Mancala? a Wari? Tu scrivi kerad, che non conosco e che mi è stato impossibile trovare su Google. Boh, me lo dirai. In ogni caso non puoi chiamare “scacchiera” il campo di gioco. La scacchiera si usa solo per gli scacchi, il goban per il go (weichi) la tavola per il backgammon e via discorrendo. Tutto il resto - se non ha un nome specifico - si deve chiamare “tavoliere” (poi mi rendo conto che se lo disegni sulla sabbia non è - stricto sensu - un tavoliere, ma trovi il modo). Così come non puoi chiamare “pedine” i pezzi che muovi (nel caso del Manqala mi pare si chiamino semi, nei Go - Weichi- ‘pietre’ e così via), che a un certo punto chiami “biglie”.
Non sono sicurissimo del finale (parlo proprio degli ultimi due paragrafi) ma mi pare eccessivo cercare il pelo nell’uovo. La suddivisione del racconto fra la soggettività della clessidra e il racconto principale sulla partita non è bilanciatissimo e - i due temi - rischiano di non incontrarsi in maniera armoniosa. Ma questi piccoli difetti non minano la bellezza complessiva del testo.
Nota aggiuntiva (non fa parte della mia riflessione sul valore del testo): da amante dei giochi, non ho capito a cosa giocassero i protagonisti: a Mancala? a Wari? Tu scrivi kerad, che non conosco e che mi è stato impossibile trovare su Google. Boh, me lo dirai. In ogni caso non puoi chiamare “scacchiera” il campo di gioco. La scacchiera si usa solo per gli scacchi, il goban per il go (weichi) la tavola per il backgammon e via discorrendo. Tutto il resto - se non ha un nome specifico - si deve chiamare “tavoliere” (poi mi rendo conto che se lo disegni sulla sabbia non è - stricto sensu - un tavoliere, ma trovi il modo). Così come non puoi chiamare “pedine” i pezzi che muovi (nel caso del Manqala mi pare si chiamino semi, nei Go - Weichi- ‘pietre’ e così via), che a un certo punto chiami “biglie”.
______________________________________________________
L'uomo fa il male come l'ape il miele (William Golding).
Re: Il mondo al contrario
Che bel racconto. Complimenti! Ottima scrittura, per proprietà di termini, per la capacità di trasmettere, attraverso le immagini e non solo, grandi emozioni. Parto dal titolo che trovo pertinente, sia riferito alla clessidra che continuamente è costretta a vedere il mondo al contrario, sia alla vicenda narrata, dove un vecchio con l’inganno e un pugnale ha la meglio su un giovane innamorato.
Bellissimo l’amore della sabbia per il suo amante.
L’uso della seconda persona è azzeccatissimo, perché crea intimità senza escludere il lettore.
Che dire? Davvero un ottimo lavoro.
Bellissimo l’amore della sabbia per il suo amante.
L’uso della seconda persona è azzeccatissimo, perché crea intimità senza escludere il lettore.
Che dire? Davvero un ottimo lavoro.
Resdei- Maestro Jedi
- Messaggi : 1093
Punti : 1177
Infamia o lode : 5
Data di iscrizione : 07.01.21
Età : 61
Località : Roma
Re: Il mondo al contrario
Lo stile di questo racconto è inattaccabile. Il deserto si vede e si percepisce, quindi, nella sua forma più tecnica, è azzeccato.
Però, chiedo scusa all'autore, questo genere di racconti non mi attrae. È come se in ogni frase mi gridasse in faccia "emozionati", e io rimango freddo, la "pancia" non si muove. Le descrizioni sono minuziose, belle e vivide, e ciò è riconosciuto e molto bello, ma dato che ce ne sono tantissime, il fatto che non mi suscitino emozioni mi allontana dal testo e non mi permette di apprezzarlo appieno.
