9. CHI BEN COMINCIA
Altra notte insonne. Credo che due di fila sia un primato. Almeno per me. Mi serve un buon caffè. Mi servono molti caffè se voglio restare sveglio fino a questa sera.
Il torneo inizia alle otto. Ci è arrivato un messaggio dall’organizzazione. “tu squadla gioca ale nove”. Siamo la seconda partita in calendario. Tutte le fortune. Speriamo che il corriere sia puntuale. Speriamo di restare sveglio fino a stasera. Mi serve un caffè. Un altro caffè.
Ritrovo previsto per le sette e mezza.
Alle sette sono già al bar Luna. Non c’è ancora nessuno.
Mi prendo un caffè. Forse il settimo. Forse l’ottavo della giornata. Sicuramente il peggiore. Mamma mia.
Arriva Michele.
“Allora?”
“Allora cosa?”
“Il corriere è arrivato?”
“Come faccio a saperlo”.
“Pippo non ti ha scritto nulla?”
“No.”
“Bene”.
“Bene”.
Alle sette e mezza il bar inizia a riempirsi. Chi per un tagliere di salumi, chi in attesa del torneo.
Ad un tratto Alfio esce da una porticina con il tabellone del torneo. Ansia. Il rituale della pubblicazione del tabellone. Con i nomi delle squadre. E’ l’ufficializzazione che la tua squadra esiste. E’ una sensazione unica. Ti fa sentire importante. E’ bellissimo. Ogni volta come se fosse la prima volta.
Scorriamo l’elenco ed improvvisamente mi sento gelare.
“Oscar, ma cos’è questa roba?”
“Eh…”
“Ma c’è un errore!”
Eh, c’è un errore sì. Tra l’elenco delle squadre iscritte c’è un non meglio precisato “sportigcsicsicsi”. Ora, o a qualcuno è venuto in mente di chiamare una squadra in modo così assurdo, oppure quelli siamo noi. E il fatto che la squadra esordirà questa sera alle nove avvalora incredibilmente la seconda ipotesi.
“Ma come l’hanno scritto?”
“Come l’hanno scritto? Lo vedi come l’hanno scritto.”
“Sportigcsicsicsi? Ma anche l’errore è sbagliato.”
“Sono cinesi.”
“Ecco, e se sono cinesi allora non devono organizzare tornei di calcetto!”
Ci consoliamo col fatto che la Real Castello sia diventata “Real Casello” e che sia comparsa una “Viavai Pacchero” che nessuno riesce ad attribuire ad alcuna squadra iscritta.
Alfio invita tutti a non preoccuparsi. Dice che è colpa della ragazza che ha preso le iscrizioni. Promette che rifarà il tabellone.
Nel frattempo, questa sera, alle ore nove, lo Sportigcsicsicsi sfiderà la Dinamo Maghi. La squadra che ci eliminò lo scorso torneo. Abbiamo un cinque a zero da vendicare, e le premesse non sono delle migliori.
Ci risolleva il morale l’arrivo di Pippo. Quello che tiene tra le braccia è indubbiamente un pacco. Il pacco di un corriere. Sono le maglie. Sono arrivate. Dio sia lodato! Non vedo l’ora di provarle.
“Aspetta, aspetta. Le apriremo negli spogliatoi. Che figura ci facciamo a scartare il pacco qui in mezzo a tutti? Sembreremmo dei bambini la vigilia di Natale.”
Il Bolletti ha ragione, ma cavolo! Non sto davvero più nella pelle. Non importa che siano simili alla maglia del dannato Hibernian, non importa che non c’entrino nulla col nome Sporting (o Sportig che dir si voglia). Ma sono le nostre maglie. Le nostre maglie nuove!
Come un bambino la Vigilia di Natale.
Ci lasciano lo spogliatoio alle otto e mezza. La partita inaugurale è ancora in corso, ma Gigione ha avuto la lungimirante idea di costruire due coppie di spogliatoi in modo da poter alternare le squadre (e affittare il campo con maggior frequenza). Ora siamo tutti seduti sulle nostre panchine. Siamo tutti attorno a quell’idolo pagano dalle cubiche sembianze di un pacco da corriere. Siamo in atteggiamento di venerazione. Un silenzio tombale rotto solo dalle voci lontane che arrivano dal campetto. Nessuno osa fiatare.
D’un tratto Michele, il capitano, si alza e con passo solenne, da processione, si avvicina all’oggetto dei nostri desideri più nascosti.
Lo solleva. Con un colpo delicato ma deciso strappa la chiusura di nastro adesivo giallo. Apre lentamente le alette superiori e…
Non saprei come descrivere la sua espressione. Non riesco a trovare una parola adatta.
Non è proprio disgusto quello che vedo. E’ sorpresa, mista ad incredulità. Con un tantino di rabbia e quel pizzico di cose che qui non possono essere ripetute.
“Ma che cazzo! Sono Fucsia!”
“Fucsia?!?!”
La risposta corale al salmo dell’orante è arrivata all’unisono da parte di tutta la squadra al completo. Fucsia. Sì, avevamo capito bene. Le maglie erano fucsia. E non era semplicemente il colore a stonare, era anche la scritta che lo accompagnava. “Bellissime team”. Evidentemente il corriere si era sbagliato. E noi eravamo fottuti. Tra dieci minuti ci saremmo trasformati in sei fessi con un nome ridicolo e delle maglie fucsia.
Sei?
“Ehi, ma il Nero non c’è”.