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Staffetta 13 - Episodio 2

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Messaggio Da Susanna Lun Ott 07, 2024 12:30 am

Staffetta 13 – Episodio 1        Gimbo

Il sole sorgeva lento all’orizzonte, tingendo il cielo di rosso e arancione. Trieste si risvegliava piano, con le prime luci del mattino che si insinuavano tra gli edifici storici e le strade ancora silenziose. La città, con la sua architettura austro-ungarica e gli acciottolati antichi e irregolari, si stiracchiava brumosa lungo la costa del mare Adriatico.
Quella mattina, però, l’aria sembrava diversa. Una strana eccitazione aleggiava nelle vie, un'energia palpabile che pareva venire da un luogo conosciuto. Nel cuore di Trieste, nella Piccola Bottega di Antiquariato, qualcosa di straordinario stava per accadere.
Elena, una donna di sessant’anni con lo sguardo acuto e i capelli scuri raccolti in una crocchia elegante, stava sistemando alcuni oggetti antichi. Ogni pezzo nella sua collezione aveva una storia da raccontare, e lei aveva dedicato la sua vita a preservare quei racconti dimenticati. Mentre apriva il negozio, però, avvertì qualcosa di diverso. Si fermò, posò lo sguardo su un antico tavolo da lavoro e su una mappa ingiallita appoggiata sopra.
La mappa raffigurava una serie di isole remote nell’Adriatico, isole di cui nessuno parlava più, dimenticate e disabitate. Elena le aveva studiate per anni, convinta che nascondessero un segreto antico, ma mai era riuscita a dimostrarlo. Quel mattino, mentre la sua mano sfiorava la mappa, un brivido le percorse la schiena. Era come se la mappa stesse cercando di dirle qualcosa.
“Che strano…” pensò, il cuore che batteva più forte. Non era una donna che credeva nelle superstizioni, ma quella sensazione era troppo intensa per essere ignorata. Osservò la cartina con attenzione, soffermandosi su una piccola sbavatura vicino alla costa di una delle isole. Sembrava una sorta di simbolo antico. Forse era solo una macchia d’inchiostro o un errore del cartografo, ma quel dettaglio sfuggente la inquietava. Poteva essere quel qualcosa che le era sempre sfuggito? Non era del tutto sicura, ma la sua curiosità era ormai accesa, alimentata dal dubbio che quel segno celasse un segreto dimenticato.
Con delicatezza, arrotolò la mappa e la ripose in un antico astuccio di cuoio. Si cambiò, indossando abiti comodi e un cappotto pesante. Prese un bastone da passeggio, chiuse la porta della Bottega e si diresse verso il porto. La città si era già svegliata del tutto, ma Elena non prestò attenzione al trambusto attorno a sé. Aveva un obiettivo.
 
Al porto trovò Amos, un vecchio amico, un marinaio di lungo corso con occhi azzurri che sembravano scrutare l’orizzonte lontano. Quando Elena gli mostrò la mappa, Amos la osservò attentamente, alzando un sopracciglio.
«Isole dimenticate nell’Adriatico?» mormorò Amos, aggrottando la fronte mentre studiava la cartina. «Non se ne parla da decenni. Quelle acque…» fece una pausa, come se le parole fossero sospese in qualche ricordo lontano. «Nascondono più di quanto mostrino. Scogli invisibili, correnti imprevedibili. Sono luoghi in cui la prudenza vale più del coraggio.»
Elena annuì, senza distogliere lo sguardo dal vecchio marinaio. «Lo so. Ma questa volta è diverso. C'è qualcosa sulla mappa, qualcosa che non avevo mai visto prima. È solo un segno, forse un errore, ma non riesco a togliermelo dalla testa. Sento che c’è qualcosa di importante da scoprire laggiù.»
Amos rimase in silenzio per un attimo, il vento salmastro del porto che gli scompigliava i capelli grigi. Poi alzò lo sguardo su di lei, e nei suoi occhi azzurri brillò una luce di sfida. «Tu e i tuoi misteri… Sei sempre stata una donna coraggiosa, e con un fiuto speciale per ciò che è nascosto. Se davvero credi che questa sia la tua strada, allora sarò il tuo capitano. Ma sappi che potremmo affrontare più pericoli di quanti possiamo immaginare.»
Elena sorrise. «È il rischio che sono disposta a correre.»
 