Però, chiedo scusa all'autore, questo genere di racconti non mi attrae. È come se in ogni frase mi gridasse in faccia "emozionati", e io rimango freddo, la "pancia" non si muove. Le descrizioni sono minuziose, belle e vivide, e ciò è riconosciuto e molto bello, ma dato che ce ne sono tantissime, il fatto che non mi suscitino emozioni mi allontana dal testo e non mi permette di apprezzarlo appieno.
ImaGiraffe- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 883
Punti : 961
Infamia o lode : 2
Data di iscrizione : 04.02.21
Età : 38
Re: Il mondo al contrario
“Ops! Il mondo al contrario. Di nuovo. Scivolare lenta, imprigionata tra le pareti lisce di vetro, risucchiata da quel buco, da quell’inghiottitoio da cui, più ti avvicini, meno riesci a scappare. Inizi pigra, poi sempre più rapida, infine la caduta, breve; è solo un soffio, un respiro, una scintilla, fino ad atterrare morbida, in attesa che tutto si ripeta… che il mondo torni al contrario.”
Mi soffermo sull’incipit in quanto, nell’immediato, non colgo il ruolo della sabbia e della clessidra; mi servono due minuti di riflessione per capire come, in modo metaforico, l’esordio fornisca le coordinate spazio-temporali del testo: il deserto e il tempo.
La personificazione della sabbia non mi sembra un difetto: una parte per il tutto, che al tutto vuole ricongiungersi. Una manciata di sabbia, rapita e imprigionata in una gabbia di vetro, che porta con sé il rimpianto struggente della libertà perduta.
Dopo poche righe un elemento ulteriore viene aggiunto “Occorre attendere ancora qualche settimana prima di un nuovo viaggio…” Ecco l’oggetto della trama.
Basta rimuginare, mi lascio trascinare nel deserto e mi trovo immersa in un mondo fantastico che non è fatto solo di carovane, cammelli e colori, ma anche di storie, esperienze di lettura e richiami scenografici. Mi accompagna il movimento della clessidra, che continua ad andare su e giù finché finisce a terra; il vetro si rompe e la sabbia liberata viene avvolta da un turbine che la travolge e avvia verso un nuovo inizio. Il tempo del racconto è finito, ma un’altra storia sta per cominciare.
Il racconto spicca per l’originalità della struttura e per l’eleganza della forma, svelando doti non comuni nell’elaborazione di una trama capace di avvincere e suscitare emozioni.
mirella- Padawan
- Messaggi : 317
Punti : 373
Infamia o lode : 5
Data di iscrizione : 08.01.21
Re: Il mondo al contrario
Qui veramente c'è poco da commentare.
La storia sembra scivolare tra personaggi, descrizioni e gli impercettibili avvenimenti che sono di una potenza mai invadente.
La storia sembra scivolare tra personaggi, descrizioni e gli impercettibili avvenimenti che sono di una potenza mai invadente.
______________________________________________________
dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori
CARLA EBLI- Younglings
- Messaggi : 72
Punti : 102
Infamia o lode : 0
Data di iscrizione : 29.11.23
Re: Il mondo al contrario
Ciao, Penna.
Alla prima lettura non avevo capito un ciufolo. Senza andare a cercare cosa fosse il kerad, io avevo capito che la narrataria in seconda persona femminile fosse una biglia di vetro. Prima l'inghiottitoio e poi le buche mi hanno fatto pensare a un gioco in cui la biglia dovesse rotolare in qualche foro praticato nella sabbia e "il mondo al contrario" era dovuto al fatto che veniva ripresa e fatta girare. Poi quando il vetro si rompe non riuscivo a capire cosa fosse successo, infine ho capito che si trattava di sabbia e quindi ho pensato: beh, si vede che i tuareg fanno le biglie di vetro con dei granelli di sabbia all'interno. Poi ho visto un altro commento a caso e niente... mi si è dissipata la cortina.
Sia alla prima che alla seconda lettura comunque la scena che mi è rimasta impressa è solo la partita tra Yebrahim e Remdan (che in alcuni punti diventa Ramdan) in tutto il suo drammatico svolgersi, l'unico punto del racconto in cui io ero effettivamente lì. Tutto il resto è scritto molto bene, ma l'ho letto come una panatura esagerata sopra la scena madre, scritta benissimo. Il risultato è che mi sembra di aver letto due racconti in uno.
