Caro autore o cara autrice,
il tuo racconto sembra come una favola, fin dalla prima frase. Una bellissima favola raccontata da un narratore interno alla storia, come poi effettivamente si rivelerà. Una caratteristica molto particolare, a mio avviso, che a fin dei conti non mi è poi tanto dispiaciuta, anche se questo narratore viene solo accennato e non si capisce come conosca la storia che sta effettivamente raccontando.
Il tuo racconto ha una buona trama di fondo ma come altri utenti l’ho trovato molto confuso. Leggendolo ho avuto come l’impressione che a scriverlo sia stata una penna ancora inesperta. Ci sono delle frasi un po’ ambigue, in cui è difficile capire quale sia il soggetto o quale sia il concetto che vogliono esprimere. I dialoghi, invece, hanno il problema inverso: sono tanto semplici da risultare banali. Leggendo, poi, ho trovato moltissime ripetizioni, per questo, ti consiglio, magari per le prossime volte, di usare dei sinonimi o dei pronomi.
Un’altra cosa che mi ha lasciata un po’ perplessa è l’identità di Albert. Non riesco a capire se sia Don Alan o se sia un altro personaggio, spero potrai chiarirmelo non appena possibile!
Altre frasi invece erano molto poetiche e d’effetto e sono state in grado di catturarmi. Al di là della forma, comunque, trovo che il tuo sia un bel racconto. Pieno di emozioni e sentimenti contrastanti fra loro: c’era un dolore antico che ristagnava nelle anime dei due innamorati e un’accesa speranza che combatteva contro il timore e lo spaesamento causati da quello strano sentimento che non avevano mai provato prima: l’amore.
Insomma, c’è tanto potenziale nascosto fra le righe del tuo testo e un messaggio potente trasmesso con una scrittura piena di passione. E per me è questa la cosa più importante, perché la forma si può apprendere, si può migliorare con il tempo e l’esercizio, ma l’amore per la scrittura e il sentimento che ci metti no. Quindi ti faccio comunque i miei complimenti: il talento c’è, devi solo imparare a tirarlo fuori.