La notizia della spedizione si diffuse in un batter d’occhio. Trieste, con la sua vivacità e le sue voci incessanti, era una città in cui le novità si propagavano rapide come la Bora che soffia dall’entroterra. Elena e Amos, noti per il loro spirito avventuroso, non tardarono a ritrovarsi circondati da un turbine di aspiranti compagni di viaggio, ognuno desideroso di far parte di quella che si preannunciava come una missione senza precedenti.
Ma per loro non era sufficiente trovare una mano esperta o un cuore impavido. Cercavano qualcosa di più raro, una persona in grado di percepire l’eco della chiamata dell'Adriatico. Solo chi fosse in sintonia con quel richiamo sottile poteva essere il compagno ideale.
Sapevano bene che la scelta del giusto compagno sarebbe stata cruciale. Non era solo questione di abilità, ma di intuizione. Il successo o il fallimento della spedizione, e forse la rivelazione di un antico mistero, dipendevano da questa decisione.


Episodio 2        Susanna

Erano passate due settimane e i preparativi per il viaggio erano ormai agli sgoccioli.
Amos aveva controllato e ricontrollato la sua barca a vela: la superficialità può costar cara in mare, ma ad impensierirlo maggiormente era il fatto di non aver ancora trovato la persona giusta per questa avventura, di certo rischiosa. Elena era sempre stata un’ottima compagna di viaggio, ma non si era ancora ripresa dall’intervento al ginocchio.
Elena invece aveva già sistemato tutto per poter lasciare il negozio nelle mani di Tommaso, un amico che la sostituiva egregiamente quando lei girava i mercati dell’antiquariato.
Stava controllando la posta quando nel negozio entrò un uomo:
«Buon giorno, posso dare un’occhiata?» Aveva una voce calda, con un marcato accento inglese.
«Prego, faccia con comodo.»
Bastò poco per capire che non era il solito turista curioso o uno pseudo esperto: si fermava solo davanti ai pezzi migliori, maneggiandoli con estrema cura, come chi è avvezzo a essere circondato da oggetti di pregio. Alla fine consegnò a Elena un prezioso orologio da taschino dell’800.
«Verrò con voi.»
«Scusi?»
«Verrò con voi, semplice no?» Il tono diceva che non era una pretesa o un ordine ma un dato di fatto.
«E cosa le fa pensare di essere la persona che stiamo cercando?» Elena non perse tempo con domande inutili.
«Questo.» Prese dalla borsa che portava a tracolla un piccolo contenitore cilindrico da cui estrasse una mappa, sicuramente antica e molto ben conservata.
Elena la osservò con cura poi alzò lo sguardo, sorpresa.
«Esatto, Elena, è proprio quello che sta pensando.»
«Direi che sia il caso di parlarne con calma, davanti a una buona tazza di tè.»
Chiuso il negozio, Elena fece accomodare l’uomo nell’appartamento al piano di sopra e mentre trafficava per preparare uno spuntino, “lo passò al setaccio fine”, come diceva Tommaso: non c’era niente di morboso o che altro in quello, era nella sua natura, semplicemente.
Se l’uomo fosse consapevole di tale esame, non lo diede a vedere, anzi sembrava proprio a suo agio nel salotto popolato da libri, stampe e figurine di porcellana, con una finestra che si affacciava su una veranda dove si arrampicava un glicine spettacolare.
Era alto, piuttosto robusto, abiti di buon gusto; capelli corti con un accenno di grigio, e occhi chiari. Non si poteva dire che fosse un bell’uomo, aveva un naso importante, ma nell’insieme aveva un certo fascino, accentuato da uno sguardo che… avvolgeva.
Consumata la piccola colazione, arrivò il momento dei chiarimenti.
«Lei ha un’altra versione della mappa, diciamo più ampia. La prenda, cortesemente.»
Confrontarono le due mappe: quella dell’uomo era riferita a un solo tratto di costa, ma con molti più dettagli, ed era conservata meglio.
«Sono state realizzate dalla stessa mano, è chiaro. A proposito, ancora non so il suo nome.»
«Stevenson, Ray Stevenson.» L’uomo fissò Elena, forse aspettandosi una qualche reazione.
«E come ha avuto questa mappa? Visto che vuol venire con noi…»
«L’ho trovata quando è stata sistemata la biblioteca della casa di famiglia, nelle Cotswolds. Era riposta in uno dei tanti cassetti che nessuno apre mai, ed era assieme a questo… diario di viaggio.» Dalla borsa prese un libriccino, dalla copertina di pelle rifinita con fregi d’argento.
Elena lo esaminò con cura, confrontando poi la scrittura con le annotazioni sulle mappe: era la medesima. Sulla prima pagina c’era un nome: George Raymond Stevenson.
Anche questa volta il nome non le disse nulla: «Direi un trisavolo o anche oltre.»
«E lei, come ha avuto questa mappa?» Ray si era accomodato su una poltrona, tranquillo e senza perdere nulla delle espressioni di Elena.
«Beh, è un po’ strano, ripensandoci adesso. Anni fa ereditai una piccola villa dalle parti di Lovran, una cittadina in Istria. Era bella, ma solo in apparenza: non potevo permettermi di sistemarla, per cui la vendetti, tenendomi solo mobili e suppellettili, tra cui un baule da marinaio. Al suo interno carte nautiche rovinate, fogli illeggibili e qualche moneta. E questa.»
«Lei quindi conosce il nome del proprietario della villa.»
«Ha importanza, per lei intendo? Mi sembra un po’ indiscreto. Già le ho detto molto…»
«La villa apparteneva a mio padre. Una sorta di rifugio per quella che si è appurato alla sua morte, era una seconda vita. Viaggi di affari, li chiamava lui, o viaggi di studio visto che era un grande appassionato di storia o forse solo di questa storia.» E puntò il dito sulle mappe.
Il tono era adesso molto serio, anche il viso si era rabbuiato.
«Fu convolto in un incidente ferroviario in Croazia e morì circa un anno dopo, per le conseguenze delle ferite. Venimmo a sapere che con lui viaggiavano una donna e una bambina. La donna morì subito, la bambina si salvò, ma con gravi ferite. Mio padre fece in modo che avesse le cure migliori.»
Elena era immobile, pallida:
«Direi che tu sia mia sorella, cara Elena. Non è stato facile ritrovarti e… ne sono felice.»
C’era una nota di commozione nella voce. Sincera.