Aggiungo il disturbo vissuto nella lettura del titolo. Capisco che magari hai provato a ridare dignità a un titolo che purtroppo ha una storia potente alle spalle, apprezzo il tuo desiderio ma forse il risultato è un po' troppo forzato.
Grazie e alla prossima.
PS: non so perché mi sono dimenticato di fare i complimenti per aver usato la seconda persona...
Alla prima lettura non avevo capito un ciufolo. Senza andare a cercare cosa fosse il kerad, io avevo capito che la narrataria in seconda persona femminile fosse una biglia di vetro. Prima l'inghiottitoio e poi le buche mi hanno fatto pensare a un gioco in cui la biglia dovesse rotolare in qualche foro praticato nella sabbia e "il mondo al contrario" era dovuto al fatto che veniva ripresa e fatta girare. Poi quando il vetro si rompe non riuscivo a capire cosa fosse successo, infine ho capito che si trattava di sabbia e quindi ho pensato: beh, si vede che i tuareg fanno le biglie di vetro con dei granelli di sabbia all'interno. Poi ho visto un altro commento a caso e niente... mi si è dissipata la cortina.
Sia alla prima che alla seconda lettura comunque la scena che mi è rimasta impressa è solo la partita tra Yebrahim e Remdan (che in alcuni punti diventa Ramdan) in tutto il suo drammatico svolgersi, l'unico punto del racconto in cui io ero effettivamente lì. Tutto il resto è scritto molto bene, ma l'ho letto come una panatura esagerata sopra la scena madre, scritta benissimo. Il risultato è che mi sembra di aver letto due racconti in uno.
Aggiungo il disturbo vissuto nella lettura del titolo. Capisco che magari hai provato a ridare dignità a un titolo che purtroppo ha una storia potente alle spalle, apprezzo il tuo desiderio ma forse il risultato è un po' troppo forzato.
Grazie e alla prossima.
PS: non so perché mi sono dimenticato di fare i complimenti per aver usato la seconda persona...
______________________________________________________
Re: Il mondo al contrario
Ciao Autore, il tuo è l'ultimo racconto che commento perché è anche l'ultimo che ho letto prima che iniziasse lo step, letto e riletto più volte.
Sono ancora perplesso su quanto il deserto sia il tema del tuo lavoro, ma ciononostante sono molto contento che la tua storia abbia fatto parte del primo step di Pachamama.
Complimenti per la scrittura, sempre pulita e scorrevole.
Sono ancora perplesso su quanto il deserto sia il tema del tuo lavoro, ma ciononostante sono molto contento che la tua storia abbia fatto parte del primo step di Pachamama.
Complimenti per la scrittura, sempre pulita e scorrevole.
______________________________________________________
Un giorno tornerò, e avrò le idee più chiare.
vivonic- Admin
- Messaggi : 1613
Punti : 1810
Infamia o lode : 35
Data di iscrizione : 06.01.21
Età : 39
Località : Cesena
Re: Il mondo al contrario
Sono all'ultimo commento dello step e posso davvero dire dulcis in fundo!
Confesso che il titolo mi aveva spiazzato e mi aspettavo di trovarmi di fronte a qualche str***a generalesca, e invece...
Il racconto è scritto benissimo e non ci sono imprecisioni che possano rallentare la lettura (a parte alcuni piccoli peccati veniali) e ho trovato veramente azzeccato il modo di marcare i passaggi di punto di vista con narrazioni in seconda e terza persona.
La manciata di sabbia rinchiusa nella clessidra non solo fa da sineddoche per l'intero deserto, ma ne diventa una sorta di amante troppo presto dimenticata, lasciata prima nelle mani dell'uomo e poi in balia del vento. E, a proposito del vento, mi sono piaciute molto le immagini che ne definiscono la forza: "capace di compattare la sabbia in rocce, capace di modellare le rocce in rose".
Molto bella anche la storia di Yebrahim, la cui illusione d'amore, destinata a un tragico fallimento, si specchia in quella della manciata di sabbia. Per lui, non sarà la forza del vento a spezzare il legame ma "la lama curva affilata" di un pugnale nella mano del vecchio Remdan.
Segnalo alcune criticità, piccolezze in confronto alla maestria con la quale l'autore ha saputo declinare le due storie parallele.
- "il soffio del vento a mala pena si avverte", essendo nella "zona" in seconda persona suonerebbe meglio "il soffio del vento, a mala pena lo avverti";
- mi sembra improprio l'uso del termine "scacchiera", forse meglio "area di gioco", visto che si parla di un disegno sulla sabbia per il tipico gioco del keraḍ (o "dama tuareg");
- "Mi ha chiesto per rovinarti" => di rovinarti;
- il concetto delle "regole" viene espresso due volte, quasi con le stesse parole, a distanza di qualche riga ("Regole, non scritte, tramandate da generazioni" / "le regolo sono chiare, non scritte, tramandate").
Aggiungo soltanto i miei complimenti e un grazie per questa lettura bella e coinvolgente.
M.
Confesso che il titolo mi aveva spiazzato e mi aspettavo di trovarmi di fronte a qualche str***a generalesca, e invece...
Il racconto è scritto benissimo e non ci sono imprecisioni che possano rallentare la lettura (a parte alcuni piccoli peccati veniali) e ho trovato veramente azzeccato il modo di marcare i passaggi di punto di vista con narrazioni in seconda e terza persona.
La manciata di sabbia rinchiusa nella clessidra non solo fa da sineddoche per l'intero deserto, ma ne diventa una sorta di amante troppo presto dimenticata, lasciata prima nelle mani dell'uomo e poi in balia del vento. E, a proposito del vento, mi sono piaciute molto le immagini che ne definiscono la forza: "capace di compattare la sabbia in rocce, capace di modellare le rocce in rose".
Molto bella anche la storia di Yebrahim, la cui illusione d'amore, destinata a un tragico fallimento, si specchia in quella della manciata di sabbia. Per lui, non sarà la forza del vento a spezzare il legame ma "la lama curva affilata" di un pugnale nella mano del vecchio Remdan.
Segnalo alcune criticità, piccolezze in confronto alla maestria con la quale l'autore ha saputo declinare le due storie parallele.
- "il soffio del vento a mala pena si avverte", essendo nella "zona" in seconda persona suonerebbe meglio "il soffio del vento, a mala pena lo avverti";
- mi sembra improprio l'uso del termine "scacchiera", forse meglio "area di gioco", visto che si parla di un disegno sulla sabbia per il tipico gioco del keraḍ (o "dama tuareg");
- "Mi ha chiesto per rovinarti" => di rovinarti;
- il concetto delle "regole" viene espresso due volte, quasi con le stesse parole, a distanza di qualche riga ("Regole, non scritte, tramandate da generazioni" / "le regolo sono chiare, non scritte, tramandate").
Aggiungo soltanto i miei complimenti e un grazie per questa lettura bella e coinvolgente.
M.
______________________________________________________
"E perché è più utile scrivere di ciò che vuoi conoscere meglio, invece di ciò che credi di conoscere già." - Matteo Bussola
M. Mark o'Knee- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 913
Punti : 1062
Infamia o lode : 9
Data di iscrizione : 27.01.22
Età : 68
Località : Prato
Re: Il mondo al contrario
Racconto davvero particolare. Il mondo dal punto di vista della sabbia. Ecco, forse questo è il punto dolente del racconto: la corretta identificazione della protagonista. Perchè è la sabbia, e qui non ci piove. Ma non è un granello e non è tutta la sabbia. E' un mucchietto? Boh, potrebbe essere. Non sono pratico di sabbie.
Scherzi a parte il racconto mi è piaciuto e l'ho trovato a tratti poetico. L'azione principale si svolge in background scandita dai continui ribaltamenti della cella di vetro nella quale questa sabbia è stata racchiusa: la clessidra.