Ultima modifica di Susanna il Lun Ott 07, 2024 10:41 pm - modificato 5 volte.

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"Quindi sappiatelo, e consideratemi pure presuntuoso, ma io non scrivo per voi. Scrivo per me e, al limite, per un'altra persona che può capire. Spero di conoscerla un giorno… G. Laquaniti"
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Messaggio Da Susanna Lun Ott 07, 2024 12:34 am

Spero, caro @Gimbo di essere riuscita a mantenere quella sorta di "fumosità" sul periodo in cui si svolge la storia. E ora al prossimo tastaiolo l'onere e l'onore di continuare.

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Staffetta 13 - Episodio 2 Empty Re: Staffetta 13 - Episodio 2

Messaggio Da Gimbo Mar Ott 08, 2024 7:01 pm

Questo episodio si è rivelato sorprendente e coinvolgente. Il colpo di scena finale è stato assolutamente inaspettato e mi ha colto di sorpresa, aggiungendo una profondità emotiva notevole alla storia. L'intreccio tra le due trame è stato gestito con grande maestria, intrigante fino all'ultimo.
Grazie, @Susanna, per aver proseguito con questo episodio: hai saputo mantenere alta la tensione e introdurre un elemento emotivo forte che mi lascia desideroso di saperne di più. Chissà dove andrà a parare questa storia?
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