Un'idea che mi è piaciuta parecchio e che funziona.
Complimenti.
Grazie.
Scherzi a parte il racconto mi è piaciuto e l'ho trovato a tratti poetico. L'azione principale si svolge in background scandita dai continui ribaltamenti della cella di vetro nella quale questa sabbia è stata racchiusa: la clessidra.
Un'idea che mi è piaciuta parecchio e che funziona.
Complimenti.
Grazie.
______________________________________________________
I giorni indimenticabili della vita di un uomo sono cinque o sei in tutto. Gli altri fanno volume.
CharAznable- Maestro Jedi
- Messaggi : 1121
Punti : 1262
Infamia o lode : 13
Data di iscrizione : 22.02.21
Età : 49
Località : Magenta
Re: Il mondo al contrario
La scrittura è molto curata, soprattutto nel lessico e la narrazione in seconda persona, non facile da gestire, risulta essere un plus.
La protagonista della storia è la sabbia della clessidra, minuscola parte di un macro ambiente ben descritto attraverso dettagli fisici e umani che gli appartengono. La sabbia viene svelata a poco a poco e, benché sia al centro del racconto, sembra quasi subire tutto ciò che le accade intorno. Non lo vedo come un difetto, poiché ogni singolo granello "nella sua prigione di vetro" scandisce il tempo che passa.
Senza nulla togliere al racconto nell'insieme, mi è rimasto qualche dubbio sul gioco tra Yebrahim e Remdan, una specie di dama (credo) che si svolge su una scacchiera disegnata sul terreno. Ecco, mi sarebbe piaciuto avere maggiori dettagli, così, per pura curiosità.
Grazie
La protagonista della storia è la sabbia della clessidra, minuscola parte di un macro ambiente ben descritto attraverso dettagli fisici e umani che gli appartengono. La sabbia viene svelata a poco a poco e, benché sia al centro del racconto, sembra quasi subire tutto ciò che le accade intorno. Non lo vedo come un difetto, poiché ogni singolo granello "nella sua prigione di vetro" scandisce il tempo che passa.
Senza nulla togliere al racconto nell'insieme, mi è rimasto qualche dubbio sul gioco tra Yebrahim e Remdan, una specie di dama (credo) che si svolge su una scacchiera disegnata sul terreno. Ecco, mi sarebbe piaciuto avere maggiori dettagli, così, per pura curiosità.
Grazie
Molli Redigano- Maestro Jedi
- Messaggi : 1136
Punti : 1237
Infamia o lode : 2
Data di iscrizione : 07.01.21
Età : 44
Località : Torino
Re: Il mondo al contrario
Racconto piacevole, ben scritto ed a tratti molto avvincente.
Bella l'immagine iniziale della clessidra che giustifica il titolo, ma non mi sembra che una manciata di sabbia possa essere onnisciente.
Ti faccio anche notare, caro autore, che la stella del sud non è visibile nell'emisfero boreale quindi impossibile vederla dai deserti nordafricani dove, mi sembra di capire, è ambientato il racconto.
Resta comunque un bel lavoro.
Bella l'immagine iniziale della clessidra che giustifica il titolo, ma non mi sembra che una manciata di sabbia possa essere onnisciente.
Ti faccio anche notare, caro autore, che la stella del sud non è visibile nell'emisfero boreale quindi impossibile vederla dai deserti nordafricani dove, mi sembra di capire, è ambientato il racconto.
Resta comunque un bel lavoro.
______________________________________________________
Come l'acqua che scorre, sono un viandante in cerca del mare. Z. M.
Menico- Padawan
- Messaggi : 233
Punti : 251
Infamia o lode : 0
Data di iscrizione : 11.02.22
Re: Il mondo al contrario
Proprio un bel racconto!
Ho trovato ben gestito il fatto di non rivelare subito chi fosse il protagonista della storia: ciò mi ha incuriosita, mi ha obbligato a stare bene attenta alle parole, di formulare ipotesi. Hai saputo includere il lettore nella lettura del testo su più livelli e con diversi gradi d'intensità: emozionandolo e incuriosendolo.
E sono questi particolari, questa cura nel raccontare una storia, questa volontà di farsi interessante che, a mio avviso, sono sempre valori aggiunti non trascurabili.
Quando in un racconto ci s'infila un pezzetto di cuore è impossibile che chi legge non lo senta palpitare.
E per me, qui, è stato così.
Ho trovato ben gestito il fatto di non rivelare subito chi fosse il protagonista della storia: ciò mi ha incuriosita, mi ha obbligato a stare bene attenta alle parole, di formulare ipotesi. Hai saputo includere il lettore nella lettura del testo su più livelli e con diversi gradi d'intensità: emozionandolo e incuriosendolo.
E sono questi particolari, questa cura nel raccontare una storia, questa volontà di farsi interessante che, a mio avviso, sono sempre valori aggiunti non trascurabili.
Quando in un racconto ci s'infila un pezzetto di cuore è impossibile che chi legge non lo senta palpitare.
E per me, qui, è stato così.
caipiroska- Cavaliere Jedi
- Messaggi : 957
Punti : 1018
Infamia o lode : 7
Data di iscrizione : 07.01.21
Re: Il mondo al contrario
Il deserto che racconta il deserto!
Un’idea originale e molto ben riuscita che fino a metà circa tiene in sospeso il lettore alla ricerca di chi sia il narratore (a dire il vero qualche sospetto lo avevo avuto).
Raccontata benissimo grazie a una scrittura molto elegante e priva di refusi evidenti, la storia coinvolge il lettore guidandolo rapidamente lungo tutte le curve, appassionandolo alla storia dei due giovani amanti fino al tragico finale che consente, però, alla sabbia di tornare libera e ricongiungersi con una sabbia diversa da quella del deserto, la sabbia della spiaggia accarezzata da un nuovo amante: il mare.
“Morte tua, vita mia”, si potrebbe riassumere così il senso finale del racconto, per quanto mi riguarda in piena lotta per le, posizioni di testa.
Un’idea originale e molto ben riuscita che fino a metà circa tiene in sospeso il lettore alla ricerca di chi sia il narratore (a dire il vero qualche sospetto lo avevo avuto).
Raccontata benissimo grazie a una scrittura molto elegante e priva di refusi evidenti, la storia coinvolge il lettore guidandolo rapidamente lungo tutte le curve, appassionandolo alla storia dei due giovani amanti fino al tragico finale che consente, però, alla sabbia di tornare libera e ricongiungersi con una sabbia diversa da quella del deserto, la sabbia della spiaggia accarezzata da un nuovo amante: il mare.
“Morte tua, vita mia”, si potrebbe riassumere così il senso finale del racconto, per quanto mi riguarda in piena lotta per le, posizioni di testa.
______________________________________________________
paluca66- Maestro Jedi
- Messaggi : 1484
Punti : 1603
Infamia o lode : 8
Data di iscrizione : 07.01.21
Età : 58
Località : Milano
Pagina 1 di 2 • 1, 2
Pagina 1 di 2
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
|
|
Ieri alle 5:00 pm Da Albemasia
» Staffetta 13 - Episodio 3
Ieri alle 4:46 pm Da Albemasia
» Il sorriso dell'aquilone
Ieri alle 11:43 am Da Flash Gordon
» Factory Girl - The Rolling Stones
Ieri alle 9:27 am Da tommybe
» Pachamama - Quarto Step - Apertura Confessionale
Mar Ott 29, 2024 11:28 pm Da The Raven
» Staffetta 14 - Episodio 1
Mar Ott 29, 2024 10:37 pm Da M. Mark o'Knee
» Il quaderno
Mar Ott 29, 2024 6:13 am Da Achillu
» Abeti rossi
Lun Ott 28, 2024 11:54 pm Da caipiroska
» Il vento delle parole
Lun Ott 28, 2024 11:42 pm Da CharAznable